Thursday, December 23, 2010

Best wishes

From us ("the wishor") to you ("hereinafter called the wishee")

Please accept without obligation, implied or implicit, our best wishes for an environmentally conscious, socially responsible, politically correct, low stress, non-addictive, gender neutral, celebration of the winter solstice holiday, practiced within the most enjoyable traditions of the religious persuasion of your choice, or secular practices of your choice, with respect for the religious/secular persuasions and/or traditions of others, or their choice not to practice religious or secular traditions at all... and a financially successful, personally fulfilling and medically uncomplicated recognition of the onset of the generally accepted calendar year 2011, but with due respect for the calendars of choice of other cultures or sects, and having regard to the race, creed, colour, age, physical ability, religious faith, choice of computer platform or dietary preference of the wishee.

By accepting this greeting you are bound by these terms that:
  • This greeting is subject to further clarification or withdrawal.
  • This greeting is freely transferable provided that no alteration shall be made to the original greeting and that the proprietary rights of the wishor are acknowledged.
  • This greeting implies no promise by the wishor to actually implement any of the wishes.
  • This greeting may not be enforceable in certain jurisdictions and/or the restrictions herein may not be binding upon certain wishees in certain jurisdictions and is revocable at the sole discretion of the wishor.
  • This greeting is warranted to perform as reasonably may be expected within the usual application of good tidings, for a period of one year or until the issuance of a subsequent holiday greeting, whichever comes first.
  • The wishor warrants this greeting only for the limited replacement of this wish or issuance of a new wish at the sole discretion of the wishor.
  • Any references in this greeting to "the Lord", "Father Christmas", "Our Saviour", or any other festive figures, whether actual or fictitious, dead or alive, shall not imply any endorsement by or from them in respect of this greeting, and all proprietary rights in any referenced third party names and images are hereby acknowledged.
P.S. cosa ci tocca fare per non avere avvocati alle calcagna...

Monday, December 20, 2010

Cenere di Babbo Natale

Maestro, visto il periodo ho una domanda forse futile ma... quando ha smesso di credere in Babbo Natale?
Cosa ti fa pensare che io non creda a Babbo Natale?
Beh... come... cioè... ma è una cosa da bambini!
Perché tu non hai ancora imparato ad andare oltre il mero significato materiale delle cose. Ma credo di aver capito il senso della tua domanda e, siccome a Natale sono tutti più buoni, ti rispondo: ogni essere in grado di ragionare non può credere a Babbo Natale.
Beh, ma un bambino...
Un bambino crede a Babbo Natale perché lo idealizza e gli piace credere in questa bella storia ma ha tutti i mezzi necessari a scoprire l'inganno.
Un bambino?
Certo. Pensi che siano così stupidi da credere che uno gli porti i doni calandosi per un camino quando la maggior parte delle case di oggi ne è sprovvista?
Orpo... non ci avevo pensato.
Già. E anche quelli che hanno un caminetto credi che non si accorgano che un personaggio evidentemente sovrappeso non passerebbe mai per la canna fumaria? O credi che abbiano in mente Babbo Natale elastico stile Mr Fantastic?
Mr fantastic? Ma... ma... lei legge i Fantastici Quattro?
Certo. Un Maestro è fonte di sapere perché legge tutto ciò che il genere umano produce.
Quindi legge anche... ehm, voglio dire, quelle riviste... come dire...
Pornografiche?
L'ha detto lei eh, io non c'entro.
Lo so che l'ho detto io. Si, le leggo. Ti stupisce?
Beh, pensavo che preferisse letture più elevate.
Come i Fantastici Quattro?
No, io... va beh, torniamo a Babbo Natale. Quindi lei dice che i bimbi, in realtà, ci credono solo perché voglio crederci?
Esatto.
E quando diventano grandi, perché non ci credono più?
Perché hanno smesso di essere bambini. Credono che certe cose non siano più necessarie e si debbano superare per entrare nell'età adulta. Così come tu credi che un Maestro non possa leggere i fumetti o le riviste porno, gli adulti credono che sia necessario dar voce all'intelletto ed escludere ciò che non è spiegabile. Ma così facendo cancellano anche i loro sogni.
Mi sta dicendo che certe volte dobbiamo mettere da parte il sapere?
La vita è equilibrio. Se devo costruire un ponte non mi affido ai sogni ma alla fisica e alla matematica. Ma non sempre devo realizzare un ponte. Per creare un momento di pace, serenità e gioia interiore basta la fantasia. E la voglia di credere che tutto questo esista.
Quindi lei crede in Babbo Natale?
No.
Come no? E tutto quello che mi ha detto fin ora?
Ho detto che ognuno di noi ha un modo per dare un nome al momento in cui si lascia cullare dal pensiero che i suoi sogni possano realizzarsi. Per taluni è Babbo Natale e credono in lui.
E per lei?
Se esistesse Babbo Natale, tu potresti diventare Maestro.
Questa mi mancava...
In ogni caso tranquillizzati. Babbo Natale non esiste, e se esistesse sarebbe morto bruciato.
O mio Dio. E perché proprio bruciato?
Seguimi nel ragionamento: supponiamo che ci siano 2 miliardi di bimbi al mondo ma, siccome Babbo Natale non si occupa di mussulmani, hindu, buddisti e altri, possiamo ipotizzare che debba considerare solo il 20% di essi. Data una media di 3 bimbi a famiglia e supponendo che ce ne sia almeno uno buono per famiglia, si ottiene che deve portare doni in circa 134 milioni di case.
Minchia! Scusi... fin qui ci sono.
Il nostro ipotetico babbo Natale ha a disposizione 31 ore per portare a termine le consegne considerando i differenti fusi orari e la rotazione della terra. Ovviamente assumo che viaggi da est verso ovest. Questo significa che deve fare 1200 consegne al secondo. Cioè deve muoversi ad una velocità tale da incenerire all'istante renne, slitta e Babbo Natale.
Nooo, povero panzone. Scusi.
Già. Per non parlare del carico. Se ogni dono pesa anche solo mezzo chilo le povere renne dovrebbero tirare una slitta da più di settantamila tonnellate.
Gran belle renne...
Tra parentesi una renna può tirare, generalmente, circa 400 chili. Anche ammesso che una renna volante non abbia l'attrito della slitta e possa tirare 10 volte tanto, occorrerebbero...
Quasi ventimila renne. Sai che odore!
Come che odore?
Beh, scoreggiano, cagan...
...krack...kabooom...rumble...
Va bene, va bene. Ne riparliamo a capodanno.

P.S. per i precisini dalla matita rossa in servizio permanente effettivo che stanno già pigliando in mano la calcolatrice: i numeri sono molto arrotondati e solo indicativi. Astenersi perditempo.

PP.SS. Per chi volesse, invece, leggere l'intero mistero di Babbo Natale con i calcoli matematici e molto più, si accomodi: Santa Claus Mystery

Monday, December 13, 2010

Zitti, zitti...

Sito, sito, fì a belase
la ria la Santa de lontà,
lé la pórta bumbù e regài
prim de töt ai s-cècc piö bràe.

Ma se ergü l'è 'mpó catìv
e magare 'mpó berechì,
a l'tróa negót sö la tàola
de la sala e 'n del camì.

Dóca s-cetì 'mpó vissinèi
deentì söbet impó piö sàe
e i vòscc cör che adèss i è móch
co la Santa i deènta contécc.

Gràssie, gràssie Santa Lössia
il tò streamét a l'me pórte via.

Per quei pochi che non parlassero bergamasco, ecco la traduzione:
Zitti, zitti, fate piano
arriva la Santa da lontano
porta dolci e regali
prima di tutto ai bimbi più bravi.

Ma se qualcuno è un po' cattivo
e magari un po' birichino
non trova nulla sulla tavola
della sala e nel camino

Quindi bimbi un po' birbanti
diventate subito un po' più buoni
e i vostri cuori che ora son spenti
con la Santa diventan contenti

Grazie, grazie santa Lucia
il tuo canto mi porti via.

P.S. Per scrivere in bergamasco occorre una tastiera un po' particolare:


Ve lo immaginate Yoss seduto a questa tastiera che tempesta i farlocchi con rullate di parole mentre spara gragnuole di lettere composte usando i piedi?

Wednesday, December 8, 2010

Segno dei tempi

Questa mattina camminavo per il centro in cerca di idee per i regali di Natale quando, di fronte ad una libreria, un ragazzo dedito ad una qualche ricerca di mercato mi ferma e mi chiede a bruciapelo:
"Scusi, può dirmi il titolo dell'ultimo libro che ha letto?"
Rispondo di getto:
"Giulio Coniglio e la renna Renata"
Mi guarda strano, poi se ne va borbottando qualcosa del tipo che non avrei dovuto prendere in giro chi stava solo facendo il suo lavoro.

Il fatto è che non avevo mentito.

Friday, December 3, 2010

Monicelli

Non sempre sono d'accordo con quello che scrive Davide Giacalone, ma lo leggo da molto tempo per la sua chiarezza e perché mi piace molto "come" scrive.

Oggi ha scritto, a mio avviso, un paragrafo che considero un capolavoro:
... Sono laico abbastanza da ritenere la vita faccenda di questo mondo. Ragionevole quanto basta per sapere che il suicidio è parte della vita e che l’omicidio per pietà, che chiamiamo "eutanasia", si pratica nella penombra del dolore, più che sotto i riflettori della televisione. Da sempre. Sono umano appena il necessario per capire che un novantacinquenne che si butta dal balcone è un disperato, non un coraggioso. Sono stufo oltre il consentito di un’Italia ove la scomparsa delle ideologie comporta l’ideologizzazione di tutto, anche della morte. Sicché non mi trattengo dal dire che un suicidio come quello di Monicelli non si commenta, lo si osserva come fatto compiuto, e se si apre bocca per far uscire il profluvio di sciocchezze che ho sentito, allora non si conti sul cordoglio per garantirsi l’omertà. ...
Vaca!. Non avrei potuto esprimere meglio di così ciò che penso.

P.S.
- Dov'è Dio? Dov'è Cristo?
- E' qui con noi: se è vero che ha 33 anni, è del '84
Da "La grande guerra"

Tuesday, November 30, 2010

Glass climbing

Come sapete sono sia un appassionato di intelligence che uno di quelli che, amabilmente, passano sotto il nome di "scettici" o "negazionisti" nei confronti dell'AGW (si, insomma, il riscaldamento globale antropogenico).

Ora, l'anno scorso ci fu il "Climategate", cioè qualcuno fece uscire dai server dell'università dell'East Anglia una serie di e-mail piuttosto indicative di come era l'andazzo e di come venne costruito il consenso su questioni di non poca rilevanza.

Queste mail vennero esposte tramite Wikileaks.

Bene, per la serie il doppiopesismo è uno sport olimpico vi presento ciò che disse e fece allora il prestigioso (perché straniero, ovviamente) New York Times a proposito di questo materiale:
... The documents appear to have been acquired illegally and contain all manner of private information and statements that were never intended for the public eye, so they won’t be posted here.
Mi chiedo: in cosa differisce quel materiale da quello che oggi è su tutte le prime pagine dei giornali compreso il NYT?

Date una occhiata ai due editoriali:
Private Climate Conversations on Display
A Note to Readers: The Decision to Publish Diplomatic Documents
Non so voi ma a me viene un vadavialcul.

P.S. All'inizio dell'editoriale sul Climategate hanno inserito un tentativo di spiegare il perché di questo diverso trattamento. Evidentemente non sono stato il solo ad aver notato la cosa.

Monday, November 29, 2010

Carramba, che sorpresa!

Nei commenti a questo vecchio post su London Alcatraz si parlava di nucleare iraniano e di una possibile risposta in proprio degli israeliani.

Io commentavo così, in risposta ad un altro commentatore:
La possibile azione in proprio di Isreaele non avverrebbe, a mio avviso, attraverso la distruzione degli impianti Iraniani. Questo non farebbe altro che ritardare la cosa e, per i motivi che hai detto, sarebbe molto complessa.
Penso, invece, che agirebbero sulle menti. Ogni progetto complesso ha bisogno di poche ma qualificate intelligenze che è molto difficile sostituire. Anche in un mondo come quello di oggi. Teoricamente qualunque paese ha le conoscenze e la tecnologia per costruire una bomba nucleare ma, oltre alla materia prima necessaria, occorre anche che queste conoscenze siano messe in atto e le menti in grado di farlo non sono molte.
...
Così, se devo pensare ad una azione da parte di Israele per fermare l'Iran, la prima che mi viene in mente è una serie di "incidenti" a ben precise persone.
Oggi leggo questo:
Attentato a Teheran, ucciso un fisico nucleare
Teheran, 29 nov. (Adnkronos/Dpa)
Due diversi ordigni sono esplosi a Teheran, provocando la morte di un professore universitario. Lo rende noto l'agenzia di stampa 'Fars' precisando che le bombe erano state lasciate sulle autovetture delle due vittime da uomini in motocicletta. L'agenzia accusa Israele e gli Stati Uniti di aver organizzato gli attentati. Le vittime sono due fisici nucleari.
...
Lo scorso 12 gennaio Massoud Mohammadi, docente universitario di fisica nucleare all'università di Teheran, era stato ucciso in un attentato realizzato con una bomba davanti alla sua casa di Gheytarieh, quartiere a nord della capitale iraniana.
Carramba, che sorpresa.

Thursday, November 18, 2010

Sera

Mettetevi comodi o cambiate canale perché questo non è un post come gli altri.

Questa sera non ho voglia di scrivere nascosto dietro la maschera di uno dei personaggi che sono solito usare. Quello che leggerete, e che non so ancora cosa sarà, sono io e ciò che mi passa per la mente. Ho come compagno un bicchiere di Glenfiddich invecchiato 18 anni e come colonna sonora la pioggia che batte sul vetro dell'abbaino.

So cosa state pensando, compagni di zingarate. Probabilmente se leggessi queste cose sul blog di qualcuno lo aggiungerei alla lista dei possibili bersagli. Ma non mi importa. Se non vi va di starmi a sentire, saltate questo post che tanto, dal prossimo, torno quello di sempre.

In realtà quello di sempre sono comunque io ma questa sera ho voglia di metterci la faccia. Penso di doverlo alle persone incredibili che ho conosciuto tramite questo mezzo e che non smettono mai di sorprendermi con la loro unicità.

La sera è un rituale che si svolge secondo un copione collaudato e mettere a letto le bimbe ne fa parte. Dovrebbe essere oramai una routine senza nulla di particolarmente emozionante ma non è così.

Metto a letto la piccola. Ha undici mesi ed è nata con il sole dentro e il sorriso incollato al visino. Mentre le canto la ninna preferita vedo i suoi grandi occhi neri chiudersi poco a poco e sento il suo respiro scivolare lentamente nel vellutato ritmo del sonno. Non resta molto altro da fare se non adagiare quel fagottino caldo nel suo lettino e sentirlo mugugnare mentre cerca la posizione migliore.

Poi viene il turno della grande. Mi sembra ieri che in sala parto ascoltavo il suo primo vagito ed ora ha quasi cinque anni. La velocità con cui cresce è incredibile e mi lascia con la lingua di fuori mentre cerco di arrancare per stare al suo fianco chiedendomi se siamo noi a correre o se non sia, piuttosto, il futuro che ci viene addosso.
Nonostante tutto, però, vuole ancora che il suo papà le racconti una fiaba. Quelle canoniche sono state fin troppo ripetute quindi non mi resta che esercitare la fantasia. Così finisce che, spesso, la fiaba venga inventata insieme e popolata da personaggi un po' strambi come il sempre ubriaco mago Merlot.

Vi chiederete il perché di un post come questo. Non lo so. Ma in questo momento penso che un uomo non possa chiedere nulla di più alla vita.

Tuesday, November 16, 2010

Ci vuole il fisico

Mariaaaa... hai sentito? La giornalista e scrittrice Charlotte Roche ha detto al presidente tedesco Wolff che va a letto con lui se blocca il nucleare.
Come dici?
Se l'ho mai vista bene? Aspetta...
Ma vadavialcul...

Friday, November 12, 2010

Amore ed escort

Maestro, cos'è l'amore?
E non mi risponda che sapere cos'è sia irrilevante perché io... io...
Ti vedo turbato, mio discepolo. Cosa ti succede?
Niente... è solo che Alina... Alina...
Alina cosa?
Troia.
Non osare pronunciare termini di questo tenore in mia presenza.
Ma anche lei...
Io sono un Maestro e padroneggio la potenza del termine sapendo in che contesto utilizzarlo. Dicevi di Alina, cosa ha fatto per indurti in questo stato?
Niente... lei...
Senti, se continui a iniziare le risposte con il termine "niente" ne deduco che non ti sia successo niente e Alina non ti abbia fatto niente quindi che il tuo stato sia, quantomeno, incoerente con la situazione.
Eh?
Incoerente con la situazione, cioè, per dirla in modo semplice, ingiustificato.
Beh, comunque le cose stanno così. Ieri dovevo far tardi per delle commissioni e le ho detto che non sarei rientrato prima delle dieci. Poi ho fatto più in fretta di quanto pensassi e, tutto contento, sono arrivato a casa alle otto e mezza. Ho aperto con le mie chiavi, posato il cappotto e... e...
E cosa?
E ho sentito un rumore.
Che genere di rumore?
Un cigolio. Ritmato. Io... io... lo conosco bene quel cigolio. Troia.
Credo di aver capito. E cosa hai fatto a quel punto?
E cosa voleva che facessi? Che salissi di sopra con una pistola e sparassi a lei e chi si stava scopando? Ho rimesso il cappotto e me ne sono andato.
Dove?
Beh, per un po' ho girato. Non sapevo dove andare, cosa fare. Poi, non so perché, mi sono trovato davanti a casa di Larissa. Ho suonato e lei mi ha aperto.
Troia.
Maestro, cosa...
Troia.
Non è come pensa... abbiamo solo parlato...
Troia.
Giuro, con lei non ho fatto nulla. Avevo solo bisogno del nuovo indirizzo di Lucrezia. Ha appena traslocato e non sapevo dove...
...krack...kabooom...rumble...
E vabbé, per un indirizzo... ma cosa fa? Nooo, lasci stare il premio... aiuto!
Perché invochi aiuto?
No, è che quando ha afferrato il premio ho pensato che...
I miei metodi di insegnamento non contemplano la sodomia punitiva. Piuttosto, quella sera hai poi incontrato anche Lucrezia?
No. Grazie alle indicazioni di Larissa sono stato a casa sua ma non c'era.
E non ti viene in mente dove avrebbe potuto essere?
No, perché? Dovrei saperlo?
Vedi, mio allievo, l'amore è quanto di più irrazionale esista al mondo. Conoscere cosa esso sia è irrilevante perché, quand'anche lo si potesse conoscere, non servirebbe a nulla. Nessuna teoria può ingabbiare l'irrazionalità perché se ciò fosse possibile, l'irrazionalità non sarebbe tale.
Mi sono perso. Cosa c'entra tutto ciò con Alina?
Sei proprio sicuro che giacesse con un uomo?
Certo. Beh, no. Non l'ho visto ma penso di si... insomma... credo...
Credi. Già. E Lucrezia non era in casa.
Ed è Alina che ha trovato casa a Lucrezia. Che stupido sono...
Non sei stupido, sei innamorato.
Già. Ma comunque Alina è una troia. E adesso cosa dico in giro? Gli amici mi prenderanno per il culo fino al ventitreesimo secolo.
Siccome ne sei innamorato chiamala escort.
Ma resta sempre una troia.
Certo, ma detto così sembra un mestiere e gli altri non ci troveranno nulla di male.
Lei ne sa una più del diavolo.

Saturday, November 6, 2010

Seni

Beh, si, insomma... tette!
Maestro, tutti i posti qui intorno sono pieni di tette, perché questo no?
E chi ti dice che non lo sia?
Ascolti, va bene che lei è un Maestro e io solo un allievo ma se qui ci fossero delle tette le assicuro che le avrei viste.
Appunto.
Appunto cosa?
Questo è un oscuro luogo, come pensi di vedere qualcosa?
Non vorrà tirar fuori ancora la storia del virtuale, vero? Perché le tette virtuali non funzionano. Si devono vedere e possibilmente palpare.
Appunto.
Ma... appunto che?
La spiegazione è già nelle tue stesse parole: le tette ci sono ma non puoi vederle perché questo è un oscuro luogo. Quanto al toccarle non è possibile poiché questo luogo si veicola solo per immagini.
Se ho capito bene qui sarebbe pieno di tette ma non le possiamo vedere perché è tutto nero né toccare perché internet non veicola il tatto.
Esatto. E la locuzione "veicola il tatto" dimostra che stai imparando.
Maestro, perché mi prende sempre per il culo?
Perché, come dice Uriel, c'è una comoda maniglia.
Mi pareva... aspetti, chi è Uriel?
Un Maestro.
Ed è stron... severo come lei?
Molto di più. Ma siamo profondamente diversi.
Perché?
Perché il suo luogo è chiaro, come il suo eloquio e il suo giudizio.
Quindi la le tette si vedono?
Beh... certo, è evidente.
Posso cambiare Maestro?
...krack...kabooom...rumble...
...krack...kabooom...rumble...
Scherzavo...

Monday, November 1, 2010

E se...

E' mattino presto a Palazzo Grazioli e Silvio Berlusconi si sta radendo. Lo specchio rimanda l'immagine di un uomo che egli stesso non vedeva da molto tempo.
L'Italia non lo sa ancora ma oggi sarà in scena per l'ultima volta.

O forse per la prima...

Ore 10:00, Palazzo Chigi, conferenza stampa del Presidente del Consiglio.
Grazie per essere venuti. Ho convocato questa conferenza stampa per comunicarvi alcune decisioni che ho preso.

Punto primo: avete vinto. Subito dopo questa conferenza stampa rassegnerò le mie dimissioni da Presidente del Consiglio e da ogni carica politica. Esse saranno irrevocabili e colgo l'occasione per ringraziare chi, nonostante tutto, mi ha votato nel corso degli anni.
Fermento in sala, incredulità, qualcuno incomincia a gioire dentro di sé.
Punto secondo: liberatomi da ogni impegno intendo dedicare il resto della mia esistenza a difendermi negli innumerevoli processi che mi sono stati intentati.
Una parte della sala, quella composta dagli osservatori più scaltri, piomba nel silenzio. Sanno che sta succedendo qualcosa e una vocina dice loro che non sarà piacevole.
Ovviamente, avendo come unico scopo della mia restante vita la difesa dalle accuse mossemi, intendo impiegare in essa tutti i mezzi a mia disposizione, a partire dall'intero mio patrimonio.
La vocina si fa più forte e una lama di gelo incomincia a scendere lungo alcune schiene.
Questo significa che mi avvarrò dei migliori avvocati esistenti al mondo, consulenti, periti ed informatori. In base alle loro competenze e qualora rilevino illeciti, abusi, errori, o semplici formalità errate nelle accuse e nei procedimenti a mio carico, provvederò a sporgere le dovute denunce...
Qualcuno incomincia a sudare.
... nei confronti dei responsabili siano essi magistrati, giornalisti, imprenditori, gruppi di potere o semplici cittadini. Altrettanto farò nei confronti di tutti gli attori dei processi dai quali risultassi assolto.
Inoltre preannuncio che intendo rendere noto ogni avvenimento, incontro o accadimento di cui abbia ancora memoria o del quale sia venuto a conoscenza affinché la magistratura possa procedere a vagliarne la rilevanza penale.
In sala c'è un silenzio tale da sentire la polvere che si deposita sui mobili. Tutti ricordano la famosa valigetta che Putin ha consegnato a Berlusconi.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Berlusconi lascia il podio e si avvia verso il Quirinale. I giornalisti sono impietriti. Nelle loro menti si accavallano le domande: "E' successo davvero?", "E adesso?", "Come reagirà il paese?"

Fuori dalla sala, in una remota località, un signore piccoletto con pochi capelli e un sorriso accattivante spegne il televisore, si affaccia alla finestra che dà sull'oceano e pensa:
E' così facile fregarli. Quel sosia mi sostituisce da più di dieci anni e nessuno che si sia accorto che ha il colore degli occhi sbagliato.

A cosa stai pensando, tesoro?

Niente di importante, Veronica. Solo mi piacerebbe sapere di quanto è aumentato negli ultimi dieci minuti il flusso negli scarichi dell'Italia che conta.

Sunday, October 31, 2010

Il Camillus

Commentando qua e là per la rete mi è capitato di accennare al mio Camillus e siccome alcuni mi hanno chiesto chi o cosa fosse ho deciso di scrivere questo post.

Il Camillus, nonostante il nome, non è un essere umano né un parroco della bassa emiliana. Si tratta dell'oggetto che vedete raffigurato qui a fianco e, sebbene sia per me un buon amico, non è propriamente colui con cui passare una serata di conversazione.

Per chi fosse interessato alla storia di questo coltello rimando a Wikipedia e alle innumerevoli pagine presenti in rete che ne trattano vita, morte e miracoli.

Per quanto mi riguarda il Camillus è stato ed è tuttora un compagno di avventure. Risiede silente nel mio comodino ma è sempre pronto ad uscirne per aiutarmi in una nuova esperienza o per ricordarmene una passata.

Dovete sapere che fin da bambino (intendo a partire da circa 4 anni) ho avuto la passione per i boschi e quello che oggi passa sotto il nome di trekking. Mio nonno mi portava con sé per brughiere, boscaglie, colline e montagne in un crescendo di avventure e scoperte che integravano in modo non convenzionale l'istruzione che ricevevo a scuola.

Il termine "non convenzionale" non è messo a caso: a 5 anni il nonno mi ha insegnato a lanciare il suo pugnale, tarando abilmente i giri e la forza in modo che si conficcasse di punta al variare della distanza del bersaglio. L'anno prima mi aveva costruito un arco ricurvo che rinnovava per aumentarne la forza al crescere della mia. Capite che non erano propriamente giochi...

Visto alla luce del pensiero mainstream di oggi che vede i bambini come esseri da tutelare al punto da tenerli costantemente sotto una campana di vetro e che, per questo, si stanno trasformando in una generazione di incapaci piagnoni capaci di smarrirsi anche nelle loro scarpe, probabilmente mio nonno sarebbe stato denunciato ed arrestato all'istante.

Io, invece, lo ricordo come una figura fondamentale per la mia crescita e gli sarò sempre grato per il tempo che ha saputo e voluto dedicarmi. Tempo che trova la sua evidenza in molto di ciò che sono come persona. Questo post è anche in suo ricordo perché dopodomani sarebbe stato il suo novantaquattresimo compleanno. Si, era nato il giorno dei morti e ci scherzava spesso soprattutto perché di nome faceva Mansueto.

Ma torniamo a noi ed al Camillus. L'esperienza fatta con il nonno e poi da solo mi ha sempre consigliato che per boschi e montagne non si va senza un buon coltello. Servono anche altre cose, ovviamente, ma la lama è una di queste. Così, nel tempo, ho selezionato i miei affilati compagni di avventura e il primo di essi è stato proprio il Camillus. Me ne sono innamorato vedendolo appeso allo spallaccio sinistro di un soldato in una foto su "Corpi d'elite" e mi sono detto: ecco quello che cerco. Ho avuto la fortuna di trovarlo e, da allora, mi accompagna in ogni escursione di un certo livello.

Il fatto che l'escursione debba essere "di un certo livello" è chiaramente perché non è che potete andare a fare una passeggiata nel parco con appeso alla cintura un oggetto del genere. Certo, esiste il paradosso che, se avete con voi una anguria, potete andare in spiaggia tra la gente con un coltello grande il triplo perdipiù acquistato in un supermercato e senza dover mostrare documenti. Ma tant'è, se devo fare qualcosa di leggero preferisco un oggetto meno evidente e, allo scopo, ho un ripiegabile Cold Steel che, pur non facendo scena, non è comunque una lama da poco.

Ecco qua, spero di aver soddisfatto la vostra curiosità e finisco con una osservazione: avere un buon coltello con sé e saperlo usare può essere utile molto più spesso di quanto possiate immaginare ma non pensate di poterlo usare come arma da difesa. Come ho già scritto nei miei post sulla difesa abitativa il coltello è l'ultima arma che insegnano ad usare nei corpi speciali proprio perché è la più difficile da usare.

E se lo è per un SEAL, immaginate per voi...

Friday, October 22, 2010

Auto blu

Ci sono cose che fatico a capire. Forse perché IO sono diversamente cretino o forse perché ESSE sono proprio cretine, boh... non so.

Comunque, la notizia è di ieri: il ministro Brunetta presenta a Senato e Camera il monitoraggio che ha disposto per effettuare il censimento delle cosiddette auto blu cioè le vetture che le varie amministrazioni hanno in dotazione.

Ora, a parte il fatto che già mi sembra assurdo che sia necessario fare un censimento visto che qualcuno le avrà comprate e, per inciso, questo qualcuno dovrebbe anche sapere a chi le ha date in uso, quello che stupisce è che:
Sono state invitate a partecipare 9.227 amministrazioni centrali e locali. Di queste hanno risposto in 5.570 (1.190 delle quali non hanno auto registrate al PRA).
Come? Scusi? Ho capito bene?

Il ministro competente invita le amministrazioni a fornirgli dei dati e il 40% di esse se ne frega e non risponde?

Chiunque abbia una attività in proprio, ma anche no, sa bene a cosa si va incontro se non si risponde alle richieste di uno degli enti statali o meno che abbiano diritto a fare tali richieste (e anche quando non ce l'hanno spesso è meglio rispondere...).

Brunetta, qualche calcio in culo ben assestato no?

Se, allo scopo, servissero piedi credo che ne troverebbe quanti ne vuole...

Saturday, October 9, 2010

Iran e Vaticano

Mariaaaa... alza un po' la radio che voglio sentire.
L'esigenza di "una stretta cooperazione" tra la Repubblica islamica dell'Iran e il Vaticano in difesa delle religioni monoteistiche contro il secolarismo che si diffonde nel mondo è stata sottolineata in un messaggio del presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, al Papa.
Ma vadavialcul...

P.S. non scherzo: è una notizia vera Ahmadinejad al Papa, difendiamo religione

Gli ignoranti

Maestro, come si conserva il sapere?
Tramandandolo attraverso l'insegnamento.
Quindi io sarei il suo backup?
Non esageriamo. Un backup è una copia completa dell'originale. In te c'è, forse, il contenuto del mio mignolo del piede.
Grazie, sempre molto gentile...
Non prendere per offese ciò che sono invece insegnamenti. Se non ti spronassi continuamente mettendoti di fronte alla tua ignoranza non avresti la costanza per continuare.
Invece così mi viene voglia di mandarla a...
Non ti permettere. Sai a cosa vai incontro se non completi il tuo ciclo di studi.
Si, si, lo so. Ma torniamo a noi: come è arrivato fino a lei il sapere?
Vedi, si tende a pensare che nel corso della storia la cultura sia additiva. Una nuova conoscenza si sommerebbe alle precedenti in un continuo che cresce sempre più. In realtà la conoscenza ha subito dei momenti di arresto se non veri e propri regressi.
Oh bella. Vuole dirmi che ad un tratto tutti si sono dimenticati di qualcosa che sapevano?
Beh, se ci pensi non è così sorprendente in società che tramandavano il sapere per via orale. O, in tempi più recenti, attraverso biblioteche uniche ed irripetibili. Quando una di queste andava a fuoco si perdeva tutto il sapere in essa custodito.
Caspita. E poi cosa succedeva?
Succedeva che si dovesse tornare da capo. A tal proposito vorrei raccontarti la storia di Jean Marie Default.
Chi?
Jean Marie Default, un matematico le cui teorie sono giunte ai nostri giorni in modo molto incompleto proprio perché l'abbazia in cui lavorò andò a fuoco dopo la sua morte causando la perdita di tutto il suo lavoro.
Sai che perdita...
Una grandissima perdita. Da quel poco che sappiamo aveva sviluppato la teoria della luna storta che, per le conoscenze dell'epoca, era assolutamente rivoluzionaria.
Ma di questo ti parlerò dopo. Dunque, devi sapere che Jean Marie Default era un Abate...
Coltivava pere?
A volte vorrei... lasciamo perdere. Dicevo, Jean Marie Default era l'Abate dell'abbazia di Quantum-Leap. L'abbazia sorgeva sulle terre di Lord Sinclair, un signorotto tracotante ma, a suo modo, geniale che spesso entrava in conflitto con padre Default. Questi conflitti, peraltro per questioni banali, divennero sempre più frequenti finché, un giorno, un frate osò dire che l'Abate era più ferrato di Lord Sinclair nel calcolo computazionale.
Esistevano già i computer?
Certo, e andavano a carbonella. Ti sembra una domanda intelligente? O vuoi dirmi che non ti ricordi cosa sia il calcolo computazionale?
No no, lo ricordo, lo ricordo... vada avanti, la prego...
Lord Sinclair si offese e assoldò un famigerato bandito dell'epoca affinché il giorno di Natale del 1024 k.b. uccidesse il figlio segreto dell'Abate, Vic, 20 anni proprio quel giorno.
Urca, e poi?
Di tale bandito, che si faceva chiamare Spectrum, si conosce poco. Si sa, invece, con certezza che a salvare il figliolo fu l'intervento della madre, Lady Ada Lovelace, che, con la sua avvenenza, riuscì a conquistare la fiducia e i servigi del vecchio Commodoro di corte.
C'è pure il Commodoro...
Esatto. Nonostante i suoi 64 anni, il Commodoro riunì la sua vecchia ciurma, i Nerds di Cupertino, e, grazie al loro aiuto, liberò il giovane Vic.
Figo... e come è finita?
É finita che, dopo un po' di tempo, arrivò il Signore dei Cancelli e tutto cambiò. Se per il meglio o per il peggio, non lo si è capito nemmeno oggi ma si sa che la ciurma del Commodoro si trovò un nuovo capo, un tizio anche lui di Cupertino famoso per aver addentato una mela a strisce.
Newton...
Newton?
Si, quello che... ah no. Ha ragione, Newton è quello a cui cadde in testa.
Comunque, come dicevo, tempo dopo la morte di Jean Marie Default l'abbazia andò a fuoco e con essa tutti i manoscritti dell'Abate. Si credeva di aver perso tutto il suo lavoro, compresa la famosa teoria della luna storta.
Invece?
Invece, un matematico rivale dell'Abate, di nome Erik Setup, aveva una copia privata di alcuni dei suoi scritti su cui stava lavorando per confutarne le tesi. Con l'aiuto fondamentale di una archivista francese, Madame De Recovery, riuscì a riportare alla luce parte del lavoro di Default che ora è conservato presso il museo Ultrium di Ulm.
C'è anche la famosa teoria?
Esattamente.
E di cosa tratta? Sono curioso...
La formulazione non è completa ma pare fosse uno dei primi tentativi per trovare una spiegazione al fatto che, mano a mano che la luna passa dalla fase piena a quella nuova, oltre a diventare una falce si inclini.
Si inclina?
Quando la luna non è piena la punta superiore è allineata con quella inferiore?
Beh, no. Accidenti non ci avevo mai fatto caso...
Appunto. Inoltre questa teoria sembra sia alla base del detto usato ancora oggi per indicare una persona di malumore. Non si dice forse che "ha la luna storta"?
È vero, ma cosa c'entra l'Abate e la sua teoria?
All'epoca la notte era buia non essendoci altra fonte di luce che lanterne, torce e fuochi. Viaggiare o lavorare di notte era difficile. Quando la luna era piena, però, si poteva contare su questa fonte luminosa che rendeva il tutto più facile. Ovviamente, mano a mano che la luna usciva dalla fase piena, tale luce veniva meno e questo non piaceva alla gente che diventava di malumore. Da qui la "luna storta".
Ohhh... questa è una delle sue migliori lezioni.
La vera lezione la imparerai quando andrai in camera tua e farai alcune ricerche sui personaggi di questa storia.
Sento che c'è la fregatura...
Esatto. Scoprirai quanto è facile darla a bere agli ignoranti e quanto pericoloso sia esserlo.
Lo sapevo... mi ha preso per il culo un'altra volta.

P.S. grazie a Uriel per aver inventato il matematico Jean Marie Default.

Tuesday, October 5, 2010

Sputnik

Italia, 1957, tinello.

Mariaaaa... picchia un po' contro il muro dei vicini che è da ieri che rompono i coglioni con sto bip-bip.
Come dici?
Sono i russi che hanno spedito in orbita un satellite? Lo sputnik? Pure li vanno a rompere i coglioni?
Ma vadavialcul...

Monday, September 27, 2010

Gli ignorabili

Buongiorno Maestro e scusi il ritard... Nooo, il... il...
Il premio.
Ma allora non scherzava.
Ti sembro un tipo che scherza? In una cerimonia ufficiale poi?
Beh, però non è che quello li sia proprio come l'Oscar...
Solo perché non è dorato?
Non intendevo questo. Insomma... è un cazzone nero!
Esatto. Ma il suo aspetto è irrilevante.
Conosco donne che non lo definirebbero proprio in quel modo...
Dovrò esercitare tutta la mia pazienza per sorvolare le tue pochezze.
L'aspetto è irrilevante perché ciò che conta sono le motivazioni del premio e non l'oggetto che lo rappresenta. Che sia una medaglia, una coppa o un membro non ha rilevanza alcuna.
Coppa e membro... bella questa!
Non mettermi in bocca pensieri che non mi appartengono.
Va bene, ho capito. Piuttosto: ha sentito che ci sono dei tizi che si sono incazzati perché abbiamo vinto noi?
Le cose non stanno proprio così. Si sono adirati perché il nostro premio assomiglia al loro e dicono che questo potrebbe generare dileggio e confusione.
Mah... non mi sembra che l'abbiano presa così alla leggera. Dicono che gli abbiamo dichiarato guerra. A proposito: cosa significa che il nostro premio assomiglia al loro?
Non sicuramente quello che stai pensando.
Adesso mi legge anche nel pensiero?
Non ci vuole molto.
Si, in effetti stavo pensando a qualcosa che assomigli al caz...
Smettila di chiamarlo in quel modo volgare.
Obbedisco, Maestro. Cosa possiamo fare?
Nulla.
Come "nulla"? Dicono che vogliono vendicarsi...
La violenza non è di questo mondo.
Vuole dire che all'altro mondo si menano?
Voglio dire che in un mondo virtuale fatto solo di parole la violenza può essere solo verbale. Ma essa ha un limite preciso che è il ridicolo. E le armi più potenti sono la goliardia, la risata grassa e lo "Embeh?" (© Uriel)
Cioè, se ho capito bene, la nostra risposta sarà prenderli per il culo e ignorarli?
No. Ci basterà ignorarli. A, come dici tu, prendersi per il culo ci penseranno da soli. E non se ne accorgeranno.
Forte... non facciamo un cacchio eppure li distruggiamo.
Non credere che sarà facile. Ignorare e far finta di nulla non è affatto una cosa semplice ed indolore.
Perdoni, Maestro, ma mi sembra che stia esagerando. In fin dei conti io sono un esperto nel non far nulla.
Alina è una troia.
Come si permette! Io...
Visto?
Mi ha fregato...
Come sempre. Del resto sono il Maestro.
Ti pareva... era un po' che non me lo diceva.
Ora torna in camera tua e rifletti sulla tua capacità di ignorare ciò che ti circonda.
Maestro, non potrei rimandare questo compito ad un altro giorno?
E per quale motivo?
Beh... oggi...
Oggi cosa?
Lucrezia viene a darmi lezioni di cucina ed è difficile ignorare il suo cul...
Troia.
Pure lei?
Lei e sua madre.
Maestro! Non mi ha appena insegnato che occorre ignorare...
...krack...kabooom...rumble...
...krack...kabooom...rumble...
Va bene, va bene, me ne vado...

Saturday, September 25, 2010

Il premio

Maestro, cosa ci facciamo qui?
Dobbiamo ritirare un premio.
Sarebbe quello li, sul tavolo della giuria?
Esatto. Solo che quello non è un tavolo e la giuria non c'è.
Come sarebbe non c'è la giuria? E poi quello è un tavolo, lo vedo benissimo.
Il tavolo non esiste perché questo luogo è virtuale. È la tua mente limitata che, non avendo il grado di astrazione necessario, semplifica le cose materializzando ciò che materia non è.
Si, certo, e magari il premio non è un cazzone nero...
No. Il premio è proprio quello.
Gentili...
Non giudicare ciò che non conosci. Il Nerchianera Award è un premio molto ambito.
Immagino... soprattutto dalle donne.
Farò finta di non aver sentito l'idiozia che hai detto. Dicevo che è molto ambito perché non viene vinto da cani e porci né da coloro che sono usi blandire i giudici.
I leccaculo...
Beh, diciamo che si possono definire anche così.
Ma se non c'è giuria, chi stabilisce il vincitore?
Qui sta la grandezza del premio: lo vince chi partecipa.
La grandezza del premio è evidente... Ehi ma allora, essendo qui, posso vincerlo anche io.
Tu sturmi e dranghi?
Eh?
Ripeto, tu sturmi e dranghi?
Maestro, non capisco.
Per questo non hai vinto il premio.
Lo sapevo, mai che riesca a vincere qualcosa. Ehi, guardi quella che tette!
Non sono uso guardare particolari anatomici nelle persone ma devo riconoscere che la Lucarelli è decisamente dotata. Tira dentro la lingua che sembri un cane accaldato.
Mi perdoni. Senta ma se non c'è la giuria chi ci chiama sul palco per ritirare il premio?
Il conduttore.
E chi sarebbe?
Non c'è.
Come non c'è? Mi prende per il culo?
No. Così come il premio viene vinto da tutti coloro che partecipano senza che una giuria lo assegni loro, altrettanto viene ritirato senza che un conduttore glielo porga.
Ci sono: è un premio anarchico!
Non dire sciocchezze. Solo chi sturma e dranga lo può ricevere.
Scusi, lo avevo scordato.
Vieni, tocca a noi.
E lei come fa a saperlo?
Io sturmo e drango.
Aaah, adesso è chiaro...
Muoviti. E lascia parlare me.
Ma a chi parla se non c'è nessuno?
A tutti i presenti che, come il tavolo, sono virtuali e quindi tu non puoi vedere.
Oggi la lezione è veramente dura...
Signore e signori, nel ritirare questo ambito premio non posso non sottolineare quanto esso sia frutto di anni di lavoro, studio e meditazione. Il poter essere oggi qui ad assaporare la vostra simpatia, la vostra allegria e la vostra commovente umanità è premio e gratificazione immensa...
Che paraculo...
... Ringrazio tutti i presenti per aver contribuito a creare questo luogo attraverso quella partecipazione, fantasia e libertà intellettuale che pervade ed è caratteristica solo di chi vale veramente...
Paraculo al quadrato...
... Ritiro con gioia immensa il premio che provvederò ad esporre nel luogo che più mi è caro e nel quale esercito la mia attività: l'aula in cui insegno.
Nooo, un cazzone nero in aula no, la prego. Maledizione, il premio non poteva essere un busto in bronzo della Lucarelli?
... Nella speranza che altri possano conseguire quel successo che questo premio mi consacra, vi ringrazio sentitamente e vi auguro di poter raggiungere ogni vostro obiettivo.
Adesso non mi dirà che l'hanno applaudita...
Certo, non hai sentito?
Mi faccia indovinare: anche l'applauso era virtuale.
Esatto.
E adesso che facciamo?
Torniamo a casa. La cerimonia è finita.
Suppongo che lo abbia capito dal fatto che non c'è più nessuno.
Esatto. Ma sento una sottile vena di sarcasmo nella tua voce. Comunque prendi il premio che andiamo.
Io?
Certo. Ti pare che un Maestro possa andare in giro con il simulacro di un membro in mano?
Ma...
Niente ma. E cammina che Lucrezia deve aver già messo in tavola.
Che lezione del cazzo...

Il premio Nerchianera Award

Tuesday, September 21, 2010

Ciao Sandra...

... con te se ne va un altro pezzo della mia infanzia.

Grazie per quelle serate trascorse in famiglia a guardare te e Raimondo fingere di litigare e farlo talmente bene da essere specchio di una Italia forse passata ma non trascorsa.

Salutami Raimondo che, me lo vedo, ti accoglierà con il giornale in mano e una battuta del tipo: "Anche tu qui?"

Monday, September 20, 2010

DNA

Sono sempre più convinto che nel DNA sia scritto tutto e che certi comportamenti siano immutabili perché definiti da questa sorta di firmware ancestrale.

Faccio un esempio e non me ne vogliano le gentili signore che leggono questo blog.

Sia data una qualsiasi apparecchiatura che necessiti di alimentazione elettrica e presenti, a tal scopo, un cavo con una spina. Come scoprire in modo assolutamente certo che tale oggetto è in uso ad una persona di sesso femminile?

Facile: è sufficiente sospenderla nel vuoto tenendola per la spina. Se inizia a ruotare vorticosamente a causa del cavo attorcigliato la risposta è si.

P.S. ogni riferimento alle condizioni del cavo del phon o di quello della cornetta del telefono fisso è puramente voluto.

Wednesday, September 15, 2010

De gustibus

Maestro, quando abbiamo parlato di bellezza avevate detto che è nell'occhio di chi guarda. Devo dedurre che anche i gusti sono personali?
Certamente. Il gusto altro non è che l'assaporare la bellezza.
Beh, però i fagioli con le cotiche sono buoni mica belli...
Perché la tua mente ancora limitata non riesce a percepire la bellezza come insieme di sensazioni. Essa distingue ancora ciò che i tuoi sensi ti riportano, attribuendo ad ognuno di questi segnali un valore che puoi discriminare. Così tu senti il buono del cibo e osservi la bruttezza del suo apparire considerandoli, però, separatamente.
Non ho capito. Mi sta dicendo che questo è indice di una mente limitata? A me sembra il contrario. Cioè, riesco a distinguere più cose...
... ma perdi l'essenza dell'insieme che è più della somma dei suoi elementi.
Cosa intende dire?
Un cibo particolarmente ributtante alla vista lo assaggeresti?
Beh, probabilmente no.
E come faresti, in questo caso, a sapere che il sapore non sia tale da darti una esperienza nell'insieme gradevole? In fin dei conti anche i fagioli con le cotiche hai detto che non sono di bell'aspetto ma li mangi.
Ha ragione ma, in questo caso, qualcuno mi ha detto che sono buoni.
Il critico.
Chi?
Il critico.
Cosa c'entra un critico?
Vedi, c'è una figura umana il cui mestiere è stabilire se una cosa sia bella o brutta, buona o cattiva. Il critico, appunto.
Mai conosciuto uno, giuro.
Sei sicuro? Chi ti ha detto che i fagioli con le cotiche sono buoni e, con la sua autorevolezza, ti ha spinto ad assaggiarli nonostante il loro aspetto?
Mio padre, ma...
... ma non era un critico. Lo so benissimo. E lo so perché mancava di due caratteristiche essenziali per esserlo: il farlo di mestiere e il considerarti un essere inferiore se non concordi con lui. In questo il critico si distingue dal semplice esperto che ti consiglia.
Vediamo se ho capito: il critico è uno a cui piacciono i fagioli con le cotiche e pensa che debbano piacere a tutti.
Esatto.
Quindi se al critico non piacciono i nervetti con le cipolle, io non dovrei mangiarli perché mi dovrebbero fare schifo.
Esatto. Per inciso, mangi solo di queste cose?
Sarà buono quello che mangia lei... a proposito, cosa mangia un Maestro?
Cosa io mangi è irrilevante.
Lo supponevo... me lo farò dire dalla cuoca.
La conosci?
Beh, si... certo... a volte vado a lezione di cucina a casa sua.
Troia.
Questa parola la devo avere già sentita...
La lezione è finita. Medita su quanto hai imparato e ricorda che la bellezza e tutto ciò che con essa ha a che fare non può essere giudicata se non dal fruitore.
Vale anche per il comportamento delle persone... magari non sono tutte troie... Lucrezia, in fondo, è una cuoca sebbene...
...krack...kabooom...rumble...
...krack...kabooom...rumble...
Ok, ok, la lezione è finita...

Thursday, September 9, 2010

Bella da morire

Maestro, cos'è la bellezza?
Conoscere cosa essa sia è irrilevante.
Lo sapevo... beh, però conoscere Megan Fox non sarebbe così irrilevante...
Intendevo "conoscere" nell'accezione di "sapere" non di "frequentare".
Per inciso, sei sicuro che la frase che hai appena enunciato piacerebbe ad Alina?
Cosa c'entra... Alina è Alina ma Megan Fox...
... è Megan Fox. Continuando: io sono io, tu sei tu, lui è lui e loro sono loro. Vuoi andare avanti molto prima di capire la sciocchezza che hai detto?
Non intendevo in quel senso...
Appunto. Ciò che intendevi non è coerente con il tuo pensiero passato. Non avevi forse detto "Alina è come Megan Fox con il seno della Bellucci"?
In raltà avevo detto "tette"... vedo che se lo ricorda, però.
Io non dimentico mai nulla.
Come gli elefanti...
Farò finta di non aver sentito il tuo accostamento della mia persona ad un pachiderma.
Era solo un paragone... ma torniamo alla bellezza. Perché sarebbe irrilevante?
Non ho detto che sia irrilevante la bellezza, ma che sia irrilevante conoscere cosa essa sia.
Siamo alle solite...
Se così non fosse tu non saresti un allievo ma un Maestro.
Grazie.
Prego. Il punto è che la bellezza si gode ma non si spiega. Essendo essa nell'occhio di chi guarda non esiste risposta alla domanda "cosa essa sia" perché tale "cosa" sarebbe diversa per ognuno di noi.
Cio che è bellissimo per te potrebbe non esserlo per me...
Su questo posso concordare...
...e ciò che è bellissimo per me potrebbe non esserlo per te.
Di questo sono certo.
Bada che la certezza è l'anticamera della morte.
Eee, la péppa, come siamo macabri.
Non è essere macabri. Ricorda che l'unica cosa certa della vita umana è la morte ed essa inizia nel momento in cui si hanno troppe certezze.
Come sarebbe "l'unica cosa certa"? E tutto quello che lei mi ha insegnato?
Non confondere il sapere con le certezze. Sapere è curiosità non certezza. Ciò che oggi è certo domani potrebbe non esserlo più e rivelarsi falso. Ma solo agli occhi di chi avrà la forza di mettere sempre tutto in discussione e non dare nulla per scontato.
Quindi, se ho capito bene, quando sarò un Maestro dovrò tornare da capo perché ciò che avrò imparato potrebbe essere tutto falso?
Esatto.
Ma allora lei... lei...
Se stai traendo la conclusione che siamo entrambi allievi ti avverto che prima di arrivare a dirlo devi diventare maestro almeno una volta. E se stai pensando quello che credo, questo non avverà mai.
Beh, "mai"... le certezze non esistono, lo ha detto lei...
Vero. Ma esiste anche la probabilità che un evento accada e nel tuo caso...
Torniamo al discorso sulla morte...
La morte è l'unica certezza nella vita umana. Ricorda: non tutto ciò che deve averlo ha inizio, ma tutto ciò che ha inizio sicuramente ha fine. Quindi la fine è l'unica cosa certa di ciò che ha un inizio.
Ahem...
Senti... io non sono contrario alla masturbazione maschile ma non potresti aspettare di essere in bagno prima di dare sfogo a certe pratiche?
No, Maestro, sto solo facendo gli scongiuri.
Li fai sempre così elaborati?
Ma saranno cavoli miei? E poi, lei non ha un altro posto dove guardare?
L'occhio cade dove l'interesse si accende. E l'interesse è curiosità. E la curiosità è la via del sapere.
Orpo, lei ha appena sdoganato i guardoni...
...krack...kabooom...rumble...
...krack...kabooom...rumble...
Va bene, va bene, me ne vado...

Tuesday, September 7, 2010

Polifemo è fregato

In altre parole due occhi vedono meglio di uno.

Prendo spunto da una cosetta da nulla generata da questo post di Yoss per parlare ancora di analisi delle informazioni e senno di poi.

Nel post, che vi invito a leggere soprattutto se siete appassionati di storia, si parla del piccolo esercito mandato dagli inglesi in Francia a supporto delle sue difese contro l'avanzata dei crucchi. Da notare che la cosa era resa possibile dalla stipula dell'Entente Cordiale con il quale, nel 1904, si poneva fine a quasi un millennio di guerre fra le due nazioni.

Al comando di tale esercito era il Field Marshal Sir John French.

Quando ho letto il post la prima cosa che mi è balzata all'occhio è stata il fine umorismo britannico: dopo mille anni di guerra e una storica pace mandano in Francia delle truppe a difesa dei francesi stessi e da chi le fanno comandare?

Da uno che si chiama French.

Dopo aver riso come un cretino, l'ho scritto in un commento a Yoss e lui mi risponde che non ci aveva fatto caso.

Questa è la classica situazione in cui l'intelligentone di turno che leggesse il post e i commenti direbbe: "Come ha fatto Yoss a non farci caso? Era così evidente..."

Bravooooooo, hai vinto la bambola!
Sono capaci tutti di vedere l'evidenza dopo che qualcuno te la ha evidenziata.

Quello che emerge da questa storia è la dimostrazione che l'analisi delle informazioni non può e non deve esaurirsi in un semplice processo di affinamento ma deve prevedere dei momenti in cui si riprendono i dati grezzi, li si mette in mano ad un nuovo attore all'oscuro di tutto e lo si fa cominciare da capo.

Il motivo è evidente: come ho già detto in passato il contesto informativo è unico, non riproducibile e personale. La stessa situazione e le stesse informazioni portano ad analisi diversissime se date ad attori diversi. A patto, però, che tali attori non siano in contatto tra loro.

Quando si tende a valutare negativamente le conclusioni tratte in passato da un set di informazioni occorre tenere presente questo: non sempre si ha il tempo o i mezzi o semplicemente una diversificazione di analisti sufficiente a soddisfare il motto "due paia di occhi vedono meglio di uno".

Quello che ci appare ovvio è spesso dovuto al fatto che, più semplicemente, siamo in un contesto informativo diverso. Di fatto siamo una persona diversa che, pur agendo sugli stessi dati, giunge a conclusioni diverse evidenziando cose diverse.

Da notare che se al nuovo attore consegno solo i dati grezzi, quello che ottengo è una analisi diversa. Se lo metto a conoscenza anche dell'analisi fatta da altri, ottengo solo un affinamento di questa.

In conclusione non mi stupisce che ciò che a me è apparso ovvio non lo sia stato per Yoss che, conoscendo la cura con cui prepara i suoi posts, ci sarà passato davanti molte volte. È una cosa normale e fisiologica. Solo che è spesso sottovalutata perché i posteri tendono ad attribuire un eventuale errore di analisi alle capacità dell'analista e non al vero responsabile che è la mancata diversificazione e separazione degli attori analizzanti.

Certo che i Francesi... non avevano un ufficiale di nome, che so, Maurice Englandér?

Monday, September 6, 2010

Manifesto Sturmo & Drango

Questo blog si riconosce nel e sottoscrive il manifesto Sturmo & Drango che viene integralmente riportato qui di seguito.

Se vi va bene è così, se non vi va bene è così lo stesso.

Manifesto Sturmo & Drango
Estensore del manifesto Uriel Fanelli
  1. Noi vogliamo cantare l'amore per la birra, l'abitudine alla taverna ed al rock'n'roll.
  2. Lo sfottimento, la pernacchia, la zingarata saranno elementi essenziali della nostra prosa, ma anche no.
  3. La blogsfera esaltò sinora la farloccaggine chiccosa, la posa modaiola e il politicamente corretto. Noi vogliamo esaltare lo sfottimento dissacrante, il rifiuto della serietà, del calpestare il rispetto dovuto, del violare i limiti della decenza, la mancanza totale di rispetto verso le cose dette importanti e considerate serie. Noi spingeremo fino all'assoluto il pericoloso balzo in avanti. Qualsiasi cosa voglia dire. Però suona bene, cazzo.
  4. Noi gridiamo ai teorici della complessità che il mondo è nero oppure bianco. E del bianco non ci siamo mai fidati tanto, a volerla dire tutta. Perché si.
  5. Noi affermiamo che la magnificenza di internet si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della NERCHIA. Quando è in gioco la dignità dei popoli, quando sono in pericolo i diritti di ognuno di noi, quando viene calpestato il rispetto per la donna, quando i diritti delle minoranze sono violati, quando lo spettro della dittatura fa ombra ai più alti ideali di democrazia, EBBENE, è tempo che gli uomini giusti si uniscano e si siedano sul divano, a guardare la partita. Un rutto all'odore di birra e patatine è più bello della lotta per la Palestina.
  6. I polli attraversano la strada, e continueranno a farlo. Fatevene una ragione, che a noi scappa da ridere.
  7. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, fermo al semaforo, a scaccolarsi il naso; rifiutiamo la complessità e ridiamo della visuale più ampia. Ma anche no. Ma chi se ne fotte, alla fine?
  8. Bisogna che il blogger si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali, come le tette, la birra, la musica a palla e LA NERCHIA. Sia detto che se il volume della musica è troppo alto, sei troppo vecchio.
  9. Noi salutiamo i destini immorali della Patria.
  10. Non v'è più bellezza se non nella presa per il culo. Nessuna opera che non abbia un carattere goliardico può essere un capolavoro. La blogsfera deve essere concepita come una violenta sega di fronte alle finaliste di Miss Italia, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo; essa va forgiata come una violentissima presa per i fondelli verso tutto ciò che è detto serio ed importante, come un continuo sfottò verso i nobili ideali sbandierati come mutande stese ad asciugare su un balcone di Napoli.
  11. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli! ... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se non abbiamo ancora ingranato la retromarcia? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri, la famiglia ringrazia sentitamente. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché i valori più assoluti prendiamo per il culo; non c'è niente di così sacro al mondo che non possa e non debba essere deriso, non c'è valore così alto da non doversi bullare di chi se ne fa bandiera, non c'è persona seria che non meriti di essere trattata da buffone, non c'è verginità che non meriti un linguaggio da bordello. I più grandi intellettuali del mondo non valgono quanto l'ultima puttana del porto di Brest, i mostri sacri non arrivano alla solenne dignità dello scarafaggio nel suo incedere titanico dentro il maestoso sifone nel lavandino della storia.
  12. La storia non ci interessa perche' noi non c'eravamo.
  13. Noi vogliamo glorificare la sana scopata - sola igiene del mondo - la serata in pizzeria, il bar dello sport, il gesto distruttore della bestemmia, le belle idee per cui ci si fanno le seghe e il disprezzo per la correttezza.
  14. Se qualcuno ti prende per il culo, magari c'è una comoda maniglia.
  15. Noi vogliamo distruggere la serietà, l'importanza, il rispetto dovuto, e combattere contro il moralismo, il femminismo, il complottismo, il partitismo, e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria. Noi affermiamo che il rutto e la scorreggia sono il vero motore della storia.
  16. Noi enunciamo di fronte al mondo che se un argomento è detto serio, allora è degno di essere deriso. Noi enunciamo di fronte al mondo che le cose dette importanti sono le più futili, che i diritti acquisiti sono fatti per essere persi, che il rispetto dovuto è un'invenzione, che il politicamente corretto è solo viltà e conformismo, che i popoli oppressi sono anche un po' coglioni, che i malvagi oppressori hanno ragione a volte quando non sempre, che la vittima è anche colpevole, che del morto si può parlar male.
  17. "Se famo du spaghi" è lo slogan più alto mai udito dall'umanità.
  18. Noi gridiamo in faccia ai grandi vescovi di ogni religione, come ai grandi maestri dell'ateismo, che l'uomo non solo discende dalla scimmia ma tende spontaneamente al maiale. Ci bulliamo della loro pretesa di essere depositari della verità, ben sapendo che essa si trova sul fondo di ogni bicchiere di birra, per la precisione il prossimo, e non su ridicoli libri scritti da penosi pecorai del deserto, poco meno ignoranti delle bestie che pascolavano.
  19. Noi deridiamo i cori angelici e tiriamo la barba al profeta, noi rifiutiamo il noioso paradiso come le settantotto vergini, noi enunciamo che il martire è una carcassa come tante ed il santo è solo un fallito qualsiasi. Niente è sacro quanto il paginone centrale di Playboy, Amen.
  20. Tutti coloro che sottoscrivono il Manifesto dello Sturmo&Drango sono Capi dello Sturmo & Drango; al Capo ci si rivolge con l'appellativo di "Titanico Capo".
  21. Noi proclamiamo solennemente che il sacro esiste per essere profanato, che lo sdegno è una posa ridicola che richiede accoglienza di sonore scorregge, che l'indignazione merita come sola risposta il rutto, che lo scandalo non è altro che eccitazione per conto terzi. Nella zingarata è la più alta espressione della razza, intesa come quel pesce stupido che attraversò la strada ai brontosauri 300 milioni di anni fa, da cui la forma.
  22. Se non ti piace quello che ho cucinato, vai nella fottuta cucina e muovi le manine, idiota.

Tuesday, August 31, 2010

I duellanti

Qui a lato trovate il link a due blog. Non sono blog qualsiasi anche se non ho alcuna intenzione di etichettarne gli autori come blogstar, termine che mi suscita sentimenti simili alla pellagra.

London Alcatraz e Wolfstep sono la magione di Yossarian e Uriel. Due tipi che più diversi non potrebbero essere ma che, allo stesso tempo, se fossero più vicini si fonderebbero all'istante.

La loro capacità di suscitare interesse trattando dei più svariati argomenti in modo spesso non convenzionale e totalmente diverso da quello che troviamo sui media mainstream è fonte di goduria e arricchimento intellettuale che ha, a mio avviso, pochi uguali nella rete.

Il massimo si ha quando duellano su di uno stesso argomento partendo dalle opposte mentalità che si trovano ad avere, vuoi per percorso formativo, vuoi perché nello scegliere lo stesso e nel successivo lavoro hanno assecondato la loro predisposizione mentale.

Se a questo aggiungete che rifuggono dal pensiero sbroc mainstream, dal facile luogo comune e dal politically correct capite che vale la pena leggerli anche se dovessero scrivere di cucito.

Tutto questo per dirvi che non è da perdere assolutamente la loro ultima tenzone, innescata da questo post di Yossarian su London Alcatraz a cui ha risposto Uriel su Wolfstep con il post "Minaccia" (Uriel non ama che vengano linkati direttamente i suoi posts).

Il thread che ne risulta e a cui partecipano altri autori di valore (ad esempio Dott. Falecius) è un piccolo trattato che meriterebbe di stare su di un grande giornale.
Ma, come ho scritto nel mio commento al post di Yoss, non essendocene alcuno nel nostro paese meglio che resti qui per il nostro godimento.

Quindi prendete birra e patatine e buona lettura.

Quanto a me non sono intervenuto perché non ho nulla da aggiungere alle loro disquisizioni né ho le competenze necessarie a stabilire chi sia più nel giusto, stante il fatto che credo abbiano ragione entrambi.

Dopo questa affermazione molto democristiana vorrei però sottolineare una cosa che, trattando spesso di "informazioni", mi sta molto a cuore.

Ogni ricostruzione storica tesa a valutare e giudicare la validità delle scelte fatte sul campo dagli attori dell'epoca è sicuramente interessante ed apprezzabile ma soffre di un problema che ne mina in parte la fondatezza: il contesto informativo è, giocoforza, diverso.

Per contesto informativo intendo l'insieme delle informazioni, la loro affidabilità e grado di certezza, la mentalità del decisore e le pressioni ambientali esterne.

Lo storico che si mettesse nei panni del personaggio dell'epoca e cercasse la risposta alla domanda: "nelle sue condizioni, cosa avrei fatto?" troverebbe, a mio avviso, una risposta nettamente diversa a quella che lui stesso avrebbe dato se fosse stato realmente il decisore dell'epoca.

Il fatto è che, come ben noto a chi si occupa di analizzare la correttezza di decisioni prese nel passato allo scopo di migliorare gli stessi processi decisionali, il contesto informativo non è riproducibile.

Non lo è perché il decisore di oggi ha in più, rispetto all'originale, la conoscenza non solo delle informazioni sue ma anche di quelle della controparte, nonché dell'esito di una delle scelte a sua disposizione e, soprattutto, ha la possibilità di eliminare l'incertezza dalle informazioni stesse.

Per quanto un decisore odierno si sforzi di ignorare queste informazioni in più rispetto all'originale non ritengo possibile che non possa esserne influenzato e guidato verso una soluzione che oggi appare ovvia ma che nel contesto informativo originale poteva non esserlo.

A tutto questo dobbiamo poi aggiungere le pressioni ambientali e la diversa mentalità del decisore.

Le pressioni ambientali si traducono generalmente nell'avere poco tempo per prendere una decisione. Lo storico può analizzare una situazione per mesi e anni, simulare varie possibilità, scrivere un paper e ricevere i rewiews di una intera comunità accademica e poi... sbottare dicendo che tal dei tali era un cretino.
Mi pare di sentirlo il generale dell'epoca: "Grazie al cazzo, se avevo le tue informazioni, i tuoi consulenti, le spie che mi dicevano con certezza cosa aveva e faceva il nemico e un paio di anni per prendere la decisione ci arrivavo anch'io".

La diversa mentalità del decisore è invece figlia dell'evoluzione dei costrutti socio culturali e dell'influenza che questi hanno nel nostro processo decisionale. Ogni epoca ha i suoi tabù, la sua forma di politically correct, il suo pensiero mainstream, i suoi vincoli culturali e, per usare un termine introdotto da Dott. Falecius nella discussione tra Yoss e Uriel, i suoi "costi morali" delle decisioni. Difficile pensare che tutto questo non abbia influenza su un processo decisionale e ancora più difficile pensare che sia riproducibile.

Per concludere non vorrei essere frainteso: tutto questo non inficia la bontà e la necessità delle analisi a posteriori ma occorre tenerne conto qualora lo scopo di tali analisi sia quello di evitare il ripetersi di errori decisionali.

Wednesday, August 25, 2010

Il tempo

Maestro, cos'è il tempo?
Intendi quello atmosferico o, per restare su di un piano che sei in grado di comprendere, quello che si misura con l'orologio?
Intendo quello dell'orologio.
Conoscere cosa esso sia è irrilevante.
Beh, mi scusi, ma se ogni cosa che le chiedo di conoscere è irrilevante cosa ci faccio qui?
Impari.
Imparo cosa?
Che ci sono cose rilevanti ed altre no. E, spesso, quelle che si notano di più sono quelle irrilevanti.
Sono confuso. Come si fa a dire che il tempo sia irrilevante?
Infatti non l'ho detto. Ho detto che è irrilevante conoscere cosa esso sia.
Ora si che ho capito...
Sento una sottile vena di sarcasmo nella tua voce, potrei adirarmi per questo...
No, la prego Maestro. Mi illumini con la sua saggezza.
Dunque: conoscere cosa sia il tempo è irrilevante perché ciò che è rilevante è ciò che fai mentre scorre. Se non stai facendo nulla, che passino cinque minuti o tre ore non ha rilevanza. Solo se stai facendo qualcosa percepisci l'esistenza di questa variabile.
Però quando dormo mica percepisco il passare delle ore...
Questa è l'obiezione che mi fanno tutti quando affronto quest'argomento. Tu credi che il dormire sia fare nulla?
Beh, certo...
Allora prova a dormire solo un'ora questa notte e dimmi come ti senti domani.
Orpo, non ci avevo pensato...
Perché non sei un Maestro.
Eccolo! Mi sembrava strano che non l'avesse ancora detto...
La tua mancanza di rispetto è accettabile solo perché seconda alla tua ignoranza.
Quindi, se ho capito bene, conoscere cosa sia il tempo è irrilevante perché esso si manifesta solo attraverso il compiersi di una qualche azione e, di conseguenza, è su questa che occorre porre l'attenzione.
Finalmente sei stato in grado di formulare un pensiero elevato.
Vuole dire che sono salito di un gradino nella scala della conoscenza?
Non esagerare. Diciamo che sei salito su di un predellino e non è che, sul piano della cultura, tu sia in buona compagnia...
Il predellino... mi ricorda qualcosa...
Non parlare di politica con me. E ricorda che se sali su di una scala non sei più alto, sei solo più in alto.
Si, Maestro. Allora il tempo non esiste sempre.
Sbagliato. Senza azione il tempo esiste, solo non è rilevante ai nostri occhi.
Perché dice ai nostri occhi?
Perché lo scorrere della vita è una azione che è presente ed attiva anche se non facciamo nulla.
Quindi c'è la fregatura: se non faccio nulla il tempo mi sembra irrilevante perché non lo percepisco tramite una azione ma, intanto, questo bastardo si porta via la mia vita.
Esatto. La conclusione è che l'inazione non è un buon modo per fermare il tempo. Almeno fino a che non verrà scoperto il segreto dell'immortalità.
E lei è vicino alla scoperta di tale segreto?
Se lo fossi potrei perdere più tempo con te ma, disgraziatamente, non lo sono. Ora vai a meditare su ciò che hai imparato e fai entrare Larissa.
... che, immagino, l'aiuterà a prendere coscienza del passare del tempo tramite le azioni di cui è capace e che, a occhio, non sono diverse da quelle di Alina...
...krack...kabooom...rumble...
Va bene, va bene. Però Alina ha più tette e si coglie meglio la rilevanza del tempo...
...krack...kabooom...rumble...
...krack...kabooom...rumble...
Eh, eh, eh...

Wednesday, July 28, 2010

Relax lotek

Ebbene si, a differenza del Maestro io ho bisogno e voglia di riposarmi un po'.

Approfitto delle ferie estive, che sono obbligato a prendere in Agosto, per passare tre settimane al mare in placida veste lotek (per chi non conoscesse questo termine invito a dare una ripassatina agli scritti di William Gibson che non è quello delle celebri chitarre...).

Ciò significa ridurre all'essenziale anche l'elettronica percui fino al 21 di agosto sarò presente a spot.

Auguro a tutti di passare un agosto come si deve, in particolare a coloro che dovranno lavorare e ci risentiamo presto.

P.S. no, il Maestro pare non vada in vacanza ma, a giudicare dalle confezioni di crema che porta Larissa, qualche sospetto sul motivo per il quale non ci vada incomincio ad averlo...

Monday, July 26, 2010

Le vacanze e il sapere

Maestro, quando va in vacanza?
Cosa intendi per vacanza?
Intendo staccare dall'insegnamento, andare al mare o in montagna...
E perché dovrei fare tutto questo?
Beh, ma lei non è stanco? Non ha bisogno di riposarsi?
Vedi, il sapere è stancante solo per le menti che non lo possiedono o che debbano, come nel tuo caso, acquisirlo controvoglia.
Mi sta dicendo che lei non si stanca perché non ha più nulla da imparare?
Come al solito non hai capito e dovrò rispiegartelo con parole più adatte al tuo livello.
Devi sapere che per coloro che hanno fatto del sapere la loro ragione di vita, interrompere il fluire di tali nozioni e la loro elaborazione è come interrompere la vita stessa.
Potrebbe essere una vacanza il morire?
Beh, no. Però mi sembra una visione un po' estrema...
Perché non sei un Maestro.
Pensi che questa me l'aspettavo... Quindi, se ho capito bene, lei non ha bisogno di vacanze perché il suo massimo diletto è il sapere.
Esatto. Se così non fosse non sarei un Maestro.
Maestro, ho paura.
Di cosa?
Del fatto che, per quanti sforzi possa fare, non potrò mai essere degno del suo insegnamento.
Su questo potrei anche concordare. Ma perché sei giunto a questa conclusione?
Vede, il mio ideale di diletto è dormire in spiaggia con la testa sotto la maglietta di Alina e la faccia poggiata sulle sue tette...
...krack...kabooom...rumble...
Eh, eh, eh...

[Dopo l'uscita dell'allievo dalla stanza del Maestro]

Chi era quell'individuo, Maestro? E perché rideva?
Non ti curar di lui, mia cara Larissa, e cominciamo la lezione.
L'argomento è lo stesso di ieri?
Certamente.
Però questa volta ho portato la crema...

Wednesday, July 21, 2010

Amor di patria

È oramai prassi consolidata che un politico in visita all'estero spari a zero sul governo in carica in patria, descrivendo quest'ultima come il peggiore dei bordelli.
Vale per qualunque colore sia al governo, anche se i livelli raggiunti quando premier è Berlusconi sono difficilmente eguagliabili.

Perché vi racconto ciò?

Beh, perché esiste un articolo del nostro codice penale che si intitola così:
Art. 269 : Attività antinazionale del cittadino all'estero
e recita:
Il cittadino che, fuori dal territorio dello Stato italiano, diffonde o comunica voci o notizie false, esagerate o tendenziose sulle condizioni interne dello Stato, per modo da menomare il credito o il prestigio dello Stato all'estero o svolge comunque un'attività tale da recare nocumento agli interessi nazionali è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni.
Perdipiù si tratta di un reato configurato come delitto, di competenza della Corte di Assise e procedibile su autorizzazione del Ministro per la Giustizia, con arresto obbligatorio e fermo consentito.

Se lo facessero rispettare... come dice sempre Uriel? I militari possono allestire un campo adibito a carcere per 10.000 persone in pochissimo tempo.

Non incominciate a scaldarvi: l'articolo è stato abrogato con apposita legge.

Indovinate da chi?

P.S. se il cittadino fosse stato un giornalista non sarebbe stato anche questo un bavaglio alla stampa? Ah, già. Non l'ha introdotto Berlusconi quindi non frega niente a nessuno.

PP.SS. a gentile richiesta metto la risposta alla mia domanda.
Fu abrogato con legge 24 febbraio 2006, n. 85 "Modifiche al codice penale in materia di reati di opinione"

Firmatari
Ciampi, Presidente della Repubblica
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Visto, il Guardasigilli: Castelli

Lavori preparatori
Camera dei deputati (atto n. 5490):
Presentato dall’on. Lussana il 15 dicembre 2004.
Assegnato alla II commissione (Giustizia), in sede referente, il 19 gennaio 2005 con parere della commissione I.
Esaminato dalla II commissione l’8 e il 22 febbraio 2005; 22 marzo 2005; 30 e 31 maggio 2005; 16-21-22 e 23 giugno 2005.
Esaminato in aula il 27 giugno 2005 e approvato il 6 luglio 2005.
Senato della Repubblica (atto n. 3538):
Assegnato alla 2ª commissione (Giustizia), in sede referente, il 12 luglio 2005 con parere della commissione 1ª.
Esaminato dalla 2ª commissione il 10-23 e 29 novembre 2005; 20 e 23 dicembre 2005; 11 gennaio 2006.
Esaminato in aula il 24 gennaio 2006 e approvato il 25 gennaio 2006.

Tuesday, July 20, 2010

Doppiopesismo

In un suo recente post Yossarian accenna al doppiopesismo. In un commento io esprimo il mio auspicio che divenga presto sport olimpico e si affianchi al doppio misto nel tennis, al due con e senza del canottaggio, al pattinaggio di coppia e al due di briscola.

Lasciando da parte gli scherzi, avrete notato che io generalmente non parlo di politica nel mio blog. Ciononostante la recente querelle sulla famigerata legge bavaglio con il contorno di santini dal post-it labiale, vesti stracciate e financo modelle in passerella con bavaglio al seguito mi lascia, come dire, perplesso.

Mi perplime.

Pur non volendo entrare nel merito della proposta di legge/ddl in questione, che ritengo inutile e pure fatta male, non posso non tornare ai tempi del governo Prodi precedente e ripensare al ddl Mastella.

Per chi avesse la memoria corta ricordo che (a grandi linee e vado a memoria, percui scusate i possibili errori) il ddl Mastella vietava la pubblicazione, anche parziale e per riassunto, degli atti di una indagine, compresa ogni forma di intercettazione.
Il fascicolo processuale, al termine dell'udienza preliminare, poteva ritenersi pubblico ma quello del pubblico ministero (le carte dell'accusa) non era pubblicabile fin dopo la sentenza d'appello.
Per chi avesse violato il divieto, giornalisti compresi, erano previste sanzioni pesanti comprendenti carcere e ammende.
Le intercettazioni potevano durare 15 giorni. Erano prorogabili, con decreto motivato, per altri 15 fino a coprire un periodo comunque non superiore a 3 mesi.

Ora, a parte il fatto che tale ddl non scatenò la gazzarra odierna e che i giornali che oggi fanno le prime pagine vuote o piene di tizi dal post-it dentale non si produssero in nulla di simile, il ddl fu presentato ed approvato dalla Camera dei Deputati con 447 voti favorevoli, 7 astenuti e nessun voto contrario.

Praticamente in una Camera dei Deputati ben diversa da quella odierna e contenente partiti anche antagonisti ottenne un consenso bulgaro.

Spero sia, quindi, evidente il motivo per il quale auspico l'adozione del doppiopesismo come sport olimpico: faremmo una strage prendendoci le quattro medaglie in palio.

Come dite? Sono solo tre? Ma non sono "oro", "argento", "e", "mirra"?

Scusate devo essermi confuso...

P.S. qui la notizia data allora da Rainews24
Roma, 17-04-2007
Il disegno di legge sulle intercettazioni, messo a punto dal ministro della Giustizia Clemente Mastella, ha ricevuto il via libera dall' aula della Camera all' unanimità (447 sì e 7 astenuti).

Multe fino a 100mila euro per il giornalista che pubblicherà intercettazioni legali ma coperte dal segreto. In pratica, l'emendamento prevede per chiunque pubblichi, in tutto o in parte, atti o documenti di un procedimento penale di cui sia vietata la pubblicazione, la punizione con l'arresto fino a 30 giorni o con l'ammenda da 10mila a 100mila euro. Nella versione precedente, invece, l'ammenda andava da 51 euro a 258 euro.

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=69099

Monday, July 19, 2010

iPhone

Mariaaaa... vieni a vedere Jobs cosa dice. I problemi all'antenna li hanno tutti. Su internet ci sono le foto.
Come dici?
Gli unici due telefoni che non hanno la piena ricezione prima della prova sono gli iPhone?
Ma vadavialcul...

P.S. non scherzo affatto.
A seguito del problema sull'antenna dell'iPhone 4 la Apple ha pubblicato una pagina apposita:
http://www.apple.com/antenna/
In essa mette a confronto la ricezione prima e dopo il "grips" su "many popular smartphones" e la cosa ha svegliato la mia notoria pignoleria.
Lasciando per un attimo il trascurabile dettaglio che non ci sia un Nokia tra questi, se osservate le foto dei telefoni quando vengono impugnati in modo da non toccare l'antenna noterete che gli unici che non hanno pieno segnale sono proprio i due Apple.

Badate che non sono un partecipante alla lotta Apple si Apple no.

Però sto ancora ridendo.

Thursday, July 15, 2010

Il codice QR

Maestro, perché il mondo è così complicato?
Perché non sei un Maestro.
E ti pareva... il fatto è che c'é una cosa che non mi lascia dormire.
Sentiamo, mio discepolo, di cosa si tratta?
Vede, c'é un partito politico nel mio paese che...
Sai che non parlo di politica.
Si, si, lo so, ma non si tratta di questo. Insomma... hanno appeso dei manifesti con su un simbolo esoterico strano e io ho un po' di paura. È fatto tutto di quadratini neri. E ci sono anche delle righe...
Il partito a cui ti riferisci è per caso il PD?
Esatto, ma lei come lo sa?
Io sono il Maestro.
Questo l'ho capito, ma sa anche cosa sia quel simbolo?
Certo.
Sempre loquace lei. Quindi sa anche cosa significhi?
È il Codice QR.
L'ultimo libro di Dan Brown?
La tua ignoranza è talmente vasta che per misurarla occorrono gli anni luce.
Il Codice QR è un mezzo per cifrare, rappresentare e trasmettere messaggi. È come una scrittura in cui le lettere sono rappresentate da configurazioni di quadrati bianchi e neri, disposti in uno schema bidimensionale a ridondanza informativa che...
Non la seguo più, Maestro, mi sono perso...
Un giorno ti regalerò un Tom Tom...
Grazie, Maestro, ho sempre sognato di avere un tamburo...
Un pezzo di dolomia ha capacità cognitive maggiori delle tue.
Cercherò di spiegartelo in parole semplici. Come ti dicevo si tratta di una immagine che, una volta decodificata, si trasforma in una sequenza di lettere. Essa può contenere un messaggio, un nome o un riferimento. In questo caso contiene un link ad una pagina, pubblicata in internet, che contiene il testo da diffondere.
Vediamo se ho capito bene: il PD per dirmi qualcosa fa stampare dei manifesti con su un codice che devo leggere con un decifratore ottenendo l'indirizzo ad una pagina alla quale devo accedere via internet?
Esatto.
Ma perché non scrive direttamente sul manifesto quello che deve dirmi?
Perché chi non ha nulla da dire pensa solo ad un modo appariscente per dirlo.
Maestro, dopo questa verità mi ritiro a meditare.

Thursday, July 8, 2010

Gonzi

Mariaaaa... perché Berlusconi è andato fino a Malta per incontrare gonzi? Non ne aveva già abbastanza a Roma?
Come dici?
Gonzi è il nome del premier maltese?
Ma vadavialcul...

Wednesday, July 7, 2010

Il mullah

Mariaaaa... hanno beccato il mullah Omar! Finalmente lo hanno preso.
Come dici?
Ha rubato un apecar e si è volatilizzato?
Ma vadavialcul...

P.S. della serie "serious fact checking" da parte della nostra stampa. Se una notizia di tale portata non appare sulle versioni on-line, che so, del New York Times o Al Jazeera agli intelligentoni di Repubblica, Corriere, Messaggero e compagnia un piccolo sospetto che si tratti di una sòla non viene?

Monday, July 5, 2010

La pèsca

Maestro, perché quando scelgo una pèsca trovo sempre quella con il nocciolo rotto?
Perché non sei un Maestro.
Mi sembrava... e sarebbe?
Ti manca l'arte del discernimento, la capacità di cogliere il meglio delle cose e scartare il peggio.
Vuole dirmi che lei è in grado di prendere a colpo sicuro da un cesto di pesche quella che ha il nocciolo intatto?
Certo.
Si, vabbeh... pure la vista ad infrarossi adesso...
La tua mancanza di fede sarà la tua rovina. Non dimenticare che sei qui per imparare e non per mettere in discussione il tuo Maestro. Comunque, nel caso, non si tratterebbe di infrarossi visto che le differenze di temperatura non hanno alcuna influenza sul processo di scelta.
E allora come si fa?
Occorre occhio, tatto, olfatto e la capacità di coordinare i messaggi provenienti da questi sensi.
Ne so quanto prima...
Certo che ne sai quanto prima. Hai gli occhi, le mani e il naso ma non ti ho ancora spiegato come usarli.
Mi illumini, Maestro, la prego.
Il vero segreto sta nella scelta. Quando hai una pèsca in mano devi decidere se il suo nocciolo sia rotto o intero. Se avrai scelto bene troverai soddisfazione. Se, al contrario, avrai scelto male l'insoddisfazione ti sarà da guida veso la luce di una scelta migliore.
Questo è uno di quei momenti in cui mi assale l'impressione che mi stia prendendo per il culo. Se ho capito bene mi sta dicendo che se ne becco una rotta devo ritentare finché non ne troverò una intera. Grazie, ma fin qui ci arrivavo da solo...
Come sempre non riesci a cogliere completamente il mio messaggio. Senza tenacia non si possono raggiungere gli obiettivi e senza l'impegno non si migliora. Ma, soprattutto...
Soprattutto? Non mi tenga sulle spine, Maestro...
Soprattutto, se non ritenti, io non ho chi mi tolga dal cesto le pèsche con il nocciolo rotto.
Quindi, la sua capacità di scelta è solo una questione di culo, influenzata dal fatto che io mi becchi tutte quelle rotte.
Non ti permetto di parlarmi in questo modo. La mia non è fortuna ma massimizzazione delle probabilità favorevoli tramite la traslazione ad altro ente di quelle sfavorevoli.
La fortuna a lei e la sfiga a me.
Ad ognuno il suo, secondo necessità.
Beh... con Alina, almeno, mi è andata bene. Mica tutti i giorni capita di cogliere nel cesto una pèsca che assomiglia a Megan Fox con le tette della Bellucci...
...krack...kabooom...rumble...
Sapevo che avrebbe fatto effetto. He he he...

Monday, June 28, 2010

L'arte

Maestro, cos'è l'arte?
Arte è qualcosa che si giudica nel tempo. C'è arte e Arte.
Perché ha detto arte due volte?
Sei il solito cretino. Una ha l'iniziale minuscola e l'altra maiuscola.
E come faccio a distinguerle se stiamo parlando?
Non puoi perché non hai ancora la necessaria capacità di astrazione che ti faccia leggere ciò che ascolti come se il tuo interlocutore lo avesse vergato di suo pugno su di una pagina intonsa.
Quindi, se ho capito bene, per interpretare il parlato bisogna immaginarselo scritto?
Esatto.
A che serve allora parlarsi?
Parlare serve per comunicare. L'astrazione serve per capirsi.
Non ho capito.
Come sempre. Non avendo astrazione tu puoi udire ciò che dico ma non comprenderlo.
Ne ho di strada da fare...
Esatto.
Torniamo all'arte. Ora ho compreso che c'è quella con l'iniziale minuscola e quella con la maiuscola. Ma la differenza quale è, Maestro?
L'arte appartiene solo all'attuale mentre l'Arte appartiene al tempo.
Attuale e Tempo sono dei famosi collezionisti?
A volte vorrei cospargerti di pece, rotolarti in piume di gallina ed esporti al pubblico ludibrio.
Se creo quella che credo essere un'opera d'arte, la mostro e trovo qualcuno a cui piace posso pensare che sia arte. Ma lo è con la minuscola perché potrebbe essere solo un oggetto che soddisfa il concetto di piacere legato al contesto del momento in cui viene creata. Se con il passare del tempo e, quindi, il modificarsi del contesto essa trova ancora estimatori allora posso pensare che sia Arte, con la maiuscola.
Quindi la bellezza di un'opera d'arte deve rimanere tale al passare del tempo?
Esatto.
E non deve deteriorarsi al passare degli anni?
Esatto, sebbene il deterioramento non sia solo quello materiale a cui pensi tu.
Allora... allora...
Allora cosa?
Le tette di Alina non sono un opera d'arte...
...krack...kabooom...rumble...
Ultimamente le scappano più tuoni del solito...


P.S. questo post è ispirato alla bella discussione che si è aperta sui blog di Tommy Angelo (suo post e sua risposta al post di Yoss) e Yossarian (suo post)

Thursday, June 24, 2010

Lo zainetto

Succede che, talvolta, all'uscita dall'ufficio debba passare in un negozio di una nota catena di bricolage per comprare qualcosa che mi serve per la manutenzione ordinaria di casa.

Ovviamente ho con me il mio Tucano Urbano BackPack contenente il notebook che, di fatto, costituisce il mio ufficio.

Altrettanto ovviamente, essendo uno strumento di lavoro, sull'HD del notebook sono memorizzati anche dati sensibili di terzi. Ne consegue che, oltre ad essere protetto ai massimi livelli possibili e sottostare alle regole di un Documento Programmatico sulla Sicurezza (da me compilato e firmato), non posso assolutamente lasciarlo in custodia.

Meno che meno in una cassettina all'ingresso di un supermercato.

Qualche sera fa una gentile cassiera mi fa notare che devo lasciare lo zaino all'ingresso. Faccio notare l'impossibilità, anche legale, della cosa e, per tutta risposta, ottengo:
"allora devo verificare il contenuto"
Nessun problema, non ho nulla da nascondere ma mi chiedo:
  • perché il mio zaino si e le borse delle gentili signore no?
  • secondo loro i ladri sono solo uomini?
  • un uomo non può avere una borsa senza sembrare sospetto?
  • se fossi stato con mia moglie, che usa come borsa uno zaino, avrebbero perquisito (o avrei dovuto lasciare all'ingresso) solo il mio?
Badate che non ho nulla in contrario al fatto che mettano in atto delle strategie per evitare il taccheggio, soprattutto in un esercizio in cui sono presenti oggetti di valore ma di piccola dimensione (e quindi facilmente occultabili).

Il punto è, però, che sono disposto ad accettare i disagi e le violazioni della mia privacy (in fondo guardare dentro una borsa lo è) se queste strategie hanno un senso e, soprattutto, una parvenza di efficacia.

Stante il fatto che un ladro uomo può entrare accompagnato da una gentile signora e mettere la refurtiva nella sua borsa senza che nessuno la perquisisca, è difficile sostenere che questa policy sia qualcosa di diverso da una discriminazione inutile e fastidiosa.

Wednesday, June 23, 2010

Bello e brutto

Maestro, come mai al mondo ci sono tante cose brutte?
Perché se ci fossero solo quelle belle esse non apparirebbero tali.
Non ho capito.
Vedi, se non ci fossero gli idioti come te io non apparirei come Maestro.
Quindi se non ci fossi io lei non sarebbe il Maestro?
No, io sarei sempre il Maestro ma avrei un rompicoglioni di meno intorno.
Grazie, lei è sempre fonte di ispirazione per la mia coscienza autocritica.
Non impegnarti in frasi che pronunci senza comprendere. Parole come "coscienza autocritica" non appartengono ancora al tuo essere. Ne abbiamo di strada da fare prima che tu possa essere padrone di concetti meno materiali di quelli a cui sei abituato.
Si, in effetti mi sento più padrone di concetti come le tette di Alina.
Chi è Alina?
Sa l'allieva che sale dopo di me, quella con le tett..
Basta così! Come hai saputo il suo nome?
Beh... io non sono onnisciente come lei e allora...
Allora cosa?
Allora gliel'ho chiesto.
E lei te l'ha detto?
Certo.
Troia...
Come dice, Maestro? Credo di non aver capito la sua ultima parola.
Ti ho già detto che, non essendo tu un Maestro, non puoi pensare di capire tutto ciò che dico.
Beh... però mi ha dato anche il numero di telefono...
...krack...kabooom...rumble...
...krack...kabooom...rumble...
Questo l'ho capito. E' meglio che vada...