Monday, September 27, 2010

Gli ignorabili

Buongiorno Maestro e scusi il ritard... Nooo, il... il...
Il premio.
Ma allora non scherzava.
Ti sembro un tipo che scherza? In una cerimonia ufficiale poi?
Beh, però non è che quello li sia proprio come l'Oscar...
Solo perché non è dorato?
Non intendevo questo. Insomma... è un cazzone nero!
Esatto. Ma il suo aspetto è irrilevante.
Conosco donne che non lo definirebbero proprio in quel modo...
Dovrò esercitare tutta la mia pazienza per sorvolare le tue pochezze.
L'aspetto è irrilevante perché ciò che conta sono le motivazioni del premio e non l'oggetto che lo rappresenta. Che sia una medaglia, una coppa o un membro non ha rilevanza alcuna.
Coppa e membro... bella questa!
Non mettermi in bocca pensieri che non mi appartengono.
Va bene, ho capito. Piuttosto: ha sentito che ci sono dei tizi che si sono incazzati perché abbiamo vinto noi?
Le cose non stanno proprio così. Si sono adirati perché il nostro premio assomiglia al loro e dicono che questo potrebbe generare dileggio e confusione.
Mah... non mi sembra che l'abbiano presa così alla leggera. Dicono che gli abbiamo dichiarato guerra. A proposito: cosa significa che il nostro premio assomiglia al loro?
Non sicuramente quello che stai pensando.
Adesso mi legge anche nel pensiero?
Non ci vuole molto.
Si, in effetti stavo pensando a qualcosa che assomigli al caz...
Smettila di chiamarlo in quel modo volgare.
Obbedisco, Maestro. Cosa possiamo fare?
Nulla.
Come "nulla"? Dicono che vogliono vendicarsi...
La violenza non è di questo mondo.
Vuole dire che all'altro mondo si menano?
Voglio dire che in un mondo virtuale fatto solo di parole la violenza può essere solo verbale. Ma essa ha un limite preciso che è il ridicolo. E le armi più potenti sono la goliardia, la risata grassa e lo "Embeh?" (© Uriel)
Cioè, se ho capito bene, la nostra risposta sarà prenderli per il culo e ignorarli?
No. Ci basterà ignorarli. A, come dici tu, prendersi per il culo ci penseranno da soli. E non se ne accorgeranno.
Forte... non facciamo un cacchio eppure li distruggiamo.
Non credere che sarà facile. Ignorare e far finta di nulla non è affatto una cosa semplice ed indolore.
Perdoni, Maestro, ma mi sembra che stia esagerando. In fin dei conti io sono un esperto nel non far nulla.
Alina è una troia.
Come si permette! Io...
Visto?
Mi ha fregato...
Come sempre. Del resto sono il Maestro.
Ti pareva... era un po' che non me lo diceva.
Ora torna in camera tua e rifletti sulla tua capacità di ignorare ciò che ti circonda.
Maestro, non potrei rimandare questo compito ad un altro giorno?
E per quale motivo?
Beh... oggi...
Oggi cosa?
Lucrezia viene a darmi lezioni di cucina ed è difficile ignorare il suo cul...
Troia.
Pure lei?
Lei e sua madre.
Maestro! Non mi ha appena insegnato che occorre ignorare...
...krack...kabooom...rumble...
...krack...kabooom...rumble...
Va bene, va bene, me ne vado...

Saturday, September 25, 2010

Il premio

Maestro, cosa ci facciamo qui?
Dobbiamo ritirare un premio.
Sarebbe quello li, sul tavolo della giuria?
Esatto. Solo che quello non è un tavolo e la giuria non c'è.
Come sarebbe non c'è la giuria? E poi quello è un tavolo, lo vedo benissimo.
Il tavolo non esiste perché questo luogo è virtuale. È la tua mente limitata che, non avendo il grado di astrazione necessario, semplifica le cose materializzando ciò che materia non è.
Si, certo, e magari il premio non è un cazzone nero...
No. Il premio è proprio quello.
Gentili...
Non giudicare ciò che non conosci. Il Nerchianera Award è un premio molto ambito.
Immagino... soprattutto dalle donne.
Farò finta di non aver sentito l'idiozia che hai detto. Dicevo che è molto ambito perché non viene vinto da cani e porci né da coloro che sono usi blandire i giudici.
I leccaculo...
Beh, diciamo che si possono definire anche così.
Ma se non c'è giuria, chi stabilisce il vincitore?
Qui sta la grandezza del premio: lo vince chi partecipa.
La grandezza del premio è evidente... Ehi ma allora, essendo qui, posso vincerlo anche io.
Tu sturmi e dranghi?
Eh?
Ripeto, tu sturmi e dranghi?
Maestro, non capisco.
Per questo non hai vinto il premio.
Lo sapevo, mai che riesca a vincere qualcosa. Ehi, guardi quella che tette!
Non sono uso guardare particolari anatomici nelle persone ma devo riconoscere che la Lucarelli è decisamente dotata. Tira dentro la lingua che sembri un cane accaldato.
Mi perdoni. Senta ma se non c'è la giuria chi ci chiama sul palco per ritirare il premio?
Il conduttore.
E chi sarebbe?
Non c'è.
Come non c'è? Mi prende per il culo?
No. Così come il premio viene vinto da tutti coloro che partecipano senza che una giuria lo assegni loro, altrettanto viene ritirato senza che un conduttore glielo porga.
Ci sono: è un premio anarchico!
Non dire sciocchezze. Solo chi sturma e dranga lo può ricevere.
Scusi, lo avevo scordato.
Vieni, tocca a noi.
E lei come fa a saperlo?
Io sturmo e drango.
Aaah, adesso è chiaro...
Muoviti. E lascia parlare me.
Ma a chi parla se non c'è nessuno?
A tutti i presenti che, come il tavolo, sono virtuali e quindi tu non puoi vedere.
Oggi la lezione è veramente dura...
Signore e signori, nel ritirare questo ambito premio non posso non sottolineare quanto esso sia frutto di anni di lavoro, studio e meditazione. Il poter essere oggi qui ad assaporare la vostra simpatia, la vostra allegria e la vostra commovente umanità è premio e gratificazione immensa...
Che paraculo...
... Ringrazio tutti i presenti per aver contribuito a creare questo luogo attraverso quella partecipazione, fantasia e libertà intellettuale che pervade ed è caratteristica solo di chi vale veramente...
Paraculo al quadrato...
... Ritiro con gioia immensa il premio che provvederò ad esporre nel luogo che più mi è caro e nel quale esercito la mia attività: l'aula in cui insegno.
Nooo, un cazzone nero in aula no, la prego. Maledizione, il premio non poteva essere un busto in bronzo della Lucarelli?
... Nella speranza che altri possano conseguire quel successo che questo premio mi consacra, vi ringrazio sentitamente e vi auguro di poter raggiungere ogni vostro obiettivo.
Adesso non mi dirà che l'hanno applaudita...
Certo, non hai sentito?
Mi faccia indovinare: anche l'applauso era virtuale.
Esatto.
E adesso che facciamo?
Torniamo a casa. La cerimonia è finita.
Suppongo che lo abbia capito dal fatto che non c'è più nessuno.
Esatto. Ma sento una sottile vena di sarcasmo nella tua voce. Comunque prendi il premio che andiamo.
Io?
Certo. Ti pare che un Maestro possa andare in giro con il simulacro di un membro in mano?
Ma...
Niente ma. E cammina che Lucrezia deve aver già messo in tavola.
Che lezione del cazzo...

Il premio Nerchianera Award

Tuesday, September 21, 2010

Ciao Sandra...

... con te se ne va un altro pezzo della mia infanzia.

Grazie per quelle serate trascorse in famiglia a guardare te e Raimondo fingere di litigare e farlo talmente bene da essere specchio di una Italia forse passata ma non trascorsa.

Salutami Raimondo che, me lo vedo, ti accoglierà con il giornale in mano e una battuta del tipo: "Anche tu qui?"

Monday, September 20, 2010

DNA

Sono sempre più convinto che nel DNA sia scritto tutto e che certi comportamenti siano immutabili perché definiti da questa sorta di firmware ancestrale.

Faccio un esempio e non me ne vogliano le gentili signore che leggono questo blog.

Sia data una qualsiasi apparecchiatura che necessiti di alimentazione elettrica e presenti, a tal scopo, un cavo con una spina. Come scoprire in modo assolutamente certo che tale oggetto è in uso ad una persona di sesso femminile?

Facile: è sufficiente sospenderla nel vuoto tenendola per la spina. Se inizia a ruotare vorticosamente a causa del cavo attorcigliato la risposta è si.

P.S. ogni riferimento alle condizioni del cavo del phon o di quello della cornetta del telefono fisso è puramente voluto.

Wednesday, September 15, 2010

De gustibus

Maestro, quando abbiamo parlato di bellezza avevate detto che è nell'occhio di chi guarda. Devo dedurre che anche i gusti sono personali?
Certamente. Il gusto altro non è che l'assaporare la bellezza.
Beh, però i fagioli con le cotiche sono buoni mica belli...
Perché la tua mente ancora limitata non riesce a percepire la bellezza come insieme di sensazioni. Essa distingue ancora ciò che i tuoi sensi ti riportano, attribuendo ad ognuno di questi segnali un valore che puoi discriminare. Così tu senti il buono del cibo e osservi la bruttezza del suo apparire considerandoli, però, separatamente.
Non ho capito. Mi sta dicendo che questo è indice di una mente limitata? A me sembra il contrario. Cioè, riesco a distinguere più cose...
... ma perdi l'essenza dell'insieme che è più della somma dei suoi elementi.
Cosa intende dire?
Un cibo particolarmente ributtante alla vista lo assaggeresti?
Beh, probabilmente no.
E come faresti, in questo caso, a sapere che il sapore non sia tale da darti una esperienza nell'insieme gradevole? In fin dei conti anche i fagioli con le cotiche hai detto che non sono di bell'aspetto ma li mangi.
Ha ragione ma, in questo caso, qualcuno mi ha detto che sono buoni.
Il critico.
Chi?
Il critico.
Cosa c'entra un critico?
Vedi, c'è una figura umana il cui mestiere è stabilire se una cosa sia bella o brutta, buona o cattiva. Il critico, appunto.
Mai conosciuto uno, giuro.
Sei sicuro? Chi ti ha detto che i fagioli con le cotiche sono buoni e, con la sua autorevolezza, ti ha spinto ad assaggiarli nonostante il loro aspetto?
Mio padre, ma...
... ma non era un critico. Lo so benissimo. E lo so perché mancava di due caratteristiche essenziali per esserlo: il farlo di mestiere e il considerarti un essere inferiore se non concordi con lui. In questo il critico si distingue dal semplice esperto che ti consiglia.
Vediamo se ho capito: il critico è uno a cui piacciono i fagioli con le cotiche e pensa che debbano piacere a tutti.
Esatto.
Quindi se al critico non piacciono i nervetti con le cipolle, io non dovrei mangiarli perché mi dovrebbero fare schifo.
Esatto. Per inciso, mangi solo di queste cose?
Sarà buono quello che mangia lei... a proposito, cosa mangia un Maestro?
Cosa io mangi è irrilevante.
Lo supponevo... me lo farò dire dalla cuoca.
La conosci?
Beh, si... certo... a volte vado a lezione di cucina a casa sua.
Troia.
Questa parola la devo avere già sentita...
La lezione è finita. Medita su quanto hai imparato e ricorda che la bellezza e tutto ciò che con essa ha a che fare non può essere giudicata se non dal fruitore.
Vale anche per il comportamento delle persone... magari non sono tutte troie... Lucrezia, in fondo, è una cuoca sebbene...
...krack...kabooom...rumble...
...krack...kabooom...rumble...
Ok, ok, la lezione è finita...

Thursday, September 9, 2010

Bella da morire

Maestro, cos'è la bellezza?
Conoscere cosa essa sia è irrilevante.
Lo sapevo... beh, però conoscere Megan Fox non sarebbe così irrilevante...
Intendevo "conoscere" nell'accezione di "sapere" non di "frequentare".
Per inciso, sei sicuro che la frase che hai appena enunciato piacerebbe ad Alina?
Cosa c'entra... Alina è Alina ma Megan Fox...
... è Megan Fox. Continuando: io sono io, tu sei tu, lui è lui e loro sono loro. Vuoi andare avanti molto prima di capire la sciocchezza che hai detto?
Non intendevo in quel senso...
Appunto. Ciò che intendevi non è coerente con il tuo pensiero passato. Non avevi forse detto "Alina è come Megan Fox con il seno della Bellucci"?
In raltà avevo detto "tette"... vedo che se lo ricorda, però.
Io non dimentico mai nulla.
Come gli elefanti...
Farò finta di non aver sentito il tuo accostamento della mia persona ad un pachiderma.
Era solo un paragone... ma torniamo alla bellezza. Perché sarebbe irrilevante?
Non ho detto che sia irrilevante la bellezza, ma che sia irrilevante conoscere cosa essa sia.
Siamo alle solite...
Se così non fosse tu non saresti un allievo ma un Maestro.
Grazie.
Prego. Il punto è che la bellezza si gode ma non si spiega. Essendo essa nell'occhio di chi guarda non esiste risposta alla domanda "cosa essa sia" perché tale "cosa" sarebbe diversa per ognuno di noi.
Cio che è bellissimo per te potrebbe non esserlo per me...
Su questo posso concordare...
...e ciò che è bellissimo per me potrebbe non esserlo per te.
Di questo sono certo.
Bada che la certezza è l'anticamera della morte.
Eee, la péppa, come siamo macabri.
Non è essere macabri. Ricorda che l'unica cosa certa della vita umana è la morte ed essa inizia nel momento in cui si hanno troppe certezze.
Come sarebbe "l'unica cosa certa"? E tutto quello che lei mi ha insegnato?
Non confondere il sapere con le certezze. Sapere è curiosità non certezza. Ciò che oggi è certo domani potrebbe non esserlo più e rivelarsi falso. Ma solo agli occhi di chi avrà la forza di mettere sempre tutto in discussione e non dare nulla per scontato.
Quindi, se ho capito bene, quando sarò un Maestro dovrò tornare da capo perché ciò che avrò imparato potrebbe essere tutto falso?
Esatto.
Ma allora lei... lei...
Se stai traendo la conclusione che siamo entrambi allievi ti avverto che prima di arrivare a dirlo devi diventare maestro almeno una volta. E se stai pensando quello che credo, questo non avverà mai.
Beh, "mai"... le certezze non esistono, lo ha detto lei...
Vero. Ma esiste anche la probabilità che un evento accada e nel tuo caso...
Torniamo al discorso sulla morte...
La morte è l'unica certezza nella vita umana. Ricorda: non tutto ciò che deve averlo ha inizio, ma tutto ciò che ha inizio sicuramente ha fine. Quindi la fine è l'unica cosa certa di ciò che ha un inizio.
Ahem...
Senti... io non sono contrario alla masturbazione maschile ma non potresti aspettare di essere in bagno prima di dare sfogo a certe pratiche?
No, Maestro, sto solo facendo gli scongiuri.
Li fai sempre così elaborati?
Ma saranno cavoli miei? E poi, lei non ha un altro posto dove guardare?
L'occhio cade dove l'interesse si accende. E l'interesse è curiosità. E la curiosità è la via del sapere.
Orpo, lei ha appena sdoganato i guardoni...
...krack...kabooom...rumble...
...krack...kabooom...rumble...
Va bene, va bene, me ne vado...

Tuesday, September 7, 2010

Polifemo è fregato

In altre parole due occhi vedono meglio di uno.

Prendo spunto da una cosetta da nulla generata da questo post di Yoss per parlare ancora di analisi delle informazioni e senno di poi.

Nel post, che vi invito a leggere soprattutto se siete appassionati di storia, si parla del piccolo esercito mandato dagli inglesi in Francia a supporto delle sue difese contro l'avanzata dei crucchi. Da notare che la cosa era resa possibile dalla stipula dell'Entente Cordiale con il quale, nel 1904, si poneva fine a quasi un millennio di guerre fra le due nazioni.

Al comando di tale esercito era il Field Marshal Sir John French.

Quando ho letto il post la prima cosa che mi è balzata all'occhio è stata il fine umorismo britannico: dopo mille anni di guerra e una storica pace mandano in Francia delle truppe a difesa dei francesi stessi e da chi le fanno comandare?

Da uno che si chiama French.

Dopo aver riso come un cretino, l'ho scritto in un commento a Yoss e lui mi risponde che non ci aveva fatto caso.

Questa è la classica situazione in cui l'intelligentone di turno che leggesse il post e i commenti direbbe: "Come ha fatto Yoss a non farci caso? Era così evidente..."

Bravooooooo, hai vinto la bambola!
Sono capaci tutti di vedere l'evidenza dopo che qualcuno te la ha evidenziata.

Quello che emerge da questa storia è la dimostrazione che l'analisi delle informazioni non può e non deve esaurirsi in un semplice processo di affinamento ma deve prevedere dei momenti in cui si riprendono i dati grezzi, li si mette in mano ad un nuovo attore all'oscuro di tutto e lo si fa cominciare da capo.

Il motivo è evidente: come ho già detto in passato il contesto informativo è unico, non riproducibile e personale. La stessa situazione e le stesse informazioni portano ad analisi diversissime se date ad attori diversi. A patto, però, che tali attori non siano in contatto tra loro.

Quando si tende a valutare negativamente le conclusioni tratte in passato da un set di informazioni occorre tenere presente questo: non sempre si ha il tempo o i mezzi o semplicemente una diversificazione di analisti sufficiente a soddisfare il motto "due paia di occhi vedono meglio di uno".

Quello che ci appare ovvio è spesso dovuto al fatto che, più semplicemente, siamo in un contesto informativo diverso. Di fatto siamo una persona diversa che, pur agendo sugli stessi dati, giunge a conclusioni diverse evidenziando cose diverse.

Da notare che se al nuovo attore consegno solo i dati grezzi, quello che ottengo è una analisi diversa. Se lo metto a conoscenza anche dell'analisi fatta da altri, ottengo solo un affinamento di questa.

In conclusione non mi stupisce che ciò che a me è apparso ovvio non lo sia stato per Yoss che, conoscendo la cura con cui prepara i suoi posts, ci sarà passato davanti molte volte. È una cosa normale e fisiologica. Solo che è spesso sottovalutata perché i posteri tendono ad attribuire un eventuale errore di analisi alle capacità dell'analista e non al vero responsabile che è la mancata diversificazione e separazione degli attori analizzanti.

Certo che i Francesi... non avevano un ufficiale di nome, che so, Maurice Englandér?

Monday, September 6, 2010

Manifesto Sturmo & Drango

Questo blog si riconosce nel e sottoscrive il manifesto Sturmo & Drango che viene integralmente riportato qui di seguito.

Se vi va bene è così, se non vi va bene è così lo stesso.

Manifesto Sturmo & Drango
Estensore del manifesto Uriel Fanelli
  1. Noi vogliamo cantare l'amore per la birra, l'abitudine alla taverna ed al rock'n'roll.
  2. Lo sfottimento, la pernacchia, la zingarata saranno elementi essenziali della nostra prosa, ma anche no.
  3. La blogsfera esaltò sinora la farloccaggine chiccosa, la posa modaiola e il politicamente corretto. Noi vogliamo esaltare lo sfottimento dissacrante, il rifiuto della serietà, del calpestare il rispetto dovuto, del violare i limiti della decenza, la mancanza totale di rispetto verso le cose dette importanti e considerate serie. Noi spingeremo fino all'assoluto il pericoloso balzo in avanti. Qualsiasi cosa voglia dire. Però suona bene, cazzo.
  4. Noi gridiamo ai teorici della complessità che il mondo è nero oppure bianco. E del bianco non ci siamo mai fidati tanto, a volerla dire tutta. Perché si.
  5. Noi affermiamo che la magnificenza di internet si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della NERCHIA. Quando è in gioco la dignità dei popoli, quando sono in pericolo i diritti di ognuno di noi, quando viene calpestato il rispetto per la donna, quando i diritti delle minoranze sono violati, quando lo spettro della dittatura fa ombra ai più alti ideali di democrazia, EBBENE, è tempo che gli uomini giusti si uniscano e si siedano sul divano, a guardare la partita. Un rutto all'odore di birra e patatine è più bello della lotta per la Palestina.
  6. I polli attraversano la strada, e continueranno a farlo. Fatevene una ragione, che a noi scappa da ridere.
  7. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, fermo al semaforo, a scaccolarsi il naso; rifiutiamo la complessità e ridiamo della visuale più ampia. Ma anche no. Ma chi se ne fotte, alla fine?
  8. Bisogna che il blogger si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali, come le tette, la birra, la musica a palla e LA NERCHIA. Sia detto che se il volume della musica è troppo alto, sei troppo vecchio.
  9. Noi salutiamo i destini immorali della Patria.
  10. Non v'è più bellezza se non nella presa per il culo. Nessuna opera che non abbia un carattere goliardico può essere un capolavoro. La blogsfera deve essere concepita come una violenta sega di fronte alle finaliste di Miss Italia, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo; essa va forgiata come una violentissima presa per i fondelli verso tutto ciò che è detto serio ed importante, come un continuo sfottò verso i nobili ideali sbandierati come mutande stese ad asciugare su un balcone di Napoli.
  11. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli! ... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se non abbiamo ancora ingranato la retromarcia? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri, la famiglia ringrazia sentitamente. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché i valori più assoluti prendiamo per il culo; non c'è niente di così sacro al mondo che non possa e non debba essere deriso, non c'è valore così alto da non doversi bullare di chi se ne fa bandiera, non c'è persona seria che non meriti di essere trattata da buffone, non c'è verginità che non meriti un linguaggio da bordello. I più grandi intellettuali del mondo non valgono quanto l'ultima puttana del porto di Brest, i mostri sacri non arrivano alla solenne dignità dello scarafaggio nel suo incedere titanico dentro il maestoso sifone nel lavandino della storia.
  12. La storia non ci interessa perche' noi non c'eravamo.
  13. Noi vogliamo glorificare la sana scopata - sola igiene del mondo - la serata in pizzeria, il bar dello sport, il gesto distruttore della bestemmia, le belle idee per cui ci si fanno le seghe e il disprezzo per la correttezza.
  14. Se qualcuno ti prende per il culo, magari c'è una comoda maniglia.
  15. Noi vogliamo distruggere la serietà, l'importanza, il rispetto dovuto, e combattere contro il moralismo, il femminismo, il complottismo, il partitismo, e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria. Noi affermiamo che il rutto e la scorreggia sono il vero motore della storia.
  16. Noi enunciamo di fronte al mondo che se un argomento è detto serio, allora è degno di essere deriso. Noi enunciamo di fronte al mondo che le cose dette importanti sono le più futili, che i diritti acquisiti sono fatti per essere persi, che il rispetto dovuto è un'invenzione, che il politicamente corretto è solo viltà e conformismo, che i popoli oppressi sono anche un po' coglioni, che i malvagi oppressori hanno ragione a volte quando non sempre, che la vittima è anche colpevole, che del morto si può parlar male.
  17. "Se famo du spaghi" è lo slogan più alto mai udito dall'umanità.
  18. Noi gridiamo in faccia ai grandi vescovi di ogni religione, come ai grandi maestri dell'ateismo, che l'uomo non solo discende dalla scimmia ma tende spontaneamente al maiale. Ci bulliamo della loro pretesa di essere depositari della verità, ben sapendo che essa si trova sul fondo di ogni bicchiere di birra, per la precisione il prossimo, e non su ridicoli libri scritti da penosi pecorai del deserto, poco meno ignoranti delle bestie che pascolavano.
  19. Noi deridiamo i cori angelici e tiriamo la barba al profeta, noi rifiutiamo il noioso paradiso come le settantotto vergini, noi enunciamo che il martire è una carcassa come tante ed il santo è solo un fallito qualsiasi. Niente è sacro quanto il paginone centrale di Playboy, Amen.
  20. Tutti coloro che sottoscrivono il Manifesto dello Sturmo&Drango sono Capi dello Sturmo & Drango; al Capo ci si rivolge con l'appellativo di "Titanico Capo".
  21. Noi proclamiamo solennemente che il sacro esiste per essere profanato, che lo sdegno è una posa ridicola che richiede accoglienza di sonore scorregge, che l'indignazione merita come sola risposta il rutto, che lo scandalo non è altro che eccitazione per conto terzi. Nella zingarata è la più alta espressione della razza, intesa come quel pesce stupido che attraversò la strada ai brontosauri 300 milioni di anni fa, da cui la forma.
  22. Se non ti piace quello che ho cucinato, vai nella fottuta cucina e muovi le manine, idiota.