Tuesday, November 16, 2021

Lo scemo del villaggio

Una volta, molto tempo fa (e occorre essere più che vintage per averlo vissuto, direi d'epoca) in ogni paese c'era un bar.

Era il "bar del paese" e vi soggiornava quasi sempre "lo scemo del villaggio".

Costui era protagonista di ragionamenti come dire... un po' originali, accompagnati spesso da comportamenti ed atteggiamenti adeguati alla bisogna.

Nella comunità, spesso, aveva anche un soprannome di solito usato anche per apostrofare quelli che facessero ragionamenti simili.

Pur essendo le sue alternative tesi capaci di presa nella gente comune, non veniva considerato un pericolo poiché ciò che sosteneva aveva un uditorio limitato e, soprattutto, tutti sapevano chi era.

Era lo "scemo del villaggio" e quello che diceva, al massimo, suscitava una alzata di spalle.

Anche se, magari, sembrava corretto.

Sembrava eh...

Assomiglia a qualcosa questa storia?

Beh, si ma con una profonda differenza: oggi "lo scemo del villaggio" può rivolgersi ad una platea che supera i confini del bar e del villaggio e raggiungere chi non sa che lui è, appunto, "lo scemo del villaggio".

E cosa succede?

Che ciò che dice può essere preso per vero, soprattutto se ha o si presenta con un qualche titolo, vero o fasullo che sia.

Ed è allora che diviene un pericolo.

Quello che è successo è che gli "scemi del villaggio" hanno trovato il modo di farsi ascoltare da chi non li conosce.

Ma non solo, hanno anche avuto modo di sostenersi l'un l'altro dandosi credibilità.
"Ehi, non lo dice solo lui. Anche XXX sostiene le stesse cose"
Come sempre gli strumenti sono amplificatori di forza: più sono potenti, più forte è ciò che ottieni.
Il punto è sempre da dove parti.

In questo caso da una cosa che esiste dalla notte dei tempi: "lo scemo del villaggio"

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Wednesday, April 28, 2021

La secchiona

Ho finito gli esercizi di matematica
Brava
Adesso stacco un po' la mente
E che fai?
Quelli di fisica
Ed è staccare la mente?
Certo, è un'altra materia e devi pensare diversamente

La mia secchiona...

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Thursday, December 10, 2020

Lo scibile umano

Sempre più spesso assisto a una cosa che mi sconcerta ma non mi stupisce affatto.

Mai nella storia si era stati nella condizione di poter avere accesso all'intero scibile umano con la facilità e il costo irrisorio che internet permette.

Logica vorrebbe che questo fosse un bene per la nostra civiltà dato che l'accesso alla possibilità di verificare notizie, fatti e nozioni dovrebbe portare le discussioni al livello di confronto sui lati non esplorati di un argomento o su quelli più attinenti alle opinioni.

Invece no.

La finestra sul mondo viene utilizzata solo per trovare conferma delle proprie convinzioni nella certezza che esse siano esatte.

Quello che stiamo sperimentando, ed è la prima volta nella storia che possiamo farlo, è che l'umanità non trae giovamento diretto dall'accesso alla conoscenza ma, al contrario, viene incattivita e fomentata nell'odio del doversi scontrare con la dimostrazione dei propri errori.

L'odio e la rabbia che si vedono in alcuni thread sono frutto dell'incapacità ad accettare che una convinzione sia errata e che sia così facile scoprirlo.

Certo, non è facile per nessuno ammettere di essere in errore ed internet ci mette costantemente in un angolo togliendoci la possibilità di contare sull'ignoranza (intesa in senso di ignorare).

Crescere e migliorare significa correggere i propri errori ed accettarlo non come una sconfitta ma come una vittoria.

Una vittoria sull'ignoranza, una vittoria sull'errore, una vittoria per noi stessi.

Purtroppo constato che la società odierna non cerca una vittoria sull'ignoranza ma una sulle idee diverse dalle proprie, giuste o sbagliate che siano, e lo fa attraverso l'odio e l'ipocrisia.

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Tuesday, December 8, 2020

R.I.P. Chuck Yeager

Sono cresciuto nel mito di Chuck Yeager un uomo che ha finalizzato non una ma molte delle imprese tecnologiche che hanno fatto fare un balzo alla nostra umanità.

Perché dopo scienza e ingegneria occorre che qualcuno verifichi che le cose funzionano mettendoci il culo.

Se questo 2020 porta via anche uno come lui sarà ora che lo si prenda definitivamente maledettamente sul serio.

P.S. lo so che aveva 97 anni, ma era l'ultimo degli immortali.

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Monday, December 7, 2020

Di pancia

Quando una società, posta di fronte ad un accadimento, perde il pragmatismo e la capacità di fare ciò che è giusto, e non ciò che crede debba esserlo, ecco che si divide in due schieramenti.

Uno sostiene, di pancia, che il problema non esista e sia frutto di fobie o opportunismi.

L'altro sostiene, altrettanto di pancia, che l'accadimento sia la fonte di tutti i mali e propone soluzioni, appunto di pancia, di facile presa ma altrettanto facile fallimento.

Quello che succede poi è che finché il problema non tocca direttamente e praticamente la maggioranza delle persone vincano i primi.
Del resto negare e non fare nulla è facile e poco costoso.
Anche se deleterio perché non risolve e, spesso, la dilazione peggiora le cose.

Quando però il problema inizia a mordere vincono i secondi ed è in quel momento che si svela il bluff e ci si rende conto che le soluzioni di pancia non funzionano.

Alla fine ciò che resta è la certezza che nessuno dei due schieramenti abbia gli strumenti per affrontare l'accadimento.

Perché entrambi sono espressione di quello che è il vero ed unico problema: una società che ha preso la capacità di essere pragmatica.

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Sunday, December 6, 2020

La bolla

Occorre accettare che il mondo sia fatto anche di persone che mai avremmo voluto conoscere e che, prima dei social network, probabilmente non avremmo mai conosciuto.

Ho 54 anni e sono cresciuto credendo che la gente fosse ben diversa da quello che è realmente semplicemente perché non c'era il modo di saperlo.
Tanti accusano i social network di aver reso la gente quello schifo che vediamo oggi ma la realtà è che non hanno cambiato nulla.

La gente è sempre stata così.

Solo che non lo sapevamo perché, essendo le frequentazioni essenzialmente legate a canali limitati (presenza fisica, telefono diretto), giocoforza selezionavamo i contatti.

Quella che oggi chiamiamo "la nostra bolla".

Ecco, magari è un po' esagerato ma... devo smettere di leggere certi thread e i commenti sotto gli articoli di giornale.

E anche gli articoli stessi, a dire il vero.

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Wednesday, November 18, 2020

Scuole in presenza

Riflessioni senza pretese da padre di due figlie, una di 11 e l'altra di 14 anni.

Se consideriamo necessaria la didattica in presenza fino alla maturità vuol dire che stiamo parlando di studenti che hanno meno di 20 anni.

Il SARS-CoV-2 ha la maledetta caratteristica che a quell'età i contagiati sono in gran numero asintomatici ma comunque in grado di trasmettere ad altri il virus.

Come se non bastasse, il contagio si trasmette anche per aerosol, cosa che a marzo non era ancora così evidente, rendendo meno efficace il semplice distanziamento e più pericolosi gli spazi chiusi e affollati e poco areati.

Come le aule, soprattutto d'inverno.

Gli studenti divengono quindi il veicolo di infezione perfetto: a scuola si contagiano fra di loro senza che nessuno se ne accorga (uno studente viene testato solo se sviluppa sintomi e questo, abbiamo visto, succede raramente nella loro coorte di età) e poi lo portano a casa.

Qui, a perfetta insaputa di tutti, possono contagiare i familiari tra i quali ci sono persone di coorti di età più a rischio e che sono quelli che vediamo tra i positivi (o peggio).

Ma ci sono anche fratelli/sorelle, anch'essi studenti che, a loro volta, lo possono portare nella loro scuola e ricominaciare la catena.

Tutto questo sempre ad insaputa di tutti fino a quando un elemento della catena sviluppi sintomi.

Quindi?

Beh, sembra proprio che questo virus abbia deciso di prendersela con la scuola in presenza e dobbiamo farcene una ragione.

Ciò non significa che ci si debba arrendere all'evidenza ma bisogna essere realisti: non può essere un caso che in quasi tutti i paesi la seconda ondata sia seguita alla riapertura delle scuole.

Purtroppo l'unica cosa che si può fare, di fronte a queste caratteristiche del virus, per mantenere la scuola in presenza è il testing periodico, frequente e di tutti gli studenti che ridurrebbe ad un livello accettabile quel "all'insaputa di tutti" di cui parlavo più sopra.

Ovviamente dando per scontato che siano implementate tutte le altre misure di riduzione del contagio alle quali va aggiunta particolare attenzione alla ventilazione delle aule.

Un'ultima cosa: troppa gente è ancora ferma alle info di marzo e sottovaluta la trasmissione per aerosol tanto che molti che incontro sono ancora convinti che la mascherina (quella semplice) sia sufficiente a non prenderlo e se non la indossi basti stare un po' distanti.

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