Monday, April 4, 2011

Il presente dietro di te

Buongiorno, Maestro.
Se sarà un buon...
Si, si, lo so: se sarà buono me lo dirà quando sarà finito. Ma non è che così si finisce sempre per parlare del passato?
Secondo te, questo è male?
Beh, io preferisco il presente. Anzi, mi piace pensare e parlare del mio futuro.
Bada che colui che pensa al futuro lo fa solo per costruirsi ricordi migliori.
Come sarebbe a dire?
Sarebbe a dire che il presente, nel momento in cui hai coscienza di esso, è già passato. Un ricordo, appunto.
Ma... ma... quando io e Alina, beh, insomma... quando...
Copulate?
Si, diciamo che si può dire anche così... comunque quando siamo intenti a... come ha detto lei? Ah si, copulare, stiamo vivendo il presente mica il passato.
Sei sicuro?
Certo che sono sicuro! Ci mancherebbe: le tette di Alina sono il presente e non le palpo al passato.
Pensaci bene. Quando stai, per usare un termine che comprendi, "godendo" non stai per caso assaporando qualcosa che è oramai dietro di te?
Se intende l'anal, in quello penso che il Maestro sia lei...
La bassezza dei tuoi istinti è pari solo alla pochezza del tuo spirito.
Beh, però Larissa porta crema a carrettate...
Che secondo te, ovviamente, serve a quello. Vero?
Beh, certo. Non mi sembra che lei la usi come fondotinta.
A parte il fatto che la crema non si usa come fondotinta, se proprio dovessimo accedere a pratiche di sodomia sarebbe più indicata la vaselina. Non credi?
Non sono un esperto.
Ma Alina lo è. Fatti spiegare da lei.
Come sarebbe? Alina... Alina... ma... e lei come lo sa che è esperta?
Chi credi che abbia insegnato a Larissa?
Troia.
Come dici?
Niente, solo che...
Che?
Mi ha sempre detto che non voleva perché non sapeva come si facesse, se si provasse dolore e altre palle del genere. Troia.
Non trarre conclusioni affrettate. Non ti è venuto in mente che potesse semplicemente non aver voglia di esplorare con te quella via?
E perché mai?
Per costruirsi ricordi migliori.
Non ho capito.
Vedi, non essendo sicura che una pratica sodomita con te le possa piacere, preferisce evitarla per non dover poi convivere con un ricordo spiacevole. Probabilmente ciò non avviene con altre pratiche che, al contrario, ti invita a mettere in atto.
Quindi, secondo lei, quando scegliamo di non fare una cosa che riteniamo possa essere spiacevole, lo facciamo solo per non averne il ricordo e non per il fastidio che proveremmo durante l'atto?
Esatto. Del resto se fossi sicuro di non avere memoria delle conseguenze di una azione che si sia rivelata spiacevole, perché non farla? Potresti scoprire che ti piace ma, qualora non fosse, non avendone memoria l'eventuale disagio finirebbe con il terminare dell'atto stesso.
Quindi? Potrebbe farmi un esempio?
Hai mai pensato di fare il soggetto passivo in un rapporto?
Cioè prenderlo in culo?
Perché tra mille modi di dire scegli sempre il più volgare? Comunque si, intendo proprio quello.
Non ci penso nemmeno.
Perché, qualora non ti piacesse, hai paura di doverlo ricordare per tutta la vita.
No: perché sono sicuro che non mi piacerebbe e la memoria sarebbe anche il buco del culo che brucia, altro che ricordi.
A questo serve la crema.
Mi prende in giro?
Anche. Ma non dimenticare la lezione di oggi. Cosa hai imparato?
Che quando ripenso al passato devo stare attento a che qualcuno non me lo metta nel culo. E che Alina è una troia e questa sera la esploro io la via! Le apro il canale di Suez...
Semmai la galleria del Sempione.
E poi il volgare sarei io...

Friday, April 1, 2011

Scie feromoniche


UPDATE

Ci siete cascati, vero?
Lo so, lo so. Adesso direte che l'avevate capito subito che si trattava di un pesce d'Aprile.
Come, del resto, dicono tutti. Dopo.
Ringrazio gli sturmi che hanno contribuito con i loro commenti ad arricchire questa piccola auto-zingarata e vi assicuro che tutto ciò che è scritto in questo post e nei commenti è inventato.
Beh, per quanto ne sappiamo, ovviamente...


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Come ho scritto in altri post, in passato mi sono occupato di intelligence. Oggi vi voglio raccontare una cosa di cui venni a conoscenza e che, seppure indirettamente, ha a che fare con una delle tesi complottiste che più va di moda: le scie chimiche.

Personalmente non credo a queste fantomatiche scie per svariati motivi che ora non mi va di riproporre. Ma c'è qualcosa di peggio e molto meno discusso del quale sono venuto a conoscenza direttamente quando lavoravo al C.I.C.A.D.A., durante la guerra fredda.

Dovete sapere che a quei tempi si era alla ricerca di un modo per attivare le spie dormienti. Queste erano essenzialmente persone normali che venivano, per così dire, programmate a livello inconscio per eseguire un compito. Veniva poi loro cancellata coscienza di esso e lasciato un recettore in grado di riattivare non solo la memoria ma anche lo stimolo ad agire. Insomma, degli automi programmati con un codice di attivazione.

Il problema era però far giungere alla spia il codice di attivazione.

Dovendo, questo, solo sbloccare una azione preprogrammata di fatto poteva essere un segnale mandato ad uno qualsiasi dei sensi: una immagine, un suono e anche, e veniamo al nostro caso, un profumo.

Fin qui nulla di particolare: una bella donna passava con il profumo giusto e il dormiente si attivava, portando a termine la missione.

A questo punto ci fu qualcuno che propose di studiare un sistema che fosse in grado non solo di attivare una azione preprogrammata in una spia opportunamente preparata, ma che potesse stimolare uno dei nostri istinti innati in un soggetto qualunque non programmato.

Il più semplice di tali istinti è quello omicida che è presente anche nelle persone più tranquille sottoforma di istinto di sopravvivenza.

In pratica si cercava di creare il killer perfetto: uno sconosciuto assolutamente casuale passa accanto all'obiettivo e uno stimolo esterno lo sollecita ad ucciderlo. Nessun legame con l'assassinato, nessuna traccia, nessuna possibilità di essere scoperti.

Furono provate molte sostanze, dagli psicofarmaci alle anfetamine, dagli stimolanti agli allucinogeni ma il filone più promettente fu quello della stimolazione ormonale tramite feromoni.

In natura, del resto, lo stimolo sessuale/riproduttivo è quello che in molte specie scatena l'aggressività del maschio e da qui si partì facendo test su soggetti di sesso maschile stimolati da feromoni rilasciati da soggetti femminili particolarmente attraenti.

Quando lasciai l'incarico seppi che si era giunti ad una formulazione efficace ed in grado di attivare l'azione omicida ma era ancora incontrollata: tutti i soggetti nel raggio di azione dell'emissione di feromoni divenivano omicidi e si ammazzavano tra di loro, compreso l'obiettivo.

Ma oramai la strada era tracciata: il principio funzionava, occorreva solo scoprire come pilotare tale effetto in modo che attivasse solo l'attore scelto e ne orientasse l'azione unicamente verso l'obiettivo.

In realtà, venni a sapere più tardi, la soluzione era abbastanza semplice e si basava sul fatto che ogni essere umano è ricettivo ad una particolare chiave feromonica che, come le impronte digitali, è unica. Ma la cosa che rendeva fattibile il tutto è che tale chiave è determinabile a distanza attraverso opportuni "nasi" artificiali.

In pratica succede questo: l'obiettivo cammina per strada e la nostra squadra, nascosta in un furgone, monitora i soggetti a lui vicini. Scelto quello più adatto, rileva la sua chiave feromonica tramite il naso artificiale e, sulla base di questa, formula il feromone di attivazione che viene poi diffuso in atmosfera, direttamente dal furgone o attraverso un vettore. Generalmente come vettore si sceglie una bella donna perché è più facile nascondere la diffusione attraverso un profumo.

Come avrete già dedotto tale meccanismo è di una potenza inaudita.

Di fatto si può usare il feromone per indurre una scelta, un po' come avviene per la pubblicità subliminale: in presenza dell'oggetto da imporre si diffonde il feromone e si stimola con esso l'istinto voluto, ad esempio l'impulso all'acquisto.

Ma la cosa che più spaventa di tale strumento è che, funzionando particolarmente bene con gli istinti primordiali, si presta perfettamente a governare il consenso attraverso l'induzione di stati di benessere e tranquillità o, al contrario, violenza e belligeranza.

Ma anche a darvi l'impressione di aver mangiato benissimo in un certo ristorante o a trovarvi particolarmente a vostro agio in una certa SPA o in un certo albergo.

Quante volte vi è capitato? Molte vero?