Thursday, October 18, 2012

I dubbi

Maestro io... io...
Toh, guarda chi si rivede. Ne è passato di tempo. Constato però che ancora non hai perso l'abitudine di non finire ciò che inizi. Ad esempio le frasi.
Si, ha ragione. Ma, vede, mi sono preso una pausa di riflessione.
Secondo te riflettere è un momento di pausa?
Che c'entra. Anche leggere è una pausa distensiva.
Dipende da cosa leggi ma, soprattutto, da quanto comprendi di ciò che leggi.
E' vero. L'altro giorno mi sono imbattuto in un termine strano... mi pare fosse pleona... pleonus... qualcosa del genere.
Pleonasmo?
Ecco, si. Proprio quello. Maestro cosa significa?
Tu cosa pensi che sia?
Di primo acchito direi una malattia, tipo la pleurite...
E di secondo acchito?
Beh, qualcosa che ha a che vedere con il sesso come l'orgasmo, l'onanismo...
E queste interpretazioni hanno attinenza con il contesto in cui era inserita la parola nel testo che stavi leggendo?
Direi di si. Anzi, adesso che ci penso...
Basta così. Non voglio sapere cosa tu stessi leggendo.
In realtà guardavo le figure.
Non avevo dubbi. Ma torniamo a noi: per quale motivo avevi bisogno di prenderti una pausa?
Beh, io... non so se posso...
Avanti, la sincerità è la chiave di tutto il sapere e l'umiltà ne è la porta.
Orpo, questa me la segno.
Allora?
Ehm... mi sono chiesto se ciò che avevo imparato non fosse già più che sufficiente per uno come me. Prima che si arrabbi, lo so che si dovrebbe sempre tendere a qualcosa di più ma...
Ma?
Ho la certezza che, anche con tutto il tempo che mi resta da vivere non riuscirei a diventare molto più di quello che sono adesso.
Mi ricordi la storia dell'umanità.
Ellapeppa! Addirittura?
Non montarti la testa. Vedi, l'umanità ha subito rapidi momenti di evoluzione seguiti da lenti e lunghi momenti di stasi in cui spesso è tornata indietro. Questi periodi di stasi hanno generalmente coinciso con tempi nei quali erano prevalenti le certezze. Che venissero dalla religione piuttosto che dalla magia o dalla supersizione, per non parlare della scienza stessa, non importa.
Beh, ma una volta raggiunta una certezza questa è... insomma, è certa. No?
No.
Potrebbe essere un po' meno conciso?
Si.
Ehm... io aspetto eh...
Sei sicuro di aver trovato una certezza solo quando l'averne compiezza ti apre infinite nuove domande a cui rispondere.
Ma non vale! Come sarebbe a dire? Uno fatica tanto per trovare una risposta e quando la trova gli fanno un sacco di altre domande?
Esatto.
Ma è masochismo.
No. E' l'evoluzione. I periodi di stasi di cui parlavo sono proprio quelli in cui la gente fa la considerazione che hai appena fatto.
Quindi per evolvere bisogna fare come l'asino con la carota.
Più o meno. Ma non sottovalutare il mio insegnamento: l'evoluzione di un popolo avviene attraverso i dubbi, non le certezze.
Mi sorge un dubbio...
Vedi che c'è speranza anche per te?
Non mi prenda in giro.
Ti pare che sia cosa consona ad un Maestro irridere l'allievo?
No... certo che no, scusi... dunque dicevo: io sono qui per imparare, giusto?
Si.
E imparare significa che con i suoi insegnamenti io riduco i miei dubbi, giusto?
Si.
Ma se l'evoluzione avviene avendo i dubbi, non è che lei togliendomeli sta rallentando la mia evoluzione?
Ripensa a quello che ti ho spiegato prima riguardo al raggiungere delle certezze.
Aspetti un momento... certo! Ma allora è una fregatura: per ogni dubbio che mi toglie me ne fa sorgere un fottio di nuovi. Ecco perché mi sento sempre inadeguato: non è colpa mia, è colpa sua!
Come volevasi dimostrare.
Dimostrare cosa?
La nascita delle religioni o, se vuoi chiamarle in altro modo, delle superstizioni. L'uomo non accetta di convivere con i dubbi e si ribella a chi lo mette nella condizione di non poter fare a meno di notarli. Il risultato è la ricerca di una figura che dia certezze invece che suscitare dubbi e la prima cosa che tale figura farà sarà di invocare la colpa di qualcuno per l'esistenza di ciò che non sia spiegabile. Se pensi al concetto di Dio e Satana o, se vuoi essere laico, al concetto di fortuna e sfortuna ti accorgerai che si adattano perfettamente.
Ooooooh...
Chiudi la bocca, che mi bagni il pavimento. La lezione per oggi è finita e non dimenticare che abbiamo un appuntamento.
Non sarà quello che penso, vero?
Ho già fatto posto sulla mensola.
Facevo bene a continuare la pausa di riflessione...

Sunday, September 23, 2012

Cronache da una spiaggia, seconda stagione

La spiaggia attrezzata è uno spaccato della società a cui non saprei rinunciare. Permette di origliare le conversazioni e di rendersi conto del livello tragico di ignoranza che pervade il mondo odierno.

Questa è la seconda stagione di una saga iniziata per scherzo e proseguita per burla.

9 agosto
Essendo cambiato l'ombrellone, i vicini non sono più gli stessi. Ma non è cambiata la sostanza intesa come "omo de panza, omo de sostanza".
La famiglia allargata che ci circonda pur stando da un solo lato (e ho detto tutto) è ancora più pittoresca di quella dello scorso anno. Capitanata da una coppia lui/lei, si compone di svariate mamme con prole e prive di maschi.
Sembra un branco di leoni di mare e, probabilmente, ne raggiunge il peso.
L'unico maschio presente è una creatura vagamente sferica e glabra, di colore tendente al minio antiruggine e munito di cellulare dalla suoneria a campanella. Di fatto assomiglia ad una boa da segnalazione.
La sua metà ha forma e peso corrispondenti ma colore che vira al marrone cuoio. Probabilmente è verniciata meglio.
Quando arrivano insieme al mattino, non solo sdraio e lettino gemono prima ancora che si siedano ma pure l'ombrellone, nel vano tentativo di essere d'aiuto ai suoi compagni, si chiude da solo.
10 agosto
Il branco oggi era percorso da una forte preoccupazione: uno dei bimbi non va di corpo da parecchio. Prende vita una concitata discussione sui rimedi possibili e sui relativi effetti collaterali.
Alla fine, quando oramai sembrava raggiunto un accordo, dalle retrovie si ode la voce del maschio dominante:
"Ma lasciatelo in pace. Aspettiamo ancora un po' e semmai gli facciamo una pompetta di nitroglicerina".
Come no, e se non funziona magari una supposta di semtex che risolve il problema alla radice.
11 agosto
Oggi, complice un posizionamento geostrategico migliore, ho potuto osservare meglio il maschio dominante della famiglia allargata.
Trattasi di esemplare dotato di doppio mento e quadrupla nuca. Quest'ultima è particolarmente interessante perché, se in possesso di un soggetto calvo, assume la curiosa caratteristica di apparire a strisce quando distesa. Si, avete capito bene: quando abbassa la testa appaiono le stripes della bandiera USA, rosse e bianche alternate. L'effetto è esilarante, sembra lo snodo a soffietto di un animatronic del quale si siano dimenticati di colorare l'interno delle pieghe.
11 agosto
Oggi la spiaggia è semivuota.
Ora di pranzo? No.
Ora della pennica? No.
Troppo caldo? No.
Effetto della crisi? No.
In televisione c'è Juve-Napoli da Pechino.
Essere sulla terrazza più alta del paese in un momento in cui le finestre delle case sono tutte aperte mi ha permesso, al primo gol, di sapere con matematica certezza che tutti stanno seguendo la partita. Il boato di esultanza è stato tale che mia figlia si è svegliata e mia moglie mi ha raggiunto per chiedermi cosa fosse successo. In questo momento si odono cori e ole e mi chiedo da dove prendano tutta questa energia visto che negli altri giorni dormono tutti (tanto che i negozi qui aprono alle 17:00). Ma forse lo so già.
12 agosto
La crisi morde ma, evidentemente, non quanto le loro mandibole.
Il punto di riferimento per il concetto di "porzione" è decisamente diverso tra il mio e quello della famiglia allargata.
Oggi una femmina del branco voleva un caffé e un'altra ha aprofittato per farsi comprare i Ritz per il bimbo che avrà suppergiù 3 anni. Vi aspettereste di vederla tornare con un blister da merenda. Invece riappare con in mano una scatola formato famiglia (non chiedetemi per quale motivo un bar sulla spiaggia tenga tali confezioni, probabilmente conoscono i loro polli) che viene prontamente aperta e consegnata, intera, al bimbo che si applica al banchetto con entusiasmo. Per il resto del pomeriggio il bimbo farà ogni cosa con una mano sola: nell'altra ci sarà la scatola.
13 agosto
Oggi la boa verniciata meglio (lei) ha parlato per la prima volta. Avete presente Don Vito Corleone? Uguale, sebbene con dialetto diverso.
Il motivo di tanta loquacità era la scelta di un nuovo costume: ne indossava uno e veniva a farlo vedere al marito, lui diceva
"Questo ti sta bene"
e lei, sistematicamente, rispondeva
"No, mi si vede 'a panza"
Pure il marito aveva la faccia di quello che pensa
"Tesoro, per non vedere la tua panza bisogna voltarsi di 180 gradi (90 non bastano) altro che scegliere un costume adatto."
14 agosto
La spiaggia organizzata è uno splendido posto dove studiare uno degli aspetti più deleteri della società italiana: quello che è proprio si difende con le unghie, fosse anche l'ombra dell'ombrellone, mentre quello che è in comune, lungi dall'essere preservato perché di tutti, viene considerato di nessuno e, quindi, può essere bellamente distrutto.
La banale osservazione che quello che ti è servito oggi, e che hai rotto, possa servirti di nuovo domani, quando lo troverai rotto e ti lamenterai di questo col titolare del lido, non sfiora nemmeno le menti delle aquile circostanti.
Ogni riferimento alla specie degli uccelli è puramente voluta.
16 agosto
Il concetto di igiene, nel caso dei bimbi piccoli, mi ha sempre incuriosito.
Quando le bimbe erano infanti osservavo con curiosità le mamme accorrere a sterilizzare il ciuccio caduto a terra anche quando il bimbo stesse giocando sdraiato al suolo cacciandosi in bocca le manine con le quali toccava lo stesso pavimento su cui era caduto il ciuccio.
Ma torniamo a noi.
Il bimbo della famiglia allargata ha una urgenza idrica. La madre, tranquillamente seduta sulla sdraio sotto all'ombrellone di fronte al nostro, gli dice: "tra giù il costume e falla qui" e indica lo spazio alla base dell'ombrellone stesso, proprio tra sdraio e lettino.
Il bimbo, diligentemente, esegue.
Finita la minzione, la madre estrae dalla borsa stargate (nel senso che l'altro lato dello stargate deve trovarsi in un magazzino visto che ciò che estrae da essa durante la giornata non può fisicamente esservi contenuto) un pacchetto di salviette sterilizzanti e provvede all'igienizzazione della parte.
La cosa non è particolarmente bella ma non è nulla rispetto a quello che avviene un'oretta dopo, quando il bimbo e quella che presumo essere la sorellina o cuginetta, finito il bagno, vengono a giocare con la sabbia sotto l'ombrellone. Si, purtroppo avete capito bene: proprio nello stesso posto, con la stessa sabbia e sotto gli occhi della stessa madre seduta sulla stessa sdraio.
18 agosto
Il pulcino pio è qualcosa di più di un tormentone estivo. È una presenza inquietante in grado di manifestarsi all'improvviso in qualsiasi situazione ed in ogni luogo.
Capisco sia il protagonista delle baby dance e dei balli di gruppo in spiaggia, immagino possa avere un senso nelle playlist dei dj che animano le feste disco dance dei lidi fino a notte inoltrata ma trovarmelo al ristorante, nei negozi o al supermercato francamente è come se ti passeggiasse sui testicoli con i tacchi a spillo. E per un pulcino mettere i tacchi a spillo non è una cosetta da niente.
Pensate che la sera della vigilia di ferragosto, che qui, complici i fuochi d'artificio della madonna, è dedicata ai falò in spiaggia con gli amici, c'era l'immancabile tipo con la chitarra che tra un Baglioni e un Battisti ha infilato una versione unplugged del pulcino pio. Ai miei occhi la scena è virata immediatamente dal Rosso Antico al Bianco Sarti, con punte di Amaro Cora e un retrogusto di Don Bairo l'uvamaro.
19 agosto
Esempi di mentalità imprenditoriale locale.
Supermercato di catena nazionale, banco affettati. Qui hanno un buon prosciutto locale che mi piace perchè assomiglia molto al Serrano. Giunto il mio turno ne chiedo un paio di etti. Risposta:
"Eh, ma è da aprire."
Pur contro il mio interesse e giusto perchè il mattino presto sono accomodante, rispondo:
"Allora mi dia due etti di Parma."
"Eh, ma sono tutti da aprire."
A questo punto divento il bieco nordico e intimo:
"Beh, allora apra il locale e me ne dia due etti."
Di malavoglia il tipo fa il suo dovere e in poco tempo ho quello che avevo ordinato.
Faccio notare che era mattina di un giorno infrasettimanale quindi la miserabile scusa di non voler aprire un prosciutto per lasciarlo ad ossidare durante la chiusura non sta in piedi. Così come non sta in piedi la scusa di voler favorire una marca piuttosto di un'altra, dato che tutti erano da aprire. Inoltre c'enta poco anche la mia cadenza nordica, dato che la prima domanda l'aveva fatta la moglie, che, alla bisogna, vanta un notevole accento lucano. Peraltro cosa sperava il tipo? Di arrivare a fine turno senza aprire un crudo? Boh.
21 agosto
Esempi di mentalità imprenditoriale locale.
Passeggiata in centro con bancarelle di prammatica.
La piccola vede la macchina dello zucchero filato che, peraltro, è curiosamente rimasta uguale a quella che si usava quando io avevo l'età della piccolina. Ovvio farglielo provare. Risposta:
"Oggi non si può fare perchè c'è troppa umidità e lo zucchero non fila."
Fermo restando che si tratta della serata più secca da quando sono qui, lo zucchero filato l'ho quasi sempre preso nei luna park al mare o a Bergamo d'estate, quando l'umido si taglia col coltello e non ho mai sentito di questo problema. Evidentemente il tipo ritiene più redditizio stare dietro al banco delle caramelle sfuse che spostari alla macchina dello zucchero filato.
24 agosto
Fine.


Quando il sole tramonta nell'acqua è il momento di tornare.

Sunday, June 17, 2012

Grande e piccolo

Il teatro è gremito.
Lei è sola sul palcoscenico immenso, buio e vuoto.
È piccola come il faretto che la illumina.
È piccola come i suoi sei anni.
È grande nel suo coraggio.
È grande nella sua determinazione.
Parte la musica, un sorriso e via.
Il palcoscenico diventa piccolo piccolo.
Il palcoscenico si illumina dalla sua felicità.
Il palcoscenico si riempie della sua gioia di vivere.
Un padre non può chiedere nulla di più alla vita.

Wednesday, May 30, 2012

Predire e spiegare

L'Italia è un curioso paese nel quale la popolazione è in gran parte convinta che ciò che sia spiegabile a posteriori debba essere anche prevedibile a priori.

Tuesday, May 15, 2012

Servizi telematici e disservizi umani, la rivincita

Rivincita dei servizi telematici sui disservizi umani, grazie a Regione Lombardia.

La piccola vicenda personale da cui scaturisce il tutto la trovate qui ma riassumo a grandi linee. Mio padre, per errore, si trova con la tessera sanitaria regionale CRS bloccata sia nel PIN che nel PUK. Il call center della Regione Lombardia correttamente ci dice che va richiesta una nuova tessera ma il problema sorge allo sportello della ASL di competenza dove il personale non capisce il problema, fornisce informazioni errate e conclude con la emblematica frase:
Ma, scusi, in fin dei conti a lei che funzioni il PIN a cosa le serve?
Come potete notare dalla distanza tra i post è passato un po' di tempo dovuto ad un viaggio all'estero di mio padre che solo oggi è potuto tornare allo sportello dell'ASL per rifare la tessera. Del resto non aveva alternative perché gli avevano detto che avrebbero ritirato la tessera e non poteva andare all'estero senza.

La persona allo sportello di oggi, però, sembra di un altro pianeta rispetto a quella della scorsa volta. Non credo che in Regione leggano questo blog quindi ritengo si tratti di una coincidenza, fatto sta che risolve il problema in un battibaleno.

Mio padre si presenta e dice che ha la tessera con PIN e PUK bloccati. L'operatrice riconosce subito il problema e, correttamente, risponde che occorre rifare la tessera.
A questo punto, però, mio padre le fa presente che tra due settimane dovrà recarsi di nuovo all'estero e che non può andarci senza la tessera. La risposta è immediata: non c'è problema perché la tessera gli viene restituita subito. Ovviamente da questo momento è valida solo come codice fiscale ma vengono stampati contestualmente alla richiesta di duplicato due documenti: uno è la tessera sanitaria provvisoria in forma cartacea con la stessa validità di quella definitiva e l'altro è una certificazione che è in corso la pratica per la sostituzione della CRS. Il tutto valido anche all'estero.

Prende la tessera di mio padre, la inserisce nel suo lettore e in pochi istanti escono stampati i due documenti e viene confermata la richiesta di duplicato. La nuova tessera arriverà direttamente a casa.

Tempo necessario: meno di dieci minuti, comprese le spiegazioni.

Come sempre, è l'essere umano il fattore chiave di una catena tecnologica.
Nel bene e nel male.

P.S. il tag "vadavialcul" è solo per fare in modo che questo post appaia insieme all'altro ma, ovviamente, non è appropriato.

Tuesday, May 8, 2012

La letterina

Guardo la bimba grande e penso a quando sarà adolescente, a quando dovrò esercitare il dovere di padre. So che molto, se non tutto, dipenderà da quello che sarò stato in grado di fare adesso.

Penso a quello che le dico, a quello che le insegno, alle fiabe che le racconto o le faccio vedere in film...
Cari genitori,

Jasmine ha una relazione con un ragazzo sporco e senza casa di nome Aladdin.
Biancaneve vive da sola con 7 uomini.
Pinocchio è un bugiardo.
Robin Hood è un ladro.
Tarzan se ne va in giro senza vestiti addosso.
Uno sconosciuto ha baciato una bella addormentata e lei lo ha sposato.
Cenerentola ha mentito ed è scappata una notte di nascosto per andare ad un party.

Davvero, cosa ho fatto di male?
È così che mi avete cresciuto.
Ops...

Wednesday, April 18, 2012

La tavoletta della vita

Incomincio a sentirmi vecchio. Mi sono accorto che se parlo della tavoletta del water quelli che mi circondano pensano al tablet con cui leggere al cesso.

Friday, April 13, 2012

Servizi telematici e disservizi umani

UPDATE: questo post ha avuto un seguito che trovate qui

Come azzerare i vantaggi di una evoluzione tecnologica.

Piccola vicenda personale.

La regione Lombardia mette a disposizione un notevolissimo numero di servizi direttamente on-line attraverso l'autenticazione per mezzo della CRS (carta regionale dei servizi o tessera sanitaria) e lo stesso fa l'INPS autenticandosi sul sito tramite la stessa CRS. I servizi sono comodi ed efficienti. Ad esempio si può pagare direttamente con carta di credito il bollettino INPS della propria collaboratrice domestica (verificando anche lo storico dei pagamenti) o interrogare il proprio fascicolo sanitario scaricando gli esiti degli esami o le prescrizioni del proprio medico di famiglia.

Per accedere ed autenticarsi occorre la tessera, il relativo PIN e un lettore di smart card. Nessun problema solo che mio padre ha cambiato la tessera da poco e durante l'ultimo accesso non si accorge che sta usando il PIN della vecchia tessera. Dopo tre tentativi il PIN si blocca e va sbloccato attraverso il PUK (come un telefono). Ma qui sbaglia di nuovo perché, convinto di avere in mano PIN e PUK corretti (invece erano quelli della vecchia tessera) inserisce anche il PUK sbagliato e la tessera, giustamente, si blocca. Dico giustamente perché la CRS non è solo una normale tessera ma contiene anche il certificato digitale con cui firmare elettronicamente i documenti e quindi è maledettamente sensibile.

A questo punto mio padre mi chiama per sapere cosa fare. Chiamo il numero verde della Regione Lombardia e, spiegata la cosa, l'operatore identifica immediatamente il problema e mi conferma quello che già sospettavo: occorre chiedere il rilascio di una nuova tessera. La cosa è perfettamente logica: se perdo un mazzo di chiavi di casa è giusto che cambi le serrature, anche se lo ritrovo.

Quindi mio padre si reca allo sportello dell'ASL per richiedere la nuova tessera e qui comincia l'avventura: il personale di tale sportello non capisce il problema. L'impiegato inserisce la tessera nel lettore, esegue un test (senza inserire alcun PIN e non gli passa nemmeno per la testa che se il problema era il PIN il suo test non serva a nulla) e sentenzia che è tutto a posto "probabilmente era solo smagnetizzata" (smagnetizzata? Una tessera a microchip? ). Stampa di nuovo PIN e PUK e restituisce il tutto a mio padre che rientra a casa e prova di nuovo ad usare la tessera. Ovviamente non è cambiato nulla essendo la tessera bloccata. Quindi torna alla ASL, altro operatore e stesso esito "La tessera funziona perfettamente. Probabilmente è il suo computer." (risposta standard per scaricare la responsabilità della propria ignoranza).

A questo punto mio padre mi chiama di nuovo e questa volta stampo gli screenshot del programma di gestione della CRS con i messaggi che indicano chiaramente che la tessera ha PIN e PUK bloccati. Con queste stampe mio padre torna per la terza volta allo sportello dell'ASL e finalmente ottiene la risposta che il call center della Regione mi aveva dato subito ma occhio al dialogo che riporto:
[ASL] Eh si, è bloccata. Occorre fare una nuova tessera. Ci vorrà circa un mese per averla.

[Mio padre] Settimana prossima devo andare all'estero. Nell'attesa mi lasciate questa tessera o mi date un documento sostitutivo?

[ASL] No. La tessera la ritiriamo e non è previsto un documento sostitutivo.

[Mio padre] E nel frattempo io resto senza tessera sanitaria?

[ASL] Si. Ma, scusi, in fin dei conti a lei che funzioni il PIN a cosa le serve?
Ecco, l'ultima frase è emblematica: è la rappresentazione di una realtà che sta tagliando le gambe al nostro paese. Un funzionario pubblico che non solo non conosce il suo mestiere e non sa compiere le mansioni per le quali viene pagato ma addirittura non ha nemmeno capito il significato e la portata degli strumenti che sarebbe pagato per diffondere e per far conoscere e far funzionare.

No, la pubblica amministrazione non è così arretrata come la si dipinge. Le tecnologie ci sono e sono operative. Ma non funzionano perché sono messe nelle mani di chi è nato con la macchina da scrivere e il telefono e pretende di continuare a vivere in quell'epoca per non dover studiare. Per poter continuare a fare il suo compitino routinario. O, peggio, di chi vede nei servizi telematici un pericolo per il proprio posto di lavoro e tenta di boicottarlo.

Monday, April 9, 2012

Da grande farò l'astronauta

Oggi riflettevo sul decommissioning dello Shuttle.

Negli anni sessanta si costruivano mezzi in grado di portare l'uomo sulla Luna, a 300.000 Km di distanza dalla Madre Terra. Negli anni ottanta lo Shuttle si limitava ad andare poco oltre l'atmosfera. Oggi... oggi siamo seduti qui, sul nostro pianeta e al massimo mandiamo sonde robotiche.

Sembra di leggere un libro di storia al contrario.

Lo so, tutto questo ha anche un senso: l'evoluzione della robotica e della sensoristica, nonché dell'intelligenza artificiale ha reso meno determinante la presenza umana e questo lo vediamo anche sui campi di battaglia dove, in cielo, si usano sempre più droni e sempre meno velivoli con pilota. Ma non posso non pensare al fatto che la corsa alla Luna, il sogno di viaggiare nello spazio fossero anche dei formidabili sproni allo sviluppo scientifico e tecnologico di una umanità che aveva voglia di raggiungere traguardi oltre l'immaginazione.

Guardatevi intorno e se avete le competenze scientifico/tecniche necessarie provate a togliere dagli oggetti che vedete i materiali e le tecnologie che sono state sviluppate per la corsa alla Luna. Poi togliete quelle che sono frutto della corsa agli armamenti. Anche quelle di armi che non sono mai state usate, tipiche del periodo della guerra fredda.

Cosa resta?

Resta un mondo in cui nessuno di noi vorrebbe vivere, peraltro privo anche del mezzo su cui mi leggete.

L'obiezione classica a questo punto è che non sia necessario andare sulla Luna per sviluppare, ad esempio, un nuovo materiale. Invece no. Solo esigenze estreme e prive di alternative portano a sviluppi eccezionali. Laddove è possibile un compromesso, ci si fermerà a quello. Per fare una pentola antiaderente non sarebbe mai stato necessario né possibile economicamente sviluppare un materiale come il teflon. Ma per andare sulla Luna si, e questo ci ha permesso di goderne i vantaggi anche in settori che mai avrebbero giustificato il suo sviluppo e che si sarebbero accontentati di un compromesso.

Se chiedi qualcosa di possibile ottieni una risposta normale. Solo se chiedi l'impossibile ottieni qualcosa di straordinario, qualcosa che va oltre il conosciuto. Qualcosa che fa fare un balzo all'intera umanità.

Guardo il mondo di oggi, le sue miserie, il suo guardarsi l'ombelico e quello che vedo è una umanità che ha smesso di sognare in grande. Ha smesso di credere che ciò che oggi consideriamo impossibile in realtà potrebbe avverarsi. E se anche non si avverasse, nel tentativo si raggiungerebbero comunque traguardi innovativi, eccezionali, impensabili.

Si dice che non ci siano i soldi. Balle. Non si navigava nell'oro nemmeno nel passato ma si era più pragmatici, più determinati. Si aveva voglia di sacrificare qualcosa per raggiungere un sogno, per avviarsi lungo una strada nuova. Certo, spesso questi "sognatori" venivano derisi, sfidati a provare le loro convinzioni. Ma l'umanità ha sempre progredito grazie a queste persone, che hanno saputo indicare un obiettivo oltre l'orizzonte visibile e a coloro che si sono impegnati per raggiungerlo, anche quando non lo credevano possibile.

Quando Verne scrisse "Il giro del mondo in 80 giorni" era un sogno. Oggi lo facciamo in un tempo misurato in ore.
Quando Kennedy disse che gli USA avrebbero portato un uomo sulla Luna entro la fine del decennio pochi lo credettero possibile, per primi i sovietici. Certo, la NASA sapeva che c'era una buona probabilità di riuscire ma i piani erano pieni di punti di domanda legati alla tecnologia ed ai materiali. Quella tecnologia e quei materiali però vennero sviluppati e i punti di domanda in gran parte cancellati, inseguendo il traguardo che quel sogno aveva posto.
Quando Reagan annunciò al mondo l'intenzione di realizzare l'SDI, questo era un progetto basato in gran parte su tecnologie non ancora esistenti. Ma fece crollare l'Unione Sovietica trascinandola in una sfida tecnologica che non avrebbe potuto evitare né perdere (a differenza della corsa alla Luna, pena la sicurezza nazionale) ma che non poteva permettersi perché il suo modello socio/economico non era in grado di raccoglierla.

Negli anni '50 e '60 i bambini sognavano di fare gli astronauti, oggi di partecipare ad un talent show. Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.

Tuesday, February 14, 2012

San Valentino

San Valentino è la festa degli innamorati.
Lo stereotipo, l'abitudine, l'immagine è sempre la stessa: lui e lei, lei e lui.

Però...

Mica solo loro sono innamorati. Oltre a lui e lei possono esserci anche due bimbe,
un divano e un film.

Anche questo è San Valentino e il film magari è Shrek.




Friday, January 27, 2012

Il terremoto

Maestro... Maestro...
Cosa c'é? Cosa succede? Perché quest'aria allarmata?
Il terremoto... non lo ha sentito?
No.
Come no? Ne parlano tutti... la gente è in strada.
E tu senti un terremoto con le orecchie?
Come sarebbe a dire?
Ripensa a ciò che hai detto. Hai sentito il terremoto o ne hai solo sentito parlare?
Beh, effettivamente io non me ne ero accorto ma...
Ma cosa?
Ad un tratto ha cominciato uno a dire "il terremoto" e tutti gli altri "si, è vero" e hanno incominciato a scappare.
Quell'uno era davanti ad un computer?
Si, certo... e con questo?
Scommetto che stava leggendo le notizie.
Non capisco, Maestro.
Hai sentito il terremoto? Intendo fisicamente?
Beh, se devo dire la verità ero un po' impegnato...
In cosa per non sentire una scossa di terremoto?
Diciamo attività fisica...
Ti riferisci a quello che penso?
Io... io... insomma, sono fatti miei privati, non le pare?
Non discuto. Solo mi chiedevo come avessi fatto a sentire uno che diceva "il terremoto". Era li a guardare?
Ma cosa dice! Ma le pare che lo faccio in pubblico? Era alla televisione.
Questa lezione si sta rivelando estremamente preziosa per capire i tuoi costumi.
Quali costumi?
Certo non quelli di Carnevale.
Quelli da nuoto? Ok.. non mi guardi così...
Farò finta di non aver sentito. Mi riferivo al fatto che non è un costume solito quello di copulare con la televisione accesa.
Come no? Con un bel film porno...
Appunto. In tal caso sarebbe anche comprensibile, sebbene sia discutibile il fatto che tu abbia bisogno di un simile aiuto o integrazione. Ma da quanto mi hai raccontato si trattava evidentemente di un programma in diretta e contenente persone che stavano al computer.
Beh, si... ma la tv era accesa da prima e non sono stato li a spegnarla nel momento in cui... insomma... quando ho cominciato.
Infatti il punto non è questo.
E quale sarebbe?
Sarebbe che nell'impeto dell'amore tu stavi ascoltando il programma tv. E con attenzione. Non credo che la tua partner sia contenta di questo.
Si, lo credo anch'io ma... ehm...
Perché sei diventato tutto rosso?
Non so come spiegarlo... io...
Io cosa?
Stavo facendo bricolage.
Esci di qui.
Maestro... io... va bene. A domani. Che figura...