Thursday, April 29, 2010

L'Italia del futuro

Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, deputato del PdL:
... La vittoriosa sfida dell’Inter al Barcellona è una metafora che va ben oltre il fatto sportivo. Quella per cui abbiamo tifato ieri è un po’ l’Italia del futuro, quella che raggiunge l’eccellenza non "contro", ma "grazie" all’immigrazione. Immigrazione di qualità, ma sempre immigrazione. ...
Considerato che in campo non c'era un italiano che fosse uno di che cacchio di metafora si tratta?

A meno che la metafora non intendesse che nel futuro gli italiani facciano i Moratti della situazione, cioè comandino e gli immigrati lavorino per far raggiungere l'eccellenza al padrone.

Un po' come in Alabama nel secolo scorso...

P.S. stendo un velo pietoso sul chiamare "immigrati" i nostri calciatori stranieri...

Monday, April 19, 2010

Polvere di Albione

Mariaaaa... vieni a vedere che bella cartina c'è in televisione. Si vede il percorso della nuvola di polvere del vulcano e dove arriverà. L'hanno previsto gli inglesi con il computer. Dicono che hanno un modello infallibile.
Come dici?
L'hanno disegnata gli stessi che avevano detto che questo doveva essere l'inverno più caldo della storia? E che glielo diceva il loro modello climatico infallibile?
Ma vadavialcul...

Sunday, April 18, 2010

Il genio della lampada

La piccola più grande ha quattro anni e vive ancora nel mondo delle fiabe. Per lei principi e principesse sono compagni di giochi e le problematiche classiste che ne derivano sono giustamente ancora lontane.

Così il bravo papà (io) ha comprato il DVD de "La principessa e il ranocchio" di Disney e ieri sera ce lo siamo visti tutti insieme sul divano di casa.

Mentre scorrevano le immagini e vedevo la bimba alzarsi a ballare sulle note del jazz di New Orleans (se vi piace il genere musicale, buttateci una occhiata) ripensavo a questo articolo sulla "censura" dei classici per l'infanzia a cura del governo di José Luis Zapatero.

Riassumo per chi non volesse leggere l'articolo della Stampa:
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L’iperfemminista ministero dell’Eguaglianza del premier socialista spagnolo José Luis Zapatero, insieme con il sindacato degli insegnanti Fete-Ugt, hanno lanciato «Educando nell’uguaglianza»: una crociata rosa in 42 mila opuscoli, distribuiti al corpo docente, che smonta la visione patriarcale della società trasmessa - sostengono - da queste favole da sempre «maschiliste».
Non solo: l’offensiva zapaterista propone, invece dei classici amati da tutti i bimbi di tutto il mondo, la novella «La principessa differente», la storia di una nuova eroina politicamente corretta.
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«Il nostro opuscolo vuole cercare favole non sessiste, visto che fiabe come quelle di Charles Perrault sono di solito piene di stereotipi. E quasi tutte collocano le donne e le bambine in una situazione passiva, in cui il protagonista, generalmente maschile, deve realizzare diverse imprese per salvarle», ha tuonato Laura Seara, direttrice dell’«Istituto della Donna»
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E Rosa Fontaiña, presidente della galiziana «Red de Mujeres», incalza: «Le novelle per pargoletti come quelle di Perrault devono essere ritirate, perché i racconti di principi azzurri che salvano le principesse sono sorpassati e contribuiscono a condizionare i più piccoli».
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Il ministero dell’Uguaglianza, diretto dalla beniamina di Zapatero, la 33enne Bibiana Aidó (che vuole tra l’altro introdurre, in tutte le università, obbligatoria, la nuova materia «Femminismo»), tira dritto. «Quando raccontiamo le fiabe, regaliamo parole, e le parole sono un alimento tanto importante come il cibo e il sonno - esordisce l’opuscolo socialista -. Le novelle sono anche loro parte della cultura e attraverso le loro avventure si trasmettono valori maschilisti».
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Lo so che siete curiosi: com'è «La principessa differente»? Cito sempre dall'articolo:
La fiaba esordisce così: «Non molto tempo fa c’era una principessa che si chiamava Alba Aurora, delicata ed amabile, ma anche molto agile e sportiva e a cui piaceva, tutti i sabati, scalare montagne o fare camping in spiaggia».
Anche qui c’è il principe azzurro, ma rimane al palo: un giorno bussa alla finestra di Alba Aurora, offrendole di riscattarla da un mago malvagio o da un orco enorme.
Io non ne conosco - è la risposta sprezzante -. Ma se così fosse, avrei trovato da sola il modo di liberarmene».
Il principe, tristissimo, se ne sta per andare, quando Alba Aurora gli propone di visitare la Muraglia Cinese in moto. Lui accetta entusiasta e la ragazza gli prende un braccio, lo fa ballare, lo abbraccia. Poi montano sul bolide «e diventarono buoni amici...».
Se crdete che siano invenzioni giornalistiche sappiate che anche io lo ho pensato ma non è così. Questo è il link al pdf dell'opuscolo, direttamente dal sito istituzionale:
http://www.educandoenigualdad.com/IMG/pdf/infantil_catalan_3.pdf
Andate a pagina 14 e ridete. O mettetevi a piangere. O lanciate un epiteto.

O chiedetevi, come ho fatto io guardando gli occhi sognanti di mia figlia: ma questi cosa hanno nella testa, le scimmie urlatrici?

Monday, April 12, 2010

iAd: e adesso?

Apple annuncia una piattaforma per lo sviluppo e la diffusione di contenuti pubblicitari e lo fa a modo suo. Cioè non dice che si tratta di un sistema per infilare qui e là volgari spot nelle apps sviluppate per i suoi prodotti e prendere una percentuale su di essi.

No, Apple non fa di queste cose.

Si tratta, invece, di un omaggio al mondo dei creativi per favorire la loro inventiva e permettere l'emersione di tutto il loro talento multimediale.

Cerrrrrrto..., serve una fontana nel centro di Roma poco usata? Vi regalo anche l'acqua.

Il punto è che mi sto divertendo a vedere le reazioni della cosiddetta blogsfera. Quella che "la pubblicità interrompe la magia dell'opera", che "dietro gli spot ci sono le multinazionali che sfruttano il lavoro minorile", che "gli spot aumentano le emissioni di anidride carbonica", che...

Per molti questa è una brutta botta. Una sorta di "contrordine compagni" alla Guareschi. Come se Petrini, quello di Slow Food, domani fondasse una catena di fast food per far concorrenza a Mc Donald's e dichiarasse che lui ci mangia tutti i giorni perché è sano e permette l'emersione del talento nel rivoltare gli hamburger che oggi è nascosto e represso nelle cucine dei ristoranti.

Immaginate la faccia dei radical chic, che ovviamente hanno tutti Apple, all'apparire di uno spot della Nike (orrore e raccapriccio, i bimbi che cuciono i palloni! I bimbi!) sul loro iPhone?

Ah, già. L'ha fatto Jobs e quindi è cosa buona e giusta.

Sgombriamo il campo da equivoci: sono un pragmatico e ritengo che la pubblicità sia l'anima del commercio. Apple segue una sua strategia di business come tutte le grandi aziende e ha trovato un suo filone forte del fatto che all'indubbia inventiva e capacità tecnica unisce un appeal che sconfina nel fashion.
Io sono per Windows/Linux ma sono un tecnico/sviluppatore e capisco benissimo chi, dovendo solo usare uno strumento e non programmarlo, preferisca una user experience diversa. Quello che mi dà fastidio è l'idolatria farlocca che circonda guru Steve: in fin dei conti non è diverso dagli altri big delle multinazionali e Apple non è diversa dalle altre multinazionali stesse.

Non è che i suoi prodotti li regali o li metta a disposizione dell'umanità. Ci fa i soldi!

Thursday, April 1, 2010

Quella volta che...

Qualche anno fa mi dilettavo a scrivere canzoni. Le componevo al pianoforte e poi le arrangiavo con una Solton MS4 e un Roland JV80. Niente di che, mi divertivo e passavo un po' di tempo. Siccome poi ero una specie di lupo solitario, un po' sfigato con le donne e decisamente poco interessato ai passatempi farlocchi, il sedermi al piano con un buon bicchiere di rum era una delle cose che preferivo.

Anche se ho detto che ero un po' sfigato con le donne questo non vuol dire, però, che qualcuna non riuscissi ad invitarla a cena. Del resto sono un discreto cuoco e questo ha il suo fascino.

Così, quella sera preparai un carpaccio di spada, un riso venere con salmone e gamberi e un branzino al forno con pomodorini ed olive nere. Ovviamente il tutto accompagnato da un buon Donna Fugata.

Lei apprezzò molto. Dopo la cena, addocchiò il piano e mi chiese: "lo suoni tu?".
Risposi che si, lo strimpellavo ma che non mi chiedesse di suonarle questo o quest'altro perché quella tastiera era tarata solo su quello che scrivevo io.

"Suona per me", disse.

Mi sedetti e suonai. E cantai. Ad un certo punto lei si alzò e si sedette accanto a me sulla panchetta. Si dondolava seguendo il ritmo. Gli occhi chiusi evidenziavano le lunghe ciglia nere. Le labbra rosse si muovevano impercettibilmente, come se conoscesse le parole del testo. I lunghi capelli neri le scendevano sulle spalle e, celando una parte del volto, le davano un'aura di mistero.

Poi aprì la bocca e disse: "Questa canzone è bellissima, sembra Venditti."

Venditti?

Il mondo mi crollò addosso e nulla fu più come prima. Il JV80 finì su di una mensola dove da più di dieci anni fa il tecno-soprammobile e il mio amato piano prese la via di un rivenditore di strumenti usati.

Quanto potere hanno i piccoli particolari: bastava che lei scegliesse un altro nome e forse ora sarei a suonare il piano con un buon bicchiere di rum poggiato a fianco della tastiera anziché qui a scrivere minchiate davanti ad uno schermo.

Ma avrebbe anche potuto andare peggio. Avrebbe potuto dire, che so, Nino D'Angelo.
No, in questo caso non lo avreste saputo mai perché ora non sarei qui a scrivere. Non avrei resistito e mi sarei suicidato con alle orecchie le cuffie e nel walkman una cassetta di Al Bano e Romina.