In un recente post Uriel, di cui seguo il blog
con l'avidità con cui mangio un buon salame nostrano, si chiede per quale motivo
l'MI6 non abbia fatto fuori Soros dopo che, qualche anno fa, questi aveva cercato di
affossare la Banca centrale inglese.
Fermo restando che, come ho già detto in altro post, l'intelligence non ha potere
decisionale, ritengo valga la pena considerare il fattore "too big to shoot", dove
il "too big" non è il singolo personaggio ma il bersaglio che esso rappresenta.
Mi spiego meglio: se abbatto Soros cosa succede?
Capite che dalla risposta a questa domanda scaturisce l'opportunità o meno di una
azione diretta.
Se il pericolo diminuisce allora vale la pena prendere in considerazione la cosa,
ma se aumenta sotto forma di incertezza allora no.
Rispondere a questa domanda è compito della politica, non dell'intelligence
(nota: per politica non intendo i nostri rubagalline incapaci di presentare le liste
elettorali ma coloro che sanno cosa significhi difendere un Paese).
Quando uno come Soros mette in atto un piano a medio-lungo termine, coinvolge
tutta una schiera di enti/persone/ambienti ai quali attribuisce precisi
compiti. Un po' come disporre le tessere di un domino, ognuna delle quali ha
una posizione specifica ed è necessaria perché il gioco riesca.
A questo punto l'eliminazione del "capo" rischia di creare una situazione di
instabilità addirittura più critica del piano criminale perché potrebbe portare
agli stessi disastri senza nemmeno avere una idea di come questi avverranno.
E' come nelle demolizioni controllate: il capo stabilisce come debba cadere l'edificio
e, a tale scopo, dispone le cariche in funzione di una ben precisa sequenza di scoppio.
Supponiamo, a questo punto, di voler evitare il crollo facendo fuori il capo ma senza
sapere dove si trovino le cariche e quale sia la sequenza prevista. Cosa otteniamo?
Il pericolo che ogni carica esploda per conto suo in modo incontrollato portando
l'edificio a cadere a pezzi su ogni cosa che lo circondi. Questo è peggio del
lasciar avvenire la demolizione che, sebbene grave, è un evento al quale ci si
può preparare.
In quest'ottica il ruolo dell'intelligence è più quello di scoprire cosa bolla in
pentola piuttosto che sparacchiare più o meno a caso. Non fraintendetemi,
con questo non voglio affatto dire che si debba lasciare il mondo in mano agli squali
della finanza ma che il farne fuori uno non è risolutivo.
E questo è voluto e parte del loro piano.
Soros non è scemo, sa benissimo che, nel momento in cui ci fosse la consapevolezza
che eliminando lui venisse meno il pericolo, un servizio segreto disposto a
portare a termine il compito lo si troverebbe. Quindi mette le cose in modo che
vengano alla luce quando è oramai troppo tardi: "too big to shoot".
Purtroppo il mondo della finanza ha generato i suoi mostri e li ha pure messi nella
condizione di potersi proteggere sfruttando la paura legata agli effetti di una
loro dipartita più o meno casuale.
Personalmente ritengo che si possa fare poco contro quelli oggi esistenti se non
prepararsi come ci si prepara per un terremoto: facendo in modo che le loro scosse
incontrino istituzioni sempre più resistenti.
Per quanto riguarda il futuro, invece, si deve operare tipo rupe tarpea: queste cose
devono morire nella culla grazie a norme e controlli in grado di scoprire le falle
del nostro mondo economico per turarle prima che qualche squalo ci si infili.
P.S. per chi credesse che nel mondo dei servizi segreti di oggi certe cose non siano
più possibili ricordo solo due nomi: Alexander Valterovich Litvinenko e
Viktor Andriyovych Yushchenko.
Ah... e, ovviamente, la diossina si trova al supermercato nel reparto detersivi e il
Polonio al banco del pesce.
Tuesday, March 2, 2010
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al di là che queste cose sono facili in una dittatura ma molto complicate legalmente e politicamente (direi persino moralmente) in una democrazia (uno stato che violi la legge con un esecuzione extragiudiziale è un po' un problema legale, non a caso Israele e Stati Uniti usano queste esecuzioni contro coloro che hanno passato quella che Lenin chiamava la linea del sangue che rendeno questo tipo di esecuzioni in qualche modo riconducibili al diritto di guerra).
ReplyDeletePoi Soros in realtà non è il male, i veri criminali della finanza sono altri.
Soros fa i soldi in una maniera molto semplice quando qualcosa (normalmente una moneta o le azioni di una società) sono sopravvalutate (era il caso della sterlina e della lira negli anni 90) lui ci gioca al ribasso contro. In altre parole detta il primato dell'economia e della realtà sulla politica e l'ideologia. A mio parere cio è quasi etico.
Carlo
Soros ha "cominciato" in maniera molto semplice. Quando è diventato grosso abbastanza ha usato questa sua forza (economica, mediatica, lobbystica etc...) per essere lui l'artefice di sopravvalutazioni e svalutazioni dalle quali trarre profitto.
ReplyDeleteSemplificando con un esempio quello che tu descrivi è il giocatore di borsa "legale", quello che è diventato Soros è quello che usa aggiotaggio e insider trading.
Sarebbe etico se non giocasse allo stesso modo.
Ovviamente è la mia opinione.