Tuesday, June 8, 2010

Festa Democratica

Di solito non scrivo di politica ma ieri, tornando verso casa, mi sono imbattuto in un cartello appeso ad un palo della luce. L'aspetto era un po' da lettera minatoria vista la mescolanza di testo stampato e numeri aggiunti a mano. Diceva pressappoco così:
Festa Democratica
dal 2 al 6 di giugno
a XXXX
tutte le sere pizzeria e ristorante
Il cartello aveva fondo bianco, Festa era scritto in verde, Democratica in rosso ed il resto in nero. Nessun logo, nessun simbolo, solo testo.

Come avrete intuito si tratta della ex festa dell'Unità.

Nel mentre completavo il restante tragitto verso la mia magione, ridendo di gusto, mi sono sorte spontanee alcune osservazioni.

La prima è ovvia: quando i vertici del partito democratico hanno deciso di rottamare un brand consolidato e tradizionale come "Festa dell'Unità" cosa avevano in testa?
Le fave di Fuksas?
Gli occhialini bianchi della Wertmüller?
La calottina da pallanuoto di Moretti?
Il divano in tela etnica al profumo di negro sudato della signora Giancavla (© Yoss)?
Le scimmie urlatrici?
No perché, vedete, pur non essendo io di sinistra ero un po' affezionato alla vecchia, gloriosa, paesana, "grassa" Festa dell'Unità.
Era un appuntamento annuale classico di ogni paese. Sapeva di Peppone e Don Camillo, di discussioni accese davanti ad una birra (o vino, dipendeva dalle zone), di costine e salsicce, di impeti sanguigni, bestemmie e strette di mano, di utopie sospirate e speranze nel futuro radioso dell'alba socialista.

Ma, soprattutto, era una festa di popolo a cui partecipava la gente comune, quella gente a cui il PD oggi non riesce, o non vuole perché, sotto sotto, la disprezza, più parlare.

Mi soffermo sul cartello perché, a mio avviso, racchiude tutto il fallimento del PD.

Non c'è il logo del partito, uno deve dedurre che è la festa del PD dall'uso dei colori e dalla parola "Democratica". In questo c'è mancanza di identità (logo) e trionfo del "ma anche".
Si crede che non identificando il partecipante alla festa invitandolo esplicitamente ma lasciando il messaggio generico si possa coinvolgere anche chi PDdino non è. In realtà il messaggio che si ottiene è opposto: non sanno chi sono e quindi chi invitare. Inoltre è fastidiosamente elitario, del tipo "non c'è bisogno del logo, il nostro elettore sa che siamo noi. Se non lo sa è un ignorante senza cultuva che è meglio voti per la Lega".

Non c'è un messaggio teso a fare "politica" intendendo con questa la condivisione di opinioni e relativa discussione delle stesse. C'è solo "pizzeria e ristorante".
Signori del PD sono queste le cose importanti della vostra festa? No perché per una pizza posso andare anche al lago che c'è una vista migliore. Ovvio che l'interesse è anche fare cassa vendendo da mangiare ma, almeno, non mettetelo come unica attrattiva.
Volete qualche idea?
  • Tutte le sere politica al buffet con pizzeria e ristorante
  • Tutte le sere discussioni tra una pizza e una salsiccia
  • Tutte le sere buoni piatti e parole in libertà
Lo so, non sono granché ma non faccio il pubblicitario con il loft a Milano. Il punto è che per far meglio di "Tutte le sere pizzeria e ristorante" basta un muratore della Val Seriana.

Per ultimo il nome: "Festa Democratica"

Festa democratica? Cosa significa?
Che puoi accedere liberamente e può cacciarti solo una autorità eletta democraticamente dalla maggioranza dei partecipanti?

Che puoi scegliere liberamente e democraticamente se mangiare costine o salsicce?

Che puoi scegliere liberamente e democraticamente se bere birra o vino?
Io non sono padrone della cultura tipica dei frequentatori di loft ma non mi sembra che queste cose non siano presenti nelle altre feste di paese, siano esse sagre o "politiche".

Cioè, mi piacerebbe vedere come è fatta una "Festa Totalitaria".

5 comments:

  1. Guarda, io sono nato in un paesino che aveva una maggioranza bulgara, tipo alle comunali raggiungevano l'80%, quando non c'era proprio la lista unica. La festa de L'Unità era uno degli avvenimenti centrali del paese, assieme alla sagra dell'immacolata concezione e alla festa del patrono; poi, ad un certo punto, è arrivata la Festa dell'Ulivo, con i colori smortini, poi non ricordo cosa altro e adesso, probabilmente (si tiene in luglio, per cui c'è ancora tempo), si chiamerà festa democratica... chissà se alle salsicce e alle costine preferiranno il sushi e il couscous, che sono meno discriminatori.

    Mi scende una lacrimuccia.

    Cordialità

    Attila

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  2. @Attila

    Non credo che faranno sushi e il couscous perché la signora Giancavla (© Yoss) che va alla Festa Democratica vuole mangiare o far finta di mangiare o raccontare di aver mangiato le costine. Poi esce da li e va in un sushi bar ma può dire di aver vissuto una sera "tra la gente" a mangiare "salsicce".

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  3. Faccio outing.
    Ebbene lo ammetto, anche io in passato sono stato alla festa dell'Unità, a Tovino, mica cazzi, la stalingrado del nordovest. Un centvo kultuvale mica da ridere, la cittò della Fiat. C'era e c'è gente come Novbevto Babbio, Novelli, c'è ancora il filosofo dal pensiero indebolito Giannino Vattimo.

    Guarda che però il termine "democratica" è utilizzato nella stessa accezione di "Repubblica Democratica Tedesca" ossia il paese della Stasi.
    Nessun rimpianto.

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  4. @leftheleft

    Guarda che però il termine "democratica" è utilizzato nella stessa accezione di "Repubblica Democratica Tedesca"

    Lo so bene. Il problema è che non lo sanno loro.

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  5. @ Late
    Le fave di Fuksas?
    Gli occhialini bianchi della Wertmüller?
    La calottina da pallanuoto di Moretti?
    Il divano in tela etnica al profumo di negro sudato della signora Giancavla (© Yoss)? Le scimmie urlatrici?

    m'ero dimenticato:
    LOL.
    analisi giustissima.
    Stategia oramai zero.

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