Thursday, April 1, 2010

Quella volta che...

Qualche anno fa mi dilettavo a scrivere canzoni. Le componevo al pianoforte e poi le arrangiavo con una Solton MS4 e un Roland JV80. Niente di che, mi divertivo e passavo un po' di tempo. Siccome poi ero una specie di lupo solitario, un po' sfigato con le donne e decisamente poco interessato ai passatempi farlocchi, il sedermi al piano con un buon bicchiere di rum era una delle cose che preferivo.

Anche se ho detto che ero un po' sfigato con le donne questo non vuol dire, però, che qualcuna non riuscissi ad invitarla a cena. Del resto sono un discreto cuoco e questo ha il suo fascino.

Così, quella sera preparai un carpaccio di spada, un riso venere con salmone e gamberi e un branzino al forno con pomodorini ed olive nere. Ovviamente il tutto accompagnato da un buon Donna Fugata.

Lei apprezzò molto. Dopo la cena, addocchiò il piano e mi chiese: "lo suoni tu?".
Risposi che si, lo strimpellavo ma che non mi chiedesse di suonarle questo o quest'altro perché quella tastiera era tarata solo su quello che scrivevo io.

"Suona per me", disse.

Mi sedetti e suonai. E cantai. Ad un certo punto lei si alzò e si sedette accanto a me sulla panchetta. Si dondolava seguendo il ritmo. Gli occhi chiusi evidenziavano le lunghe ciglia nere. Le labbra rosse si muovevano impercettibilmente, come se conoscesse le parole del testo. I lunghi capelli neri le scendevano sulle spalle e, celando una parte del volto, le davano un'aura di mistero.

Poi aprì la bocca e disse: "Questa canzone è bellissima, sembra Venditti."

Venditti?

Il mondo mi crollò addosso e nulla fu più come prima. Il JV80 finì su di una mensola dove da più di dieci anni fa il tecno-soprammobile e il mio amato piano prese la via di un rivenditore di strumenti usati.

Quanto potere hanno i piccoli particolari: bastava che lei scegliesse un altro nome e forse ora sarei a suonare il piano con un buon bicchiere di rum poggiato a fianco della tastiera anziché qui a scrivere minchiate davanti ad uno schermo.

Ma avrebbe anche potuto andare peggio. Avrebbe potuto dire, che so, Nino D'Angelo.
No, in questo caso non lo avreste saputo mai perché ora non sarei qui a scrivere. Non avrei resistito e mi sarei suicidato con alle orecchie le cuffie e nel walkman una cassetta di Al Bano e Romina.

7 comments:

  1. Con "Felicità" a palla, ovviamente!

    ;-)

    Cordialità

    Attila

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  2. @Attila
    Ovviamente.
    E pile di ricambio per il walkman qualora la cosa si facesse lunga.

    :-)

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  3. si ma la tipa te la sei scopata ? possibile che tu ometta la parte più importante ?

    Carlo

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  4. lo riscrivo so mica se è passato.

    Ma la tipa te la sei fatta ?
    Non puoi tralasciare il punto piu importante.
    Senno uno pensa che hai mollato perché non funzionava

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  5. @Carlo
    Il post era riferito solo all'aspetto musicale della cosa. Non ho mai usato le mie canzoni come espediente per rimorchiare (a differenza della mia abilità di cuoco) perché erano una cosa più importante di una scopata.

    Certo, se una mi chiedeva di suonare per lei ed ero dell'umore giusto lo facevo ma, credimi, senza vederlo come un modo per avvicinarmi al momento topico.

    Per rispondere alla tua domanda: no, non l'ho scopata. Dopo essere stato paragonato a Venditti non è che mi sentissi molto in forma :-)

    P.S. alle gentili signore in lettura: questo scambio di battute grettamente maschiliste fanno parte della normale dialettica che caratterizza il cameratismo di noi maschietti.
    Per quanto mi riguarda non ho mai invitato una ragazza con lo scopo di portarmela a letto. Beh... almeno non l'unico scopo ;-)

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  6. pensa se avesse detto "sembra guzzanti che imita venditti!"
    sai che notte di passione!

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  7. @leftheleft
    Beh... almeno le avrei potuto rispondere qualcosa del tipo "e tu sembri la Bindi che imita la Canalis" :-)

    P.S. no, non avrebbe funzionato. Lei non era come la Bindi. Scusate il maschilismo ma nel caso non l'avrei invitata a cena.

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