Leggo libri sull'intelligence da prima di essere stato costretto ad occuparmene ma,
se devo dire la verità, mi hanno sempre visto molto scettico nel considerarli qualcosa
più di un romanzo, indipendentemente dalla loro fattura, ricchezza di fonti e
verosimiglianza.
Innanzitutto, per essere qualcosa che non sia un tecnothriller alla Tom Clancy, un libro
che tratti di intelligence deve essere scritto da uno che nei servizi ci abbia lavorato.
Un esterno non farebbe che riportare in bella copia ciò che le agenzie lasciano volutamente
trapelare (in modo più o meno misterioso - e anche questo è voluto), finendo per credere di
enunciare verità nascoste quando sta solo scrivendo un romanzo ispirato da altri.
D'altro canto un autore interno al sistema soffrirebbe (in grande) del mio stesso problema:
le cose più interessanti non le può/vuole scrivere e, quindi, non può che decidere se essere
onesto con i lettori oppure no.
Se è onesto dichiara la sua reticenza e scrive ciò che può/vuole ben sapendo che non ne verrà
nulla di eclatante.
Se non è onesto, cosa che per una spia potrebbe essere parte del mestiere, fa finta di
niente, inventa delle storie affascinanti e le ammanta di un'aura di autorevolezza e
veridicità legate al suo passato.
In entrambi i casi saremmo al cospetto di nulla che possa, se non marginalmente,
svelarci alcunché di legato alla realtà delle cose. Come ho già detto in altro post, il
miglior servizio segreto è quello che fa accadere le cose senza che nessuno si accorga
che esiste e questo, semplicemente, non è compatibile con l'esistenza di una letteratura
veritiera su di esso.
Attenzione, con questo non voglio dire che i libri sull'intelligence raccontino palle o
non valga la pena leggerli. Solo occorre tenere presente che raccontano la facciata o,
se vogliamo, ciò che si vuole venga conosciuto. Purtroppo la parte più
interessante ed appassionante è, e per fortuna resterà, chiusa in pesanti armadi blindati
o, più probabilmente, nella testa delle poche persone che ne sono a conoscenza.
Saturday, February 6, 2010
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"Un altro aspetto da considerare è poi che l'intelligence non ha potere decisionale"
ReplyDeleteEsatto.
Mi e' piaciuto davvero, proprio un bel seguito.
@Yoss
ReplyDeleteAvere il tuo apprezzamento è sempre un piacere.
In realtà l'intelligence ha un potere decisionale proporzionale a quanto tiene per le palle i politici decisori. Tu mi capisci che una valigetta contenente info imbarazzanti può molto... ;-)