Monday, February 8, 2010

Intelligence e 11 settembre

E' oramai consuetudine affermare che l'11 settembre sia stato un fallimento soprattutto dell'intelligence che non lo seppe prevedere e non ne dette avviso. Sulla base di ciò che sappiamo è certamente così e, personalmente, propendo per considerarlo l'ipotesi più plausibile.

Ciononostante, alla luce di quanto ho scritto sull'intelligence e quello che si sa del loro operato, voglio proporvi una provocazione.

Leggete l'ultima frase del mio post sull'intelligence
Non lasciare che il tuo senso morale ti impedisca di fare ciò che è giusto.
e provate a pensare a questo: se il lasciar accadere l'11 settembre fosse stato necessario per fermare un attentato con una bomba nucleare da 1 milione di morti cosa avreste deciso?
Attenzione, non parlo di una ipotesi di attentato, ma di una certezza: si sa che avverranno sia l'uno che l'altro e il modo per fermare il secondo è lasciar accadere il primo.

Come cambierebbe il vostro giudizio sull'operato dell'intelligence?

No, non date la risposta farlocca che occorreva fermarli entrambi perché dai lettori di questo blog mi aspetto una sana dote di realismo e pragmatismo militare.

Interessante vero?

Un altro aspetto da considerare è poi che l'intelligence non ha potere decisionale. Fornisce informazioni, può dare l'allarme, ma poi sono i decisori che devono trasformare tutto questo in azioni concrete assumendosene la responsabilità nei confronti della popolazione.
E' qui che avviene lo scontro tra le misure da prendere, sulla base di quella che spesso è una ipotesi, e il loro grado di accettazione da parte di chi le deve subire.

Diciamoci la verità: se il presidente USA avesse imposto le regole di oggi perché la CIA lo avrebbe informato del fatto che qualcuno avrebbe fatto schiantare due aerei contro i grattacieli di New York lo avrebbero scuoiato vivo e messo sotto sale.

Facciamo un giochetto.

Supponiamo di avere previsione che in una certa zona si verificherà un terremoto in una certa settimana. Ovviamente c'è un grado di errore e, quindi, l'evento potrà accadere oppure no (se fosse certo non sarebbe una previsione ma una premonizione. Avercene...).
L'azione possibile per i decisori è l'evacuazione della popolazione.
Facciamo la tabellina delle possibilità:
  • non ordinano l'evacuazione e non avviene il terremoto = proteste (che culo però)
  • non ordinano l'evacuazione e avviene il terremoto = proteste
  • ordinano l'evacuazione e non avviene il terremoto = proteste
  • ordinano l'evacuazione e avviene il terremoto = che culo
Difficile scegliere, vero, quando l'evacuazione di centinaia di migliaia di persone crea problemi logistici non indifferenti (non si tratta solo di spostare la gente e trovarle un riparo ma anche di proteggere le loro proprietà rimaste incustodite, per dirne una)?

2 comments:

  1. Ti avevo lasciato un commento anche qui.

    Mi sa che se lo e' mangiato Blogger.

    Vabbe', no prob.

    Rinnovo i complimenti.

    Yossarian

    :-)

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  2. @Yoss
    No prob and many thanks.

    Sto preparando una cosina sulla differenza tra informazione e notizia e su quanto sia deleterio quando una spia scambia l'una per l'altra...

    Stay tuned

    P.S. ovviamente i tempi dipendono dagli oramai 6 kg per 61 cm (meno di due mesi... 'mazza quanto magna, per fortuna allatta mia moglie altrimenti sai che spesa).

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