Ad un tratto mi chiede:
Papà, come si scrive 21?
Disegna un due e poi metti vicino un uno.Diligentemente esegue.
Papà, e come si scrive 34?
Disegna un tre e poi metti vicino un quattro.Mi guarda e si illumina in viso. L'impressione è che abbia capito il meccanismo percui tento di verificare tale impressione e le chiedo:
Quindi come si scrive 47?Immediata risponde:
Un quattro con vicino un sette.Da orgoglioso papà, gongolo dentro di me e la osservo tornare a scrivere. La sento pronunciare i numeri ma ad un tratto...
Dieciuno, diecidue, diecitre...Sto per correggerla ma mi fermo. All'improvviso mi rendo conto che ha ragione:
Per quale motivo al mondo diciamo undici se poi per tutti gli altri casi diciamo ventuno, trentuno, quarantuno...
ha ragione lei. bon
ReplyDelete@leftheleft
ReplyDeleteSolo che a me toccherà spiegarle che ha torto...
In parecche lingue i numeri da 1 a 20 tendono decisamente all'irregolarità, salvo regolarizzarsi dopo. Non so perché il limite sia proprio nel 20, ma è così.
ReplyDeleteTranquillo Late. A 5 anni e mezzo avrà capito che nella lingua italiana esistono le irregolarità: così come non dirà più "dicete" invece di "dite" (errore che mia figlia di 3 anni e mezzo fa ancora) presto imparerà che anche i numero a volte sono ingannevoli ;)
ReplyDelete@cosmopolitan
ReplyDeleteIl punto non è che lei impari che ci sono irregolarità o incongruenze in ciò che la circonda, questo avverrà naturalmente e secondo il suo percorso di apprendimento. Sono io che mi chiedo perché mai debbano esserci. ;-)
Le irregolarità nei nomi dei nuneri fino al venti sono probabilmente dovute al fatto che sono i Naturali cui è possibile dare una rappresentazione fisica in base al nostro corpo - dita delle mani e dei piedi - ed è possibile dare a ciascuno un 'nome proprio', non un nome 'costruito' in base alla teoria ed alla induzione.
ReplyDeleteIl tutto IMHO, eh.
fre.
@fre
ReplyDeleteSicuramente esiste una ragione che ci abbia portato a tale scelta ma ciò non toglie che, vista alla luce di una mente semplice e razionale, tale scelta risulti essere una stupidaggine.
Bel post! I bambini sanno sempre come meravigliarci! Mia nipote (6 1/2 anni) me ne da in prova in continuazione! :)
ReplyDeleteComunque, sulla pronuncia dei numeri mi sono incuriosito e credo, vado di fanta-archeo-numerologia, che venga tutto dallo scontrarsi della numerazione latina e quella araba: continuiamo a pronunciare, almeno in parte, i numeri come li pronunciavano i latini, che davano la priorità all'unità rispetto alla decina (tipo 21 per loro era "unus et vīgintī, uno e venti"), ma li scriviamo con la notazione araba.
@Minkia Mouse
ReplyDeleteGià, ma questo non spiega perché ci sia un salto di standard tra i primi venti e i successivi.
Il problema non è usare un metodo o l'altro ma mischiarli. E' proprio il mix che è difficile da comprendere per la mente razionale di un bambino:
"Perché papà?"
"Perché... perché... già, perché?"
Hai ragione... magari è una questione di frequenza di utilizzo. Secondo te si può ipotizzare che l'uso
ReplyDeletedei primi 15/20 numeri sia maggiore rispetto ai successivi? Magari questo può aver permesso la trasmissione ed il mantenimento nel tempo della pronuncia latina...
(continuo ad andare di fanta-archeo-numerologia)
@Minkia Mouse
ReplyDeletePuò essere ma non dimenticare che sia Napoleone che Hanlon sostenevano di "Non attribuire a consapevole malvagità ciò che può essere adeguatamente spiegato come stupidità"...