Wednesday, November 18, 2020

Scuole in presenza

Riflessioni senza pretese da padre di due figlie, una di 11 e l'altra di 14 anni.

Se consideriamo necessaria la didattica in presenza fino alla maturità vuol dire che stiamo parlando di studenti che hanno meno di 20 anni.

Il SARS-CoV-2 ha la maledetta caratteristica che a quell'età i contagiati sono in gran numero asintomatici ma comunque in grado di trasmettere ad altri il virus.

Come se non bastasse, il contagio si trasmette anche per aerosol, cosa che a marzo non era ancora così evidente, rendendo meno efficace il semplice distanziamento e più pericolosi gli spazi chiusi e affollati e poco areati.

Come le aule, soprattutto d'inverno.

Gli studenti divengono quindi il veicolo di infezione perfetto: a scuola si contagiano fra di loro senza che nessuno se ne accorga (uno studente viene testato solo se sviluppa sintomi e questo, abbiamo visto, succede raramente nella loro coorte di età) e poi lo portano a casa.

Qui, a perfetta insaputa di tutti, possono contagiare i familiari tra i quali ci sono persone di coorti di età più a rischio e che sono quelli che vediamo tra i positivi (o peggio).

Ma ci sono anche fratelli/sorelle, anch'essi studenti che, a loro volta, lo possono portare nella loro scuola e ricominaciare la catena.

Tutto questo sempre ad insaputa di tutti fino a quando un elemento della catena sviluppi sintomi.

Quindi?

Beh, sembra proprio che questo virus abbia deciso di prendersela con la scuola in presenza e dobbiamo farcene una ragione.

Ciò non significa che ci si debba arrendere all'evidenza ma bisogna essere realisti: non può essere un caso che in quasi tutti i paesi la seconda ondata sia seguita alla riapertura delle scuole.

Purtroppo l'unica cosa che si può fare, di fronte a queste caratteristiche del virus, per mantenere la scuola in presenza è il testing periodico, frequente e di tutti gli studenti che ridurrebbe ad un livello accettabile quel "all'insaputa di tutti" di cui parlavo più sopra.

Ovviamente dando per scontato che siano implementate tutte le altre misure di riduzione del contagio alle quali va aggiunta particolare attenzione alla ventilazione delle aule.

Un'ultima cosa: troppa gente è ancora ferma alle info di marzo e sottovaluta la trasmissione per aerosol tanto che molti che incontro sono ancora convinti che la mascherina (quella semplice) sia sufficiente a non prenderlo e se non la indossi basti stare un po' distanti.

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Thursday, November 12, 2020

Il nemico esponenziale - strategia e tattica

E niente, troppi non colgono il fatto che non si può combattere un esponenziale con difese lineari.

Se anche avessimo il doppio delle terapie intensive e dei letti in ospedale senza rallentare la circolazione del virus saremmo nella stessa situazione solo un paio di settimane dopo.

Questo non significa che non fosse necessario potenziare la struttura e investire soprattutto in personale (medici e infermieri perché letti e posti si possono approntare molto più velocemente che formare un intensivista).

Ma non può essere un modo per affrontare la pandemia.

Innanzitutto perché non funziona, a meno di pensare di avere un numero di letti e terapie intensive elevatissimo.
E poi perché esiste un problemino: significa ragionare più o meno in termini di "lasciamo correre il virus tanto possiamo curare quelli che lo prendono"

Già.

Però tra quelli che lo prendono ci sono anche quelli che riusciamo a curare ma ne escono con danni permanenti.

E poi quelli che non riusciamo a curare e ne escono in una bara.

Oh, qualcuno dice che dovevano morire lo stesso.

Però lo fanno prima del previsto.

Tutto questo per dire che sicuramente abbiamo un problema di carenza di personale e strutture nel nostro SSN e che questo problema va affrontato e risolto MA aumentare il numero di terapie intensive e posti letto non va e non deve essere considerata una strategia.

Aumentare le capacità di assistere e curare è tattica.
Ridurre la circolazione del virus è strategia.

Con la tattica vinci le battaglie ma la guerra la vinci con la strategia.

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Saturday, November 7, 2020

Inseguitori

Siamo un paese di inseguitori.

Agiamo solo quando è inevitabile perché non vogliamo assumerci la responsabilità del possibile errore di valutazione insito nella prevenzione.

Contro nemici che scalano esponenzialmente perderemo sempre.

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Monday, November 2, 2020

Il nemico esponenziale

Se il nemico scala esponenzialmente ma le difese scalano solo linearmente occorre agire quando sembra inutile e con provvedimenti che sembrano sproporzionati.

La chiave è quel "sembrano".

L'attesa è giustificata la prima volta (forse), la seconda è incompetenza strategica.

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