Tuesday, August 31, 2010

I duellanti

Qui a lato trovate il link a due blog. Non sono blog qualsiasi anche se non ho alcuna intenzione di etichettarne gli autori come blogstar, termine che mi suscita sentimenti simili alla pellagra.

London Alcatraz e Wolfstep sono la magione di Yossarian e Uriel. Due tipi che più diversi non potrebbero essere ma che, allo stesso tempo, se fossero più vicini si fonderebbero all'istante.

La loro capacità di suscitare interesse trattando dei più svariati argomenti in modo spesso non convenzionale e totalmente diverso da quello che troviamo sui media mainstream è fonte di goduria e arricchimento intellettuale che ha, a mio avviso, pochi uguali nella rete.

Il massimo si ha quando duellano su di uno stesso argomento partendo dalle opposte mentalità che si trovano ad avere, vuoi per percorso formativo, vuoi perché nello scegliere lo stesso e nel successivo lavoro hanno assecondato la loro predisposizione mentale.

Se a questo aggiungete che rifuggono dal pensiero sbroc mainstream, dal facile luogo comune e dal politically correct capite che vale la pena leggerli anche se dovessero scrivere di cucito.

Tutto questo per dirvi che non è da perdere assolutamente la loro ultima tenzone, innescata da questo post di Yossarian su London Alcatraz a cui ha risposto Uriel su Wolfstep con il post "Minaccia" (Uriel non ama che vengano linkati direttamente i suoi posts).

Il thread che ne risulta e a cui partecipano altri autori di valore (ad esempio Dott. Falecius) è un piccolo trattato che meriterebbe di stare su di un grande giornale.
Ma, come ho scritto nel mio commento al post di Yoss, non essendocene alcuno nel nostro paese meglio che resti qui per il nostro godimento.

Quindi prendete birra e patatine e buona lettura.

Quanto a me non sono intervenuto perché non ho nulla da aggiungere alle loro disquisizioni né ho le competenze necessarie a stabilire chi sia più nel giusto, stante il fatto che credo abbiano ragione entrambi.

Dopo questa affermazione molto democristiana vorrei però sottolineare una cosa che, trattando spesso di "informazioni", mi sta molto a cuore.

Ogni ricostruzione storica tesa a valutare e giudicare la validità delle scelte fatte sul campo dagli attori dell'epoca è sicuramente interessante ed apprezzabile ma soffre di un problema che ne mina in parte la fondatezza: il contesto informativo è, giocoforza, diverso.

Per contesto informativo intendo l'insieme delle informazioni, la loro affidabilità e grado di certezza, la mentalità del decisore e le pressioni ambientali esterne.

Lo storico che si mettesse nei panni del personaggio dell'epoca e cercasse la risposta alla domanda: "nelle sue condizioni, cosa avrei fatto?" troverebbe, a mio avviso, una risposta nettamente diversa a quella che lui stesso avrebbe dato se fosse stato realmente il decisore dell'epoca.

Il fatto è che, come ben noto a chi si occupa di analizzare la correttezza di decisioni prese nel passato allo scopo di migliorare gli stessi processi decisionali, il contesto informativo non è riproducibile.

Non lo è perché il decisore di oggi ha in più, rispetto all'originale, la conoscenza non solo delle informazioni sue ma anche di quelle della controparte, nonché dell'esito di una delle scelte a sua disposizione e, soprattutto, ha la possibilità di eliminare l'incertezza dalle informazioni stesse.

Per quanto un decisore odierno si sforzi di ignorare queste informazioni in più rispetto all'originale non ritengo possibile che non possa esserne influenzato e guidato verso una soluzione che oggi appare ovvia ma che nel contesto informativo originale poteva non esserlo.

A tutto questo dobbiamo poi aggiungere le pressioni ambientali e la diversa mentalità del decisore.

Le pressioni ambientali si traducono generalmente nell'avere poco tempo per prendere una decisione. Lo storico può analizzare una situazione per mesi e anni, simulare varie possibilità, scrivere un paper e ricevere i rewiews di una intera comunità accademica e poi... sbottare dicendo che tal dei tali era un cretino.
Mi pare di sentirlo il generale dell'epoca: "Grazie al cazzo, se avevo le tue informazioni, i tuoi consulenti, le spie che mi dicevano con certezza cosa aveva e faceva il nemico e un paio di anni per prendere la decisione ci arrivavo anch'io".

La diversa mentalità del decisore è invece figlia dell'evoluzione dei costrutti socio culturali e dell'influenza che questi hanno nel nostro processo decisionale. Ogni epoca ha i suoi tabù, la sua forma di politically correct, il suo pensiero mainstream, i suoi vincoli culturali e, per usare un termine introdotto da Dott. Falecius nella discussione tra Yoss e Uriel, i suoi "costi morali" delle decisioni. Difficile pensare che tutto questo non abbia influenza su un processo decisionale e ancora più difficile pensare che sia riproducibile.

Per concludere non vorrei essere frainteso: tutto questo non inficia la bontà e la necessità delle analisi a posteriori ma occorre tenerne conto qualora lo scopo di tali analisi sia quello di evitare il ripetersi di errori decisionali.

Wednesday, August 25, 2010

Il tempo

Maestro, cos'è il tempo?
Intendi quello atmosferico o, per restare su di un piano che sei in grado di comprendere, quello che si misura con l'orologio?
Intendo quello dell'orologio.
Conoscere cosa esso sia è irrilevante.
Beh, mi scusi, ma se ogni cosa che le chiedo di conoscere è irrilevante cosa ci faccio qui?
Impari.
Imparo cosa?
Che ci sono cose rilevanti ed altre no. E, spesso, quelle che si notano di più sono quelle irrilevanti.
Sono confuso. Come si fa a dire che il tempo sia irrilevante?
Infatti non l'ho detto. Ho detto che è irrilevante conoscere cosa esso sia.
Ora si che ho capito...
Sento una sottile vena di sarcasmo nella tua voce, potrei adirarmi per questo...
No, la prego Maestro. Mi illumini con la sua saggezza.
Dunque: conoscere cosa sia il tempo è irrilevante perché ciò che è rilevante è ciò che fai mentre scorre. Se non stai facendo nulla, che passino cinque minuti o tre ore non ha rilevanza. Solo se stai facendo qualcosa percepisci l'esistenza di questa variabile.
Però quando dormo mica percepisco il passare delle ore...
Questa è l'obiezione che mi fanno tutti quando affronto quest'argomento. Tu credi che il dormire sia fare nulla?
Beh, certo...
Allora prova a dormire solo un'ora questa notte e dimmi come ti senti domani.
Orpo, non ci avevo pensato...
Perché non sei un Maestro.
Eccolo! Mi sembrava strano che non l'avesse ancora detto...
La tua mancanza di rispetto è accettabile solo perché seconda alla tua ignoranza.
Quindi, se ho capito bene, conoscere cosa sia il tempo è irrilevante perché esso si manifesta solo attraverso il compiersi di una qualche azione e, di conseguenza, è su questa che occorre porre l'attenzione.
Finalmente sei stato in grado di formulare un pensiero elevato.
Vuole dire che sono salito di un gradino nella scala della conoscenza?
Non esagerare. Diciamo che sei salito su di un predellino e non è che, sul piano della cultura, tu sia in buona compagnia...
Il predellino... mi ricorda qualcosa...
Non parlare di politica con me. E ricorda che se sali su di una scala non sei più alto, sei solo più in alto.
Si, Maestro. Allora il tempo non esiste sempre.
Sbagliato. Senza azione il tempo esiste, solo non è rilevante ai nostri occhi.
Perché dice ai nostri occhi?
Perché lo scorrere della vita è una azione che è presente ed attiva anche se non facciamo nulla.
Quindi c'è la fregatura: se non faccio nulla il tempo mi sembra irrilevante perché non lo percepisco tramite una azione ma, intanto, questo bastardo si porta via la mia vita.
Esatto. La conclusione è che l'inazione non è un buon modo per fermare il tempo. Almeno fino a che non verrà scoperto il segreto dell'immortalità.
E lei è vicino alla scoperta di tale segreto?
Se lo fossi potrei perdere più tempo con te ma, disgraziatamente, non lo sono. Ora vai a meditare su ciò che hai imparato e fai entrare Larissa.
... che, immagino, l'aiuterà a prendere coscienza del passare del tempo tramite le azioni di cui è capace e che, a occhio, non sono diverse da quelle di Alina...
...krack...kabooom...rumble...
Va bene, va bene. Però Alina ha più tette e si coglie meglio la rilevanza del tempo...
...krack...kabooom...rumble...
...krack...kabooom...rumble...
Eh, eh, eh...